Via libera alle richieste dei risarcimenti il 2 dicembre.
Per chi è in difficoltà per il riacquisto finanziamenti dalle banche
Il bando per il risarcimento dei danni subiti a causa dell’acqua alta del 12 novembre è pronto.
Giovedì sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale e dalla mattina di lunedì 2 dicembre si potranno presentare le richieste di risarcimento attraverso un’autodichiarazione.
I danni minori (fino a 5.000 euro per i privati, 20.000 per le imprese) saranno liquidati in tempi brevissimi. Probabilmente già nei primi giorni del 2020.
Le lettere del bando
Il bando si suddivide in cinque lettere.
La “A” riguarda i danni alle persone. Sotto la lettera “B” ricadono invece i lavori che i soggetti attuatori (da Insula, a Veritas ad Avm) devono svolgere per ripristinare le funzioni della città. Non si tratta di danni veri e propri e, per questi interventi di urgenza, sono già stati stanziati i primi 20 milioni di euro.
La lettera “C” è invece quella relativa a già citati danni “minori” per entità, ma decisamente più importanti nell’ottica della quotidianità. Si tratta infatti dei costi per ripristinare urgentemente case o attività.
Al riguardo, vanno fatti alcuni chiarimenti. Per i privati, va rilevato che rientrano in questa categoria attrezzature, cucine e camere da letto, non salotti e divani in quanto non essenziali (e quindi ricadenti sotto la lettera “E”). Quanto alle aziende, si ragiona in termini di partite iva, indipendentemente dal numero di negozi coinvolti.
Tutto ciò che eccede le soglie di risarcimento previste (5 mila euro per i privati, 20 mila euro per le aziende) o non rientra tra i beni indispensabili è ricompreso nella lettera “E”.
I tempi per la compilazione da parte del commissario dell’emergenza sono i medisimi previsti per i danni di minor entità ma, a differenza dai risarcimenti relativi alla lettera “C”, questi saranno sottoposti a una diversa procedura per la liquidazione. Il danno autocertificato sarà inoltre valutato da un perito che, entro il 28 febbraio, valuterà fotografie e ogni altro documento prodotto. Sarà infine però il Governo a stabilire in quale percentuale effettuare il risarcimento.
A vigilare sul tutto, con controlli atti a garantire che i fondi non finiscano a speculatori o truffatori, sarà la Guardia di Finanza, con cui il commissario ha sottoscritto un accordo.
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Procedura online
Per ottimizzare i tempi, l’intera procedura sarà gestita online sui moduli realizzati appositamente da Venis. Fino alla sua chiusura, la dichiarazione potrà essere successivamente aggiornata con l’integrazione della documentazione.
Per fornire assistenza alla cittadinanza nella compilazione dei moduli, il Comune ha allestito 7 postazioni, che apriranno lunedì mattina, con una pre-apertura giovedì per le prenotazioni. Sono dislocate a Pellestrina, Lido, Murano, Burano, Ca’ Farsetti (sede centrale), Piazzale Roma (presso gli uffici di Insula) e Mestre (presso l’Urp di via Spalti).
I caf Cgil, Cisl, Uil e Acli mettono inoltre a disposizione 60 postazioni per assistenza sulla modulistica.
Per l’assistenza specifica alle imprese, sono state firmate intese con numerose associazioni di categoria. Camera di Commercio, Unioncamere e Confindustria hanno sottoscritto anche accordi con le università (Ca’ Foscari, Iuav e Padova) per mettere a disposizione studenti di ingegneria, architettura ed economia al fine di agevolare le imprese alla compilazione delle pratiche.
Il sito per ogni informazione utile
Da mercoledì 27, alle ore 12,00, sarà attivo il sito www.commissariodelegato.venezia.it.
Qui si troveranno tutti gli atti ufficiali e le informazioni utili. Le richieste di risarcimento potranno essere avanzate utilizzando lo Spid o allegando all’autocertificazione una copia della propria carta d’identità. Ogni pratica sarà associata a un codice identificativo da usare per inviare il modulo. Una volta conclusa la procedura sarà rilasciato un numero di protocollo.
Le Tempistiche
Il bando è stato presentato dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, nella sua veste di commissario delegato per l’emergenza. Le tempistiche, ha ricordato Brugnaro, sono state rapidissime: il 12 l’evento eccezionale, il 14 il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha dichiarato l0 stato d’emergenza, il 16 l’ordinanza di nomina del commissario (attenzione: solo per il Comune di Venezia) da parte della Protezione civile, il 19 la definizione dei soggetti attuatori di una struttura commissariale che conta su 60 persone ma è a costo zero.
Nel frattempo, è stato preparato il bando con le relative schede, già approvato dalla Protezione civile. Giovedì prossimo ci sarà la pubblicazione, che darà il via alla vera e propria fase di conteggio dei danni. Prima del passaggio in Gazzetta ufficiale, infatti, non si può procedere con la raccolta delle richieste. Riguardo alle quali il commissario tirerà le fila entro fine anno, per poi passare alla fase della liquidazione vera e propria.
Sarà allora che andranno presentati gli scontrini per il riacquisto dei beni danneggiati (il commissario lavorerà con le banche per ottenere di finanziare coloro che non hanno disponibilità economica necessaria per sostituire subito i beni perduti). Con l’autorizzazione della struttura commissariale, potrà avvenire il bonifico dei soldi versati dalla Protezione sull’apposito conto aperto in Banca d’Italia.
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Dal Mose alle piccole opere: per salvare la città
Come ha sottolineato il commissario, “non si tratta solo di un problema di rimborsi”. Nei suoi sopralluoghi in città, Brugnaro ha riscontrato tutta una serie di situazioni che vanno sotto acqua anche senza che la marea tocchi livelli eccezionali. Da Castello a San Basilio, da Sant’Erasmo a San Marco, sono molte le realtà che spingono ad affermare che “per gestire la città il Mose non basta”. “In ogni zona dove possiamo intervenire con semplici muretti, pompe o passerelle, senza costi eccessivi, dobbiamo farlo. Tutti hanno dato il massimo, ma adesso le chiacchiere non bastano più: cerchiamo di andare ad azioni concrete”, ha affermato il sindaco.
Brugnaro, su questo, si è confrontato col commissario del Mose Spitz, riscontrando grande disponibilità. Inoltre, ha precisato, “non si tratta di opere complementari, ma di opere del Mose, che ha già a disposizione 450 milioni e quindi si può partire subito. Possiamo far sì che la grande tragedia di Venezia diventi la vera prima pietra miliare del rilancio”. Anche di questo il sindaco parlerà domani a Roma, in sede di Comitatone. Dove, ha annunciato, chiederà i 70 milioni già stanziati nell’accordo con Renzi, i 178 per i quali si dovevano trovare le risorse e anche le restanti tre rate di soldi che la città attende per la legge speciale.