Mezzi e poteri straordinari per fronteggiare la carenza idrica
Il Consiglio dei Ministri ha decretato lo stato di emergenza idrica per cinque regioni.
Si tratta di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto.
La misura, che resterà in vigore fino al 31 dicembre, prelude a una serie di interventi per i quali sono stati stanziati 36.500.000 euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali.
La parte più consistente, 10,9 milioni di euro, andranno all’Emilia Romagna, seguita dalla Lombardia, alla quale sono stati destinati 9 milioni di euro e dal Piemonte, che ne avrà 7,6.
Veneto e Friuli Venezia Giulia riceveranno rispettivamente 4,8 e 4,2 milioni di euro.
“Questa crisi idrica impone un intervento nazionale – ha spiegato la ministra per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini -. Servono soluzioni immediate, a partire dalla priorità di garantire acqua potabile a tutti i cittadini, senza dimenticare però il comparto agricolo. La carenza idrica di queste ultime settimane, inoltre, non ha fatto altro che esacerbare una situazione già piuttosto critica nel nostro Paese. Da decenni – ha continuato – non vengono realizzati nuovi invasi e dighe, facciamo i conti con infrastrutture obsolete o acquedotti colabrodo. Cogliamo quindi l’opportunità del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza anche per affrontare il tema della gestione dell’acqua in modo strutturale. Nel Piano – ricorda Gelimini – sono previsti 2 miliardi e 800 milioni di euro per interventi al sistema di distribuzione delle acque, per la riparazione e l’ammodernamento delle reti idriche, ma anche investimenti sui sistemi irrigui per garantire all’agroalimentare una maggiore e più costante disponibilità di acqua”.