Dal 19 giugno al 7 luglio Archeoclub Italia e l’Università dell’Australia UWA riprenderanno le ricerche
Giovani maschi in buone condizioni di salute prima del decesso, caratteristica che sta ad indicare una alimentazione sana e idonee condizioni di vita.
Alcuni con schiacciamento delle vertebre, dovuto a fatti traumatici o a sforzi eccessivi, a seguito probabilmente di sollevamento di pesi in ambiente lavorativo.
Aspetto somatico prevalentemente mediterraneo (cranio di forma allungata, viso stretto), statura relativamente alta.
Dei 42 individui esumati dal Camposanto del Lazzaretto Nuovo, a Venezia, durante gli scavi effettuati tra il 2015 ed il 2019 saranno ora effettuate analisi del DNA per conoscere maggiormente le caratteristiche genetiche e le patologie di cui soffrivano i nostri antenati, consentendo anche di avere maggiori informazioni sulle provenienze degli individui dalle varie aree geografiche.
Riparte lo scavo, iniziato con la campagna archeologica della sezione veneziana di Archeoclub d’Italia in collaborazione con l’Università della Australia Occidentale (UWA), Centre for Forensic Anthropology (Perth), sotto la direzione della professoressa Ambika Flavel, nell’isola del Lazzaretto Nuovo, a Venezia.
“Dopo tre anni di interruzioni a causa dell Covid – spiega Gerolamo Fazzini, presidente Archeoclub d’Italia, sezione di Venezia e consigliere nazionale Archeoclub d’Italia – abbiamo programmato la ripresa delle indagini nell’area del Camposanto, presumibilmente per un ulteriore quinquennio, sempre in collaborazione con l’Università della Australia Occidentale. Il nuovo scavo archeologico e antropologico nella zona dell’antico Camposanto inizierà il 19 giugno per concludersi il 7 luglio, sempre diretto dalla professoressa Flavel. Dagli studi precedenti si è appurato che quest’area del Lazzaretto Nuovo è una deposizione collettiva, cioè un cimitero riusato nel tempo, quindi sotto i resti delle epidemie di peste che hanno colpito Venezia nei secoli XVI e XVII, dovrebbero trovarsi le sepolture del cimitero già esistente in periodi precedenti”.
Le sepolture della Vigna Murata
Lo scavo archeologico in programma quest’estate è riservato a studenti di Archeologia e Antropologia fisica e porterà alla valutazione del profilo biologico degli individui in situ attraverso uno studio dettagliato dello scheletro (sesso, età, statura, patologie e stile di vita).
Nel corso dell’estate saranno inoltre effettuate le analisi del DNA e le analisi isotopiche dei denti recuperati negli anni precedenti, microanalisi che consentiranno di conoscere maggiormente i nostri antenati.
Il Camposanto del Lazzarretto Nuovo è un’area esterna alla cinta muraria, a sud-est dell’isola, nei pressi della chiesa intitolata a S.Bartolomeo, dove le fonti d’archivio indicavano la presenza di alcuni cimiteri già in epoca medievale, prima che l’isola, battezzata Vigna Murata, diventasse il Lazzaretto Novo, secondo Lazzaretto di Venezia, luogo di “quarantena” per navi, merci e passeggeri provenienti dal Levante mediterraneo.
I primi scavi di tipo antropologico risalgono al biennio 2006-08, indagini che hanno portato alla scoperta di una grande fossa comune, riferibile probabilmente all’epidemia di peste del 1630, con numerosi individui inumati, ma già nel 1998 si erano verificati dei ritrovamenti casuali durante gli scavi realizzati dal Magistrato alle Acque per il nuovo impianto di bio-fitodepurazione.
I campi estivi del Lazzaretto Nuovo
Il campo estivo che sarà realizzato in collaborazione con l’Università della Australia Occidentale (UWA) è soltanto una delle attività che segnano la ripresa delle ricerche e degli studi nel Lazzaretto Nuovo.
“I Campi estivi sono sempre stati un fiore all’occhiello per l’Archeoclub d’Italia, associazione nazionale che nel 2021 ha celebrato i 50 anni dalla sua fondazione – puntualizza Fazzini – A Venezia i Campi Archeoclub sono iniziati nel 1988 con le prime attività di recupero dell’isola del Lazzaretto Nuovo nella Laguna nord. Dopo anni di abbandono, grazie ad un’esperienza di impegno civile e di volontariato unica nel suo genere, quest’isola è oggi pienamente recuperata e ormai diventata un’area storica e naturalistica di grande rilievo nella Laguna, visitata da migliaia di persone ogni anno”.
Dal 26 al 30 giugno si svolgerà in isola il Campo di ricerca Junior diretto dall’archeologo Marco Paladini (per ragazzi tra i 10 e i 13 anni). Cinque giorni in parte dedicati alla teoria (metodi e tecniche della ricerca archeologica, studio e classificazione dei reperti, applicazioni dell’informatica all’archeologia, cenni sulla storia di Venezia, aspetti naturalistici degli ambienti lagunari), in parte alla pratica: didattica archeologica sul campo con prove pratiche (cassa stratigrafica), survey di superficie e uso dei principali strumenti (cazzuola e setaccio ad acqua). Non mancheranno i momenti ludici, con particolare attenzione ai giochi tradizionali veneziani (Siòghi de’ na volta). Dal 18 al 22 settembre è in programma inoltre il Campo Scuola di Archeologia – Workshop – Archeologia Sperimentale, Restauro. Oltre alle attività nei laboratori di ceramica, di archeometallurgia e di restauro dei materiali lapidei, sono previste visite guidate a scavi in corso e collezioni museali a Venezia e in laguna (Altino, Murano, Torcello) a bordo di imbarcazioni tradizionali.
Claudia Meschini
L’archeoclub di Venezia e la sua interessante attività èSempre stato il fiore all’occhiello di Archeoclub D’Italia