La donazione di Gemma De Angelis fa parte di un quadro generale di rilancio della città illustrato dal sindaco Brugnaro durante la conferenza stampa di fine anno
Il 2022 di Venezia si chiude con un importante regalo da 17 milioni di euro.
La collezionista Gemma De Angelis, moglie del compianto pubblicitario Armando Testa, ha deciso di donare alla Città la sua collezione privata di 105 opere d’arte contemporanea dei principali autori, italiani e internazionali.
Un gesto con il quale la collezionista ha inteso lanciare un messaggio sperando che trovi seguito.
“Mi auguro – ha detto – che il Governo ci doni altri musei di arte contemporanea. Perché il passato è bellissimo ma dobbiamo vivere anche il nostro tempo”.
Si è aperta con questa sorpresa la conferenza stampa con cui la Giunta comunale di Venezia ha tirato le somme dell’attività svolta nel corso dell’anno.
La collezione
Le opere d’arte donate saranno affidate in comodato alla Fondazione Musei Civici, che le esporrà al museo di Ca’ Pesaro.
La donazione più importante degli ultimi 60 anni
Si tratta, nonostante dal 2015 a oggi le donazioni dei privati alla Città di opere d’arte siano arrivate a 28 milioni di controvalore, della più importante donazione ricevuta dal Comune da oltre 60 anni. Basti pensare che comprende ben 5 opere di Marlene Dumas, una delle più apprezzate autrici di arte contemporanea.
De Angelis ha spiegato la scelta di Venezia con il forte legame con la città lagunare, dove conobbe tra l’altro, in occasione della 35^ Biennale d’Arte, il marito Armando Testa.
“Venezia mi ha dato tante emozioni”, ha raccontato, spiegando poi che la collezione non è nata a tavolino, ma si è formata “soprattutto negli anni ’80, viaggiando in tutto il mondo e visitando i musei di arte contemporanea, di cui l’Italia era priva”.
“Le persone – ha commentato il sindaco Brugnaro – si conoscono dai fatti. Questi sono esempi ai quali vogliamo dare risalto, rivolgendoci ai privati veneziani, ma anche di tutta Italia, perché non tengano in cassaforte le loro opere, senza che servano a niente, ma che le donino affinché tutti ne possano godere”.
Il bilancio di Venezia nel 2022
La donazione fa parte di un quadro generale di rilancio della città illustrato dal sindaco Brugnaro durante la conferenza stampa di fine anno.
” Ci troviamo oggi a fare un bilancio di cose fatte, più che di grandi sogni. C’è un clima di coerenza, di numeri, di cifre, non di promesse – ha rilevato il primo cittadino -. E’ obbligo delle istituzioni rilanciare questo Paese. E sembra che ce la stiamo facendo. Si ricomincia a vedere un po’ di prospettiva. È un onore e un privilegio – ha detto – amministrare e governare questa città. E dico grazie prima di tutto ai cittadini che per strada mi invitano a tenere duro: mi danno la forza di continuare”.
Le sfide
Il sindaco di Venezia ha ricordato, tra i risultati raggiunti, il tema dell’idrogeno, definendolo “una sfida di carattere nazionale, se dimostreremo qui che le cose funzionano. Ma arriveremo anche a produrre l’idrogeno a Marghera, insieme a Eni”, ha aggiunto.
E si è soffermato anche su temi caldi.
Sul contributo richiesto a chi atterra a Venezia, per esempio, ha ricordato: “C’è una legge dello Stato. E, se non l’avessimo applicata, avremmo potuto perdere il rifinanziamento della legge speciale, che finirà i fondi nel 2024”.
Riguardo al contributo d’accesso, invece, ha affermato: “Chi ha detto che sarà la soluzione definitiva? C’è un’istanza da anni a controllare e gestire il turismo. Dovremo fare sperimentazioni e ci vorranno anni per tarare l’effetto pratico, ma di certo non faremo cassa”.
2022: avanzo libero di 91 mlm di euro
Anche perché, come ha sottolineato l’assessore al Bilancio, Michele Zuin, il 2022 di Venezia si chiude con un avanzo libero di 91 milioni di euro, quando nel 2015 il segno era negativo di 72 milioni, con cassa libera per 138 milioni, che permetterà di programmare senza attingere alle anticipazioni di tesoreria.
“I rincari energetici – ha sottolineato Zuin – hanno pesato per 16 milioni di bollette in più e noi li abbiamo assorbiti senza tagliare servizi o altro, anzi accompagnando ai conti in ordine una manovra espansiva, che ha permesso di assorbire anche l’inflazione con fondi propri”.
Alberto Minazzi