Il sindaco Brugnaro: “Un inchino della nostra città al Made in Italy”. Grande occasione per i giovani e per le nuove imprese
Sotto le volte dell’antico Arsenale della Serenissima sono stati scanditi i numeri di un patrimonio economico e del “saper fare” di oggi.
Sono i numeri dell’artigianato, comparto che da giovedì 27 settembre fino a domenica 1 ottobre celebra nella prima “moderna” fabbrica dell’ingegneria navale della storia il Salone dell’Alto Artigianato Italiano.
E sono 100 le imprese artigiane provenienti da tutta Italia in rappresentanza di quei 2,6 milioni di artigiani che contribuiscono in maniera sostanziale al prodotto interno lordo del Paese e ne sono forte leva economica.
Il Veneto che in questi giorni ne ospita le eccellenze contribuisce con una “quota” di 122mila aziende che corrispondono al 26% dell’insieme delle imprese regionali.
Venezia capitale di qualità produttiva, tradizione e innovazione
Con Venezia che si è voluta proporre come capitale dell’Alto Artigianato e della qualità produttiva capace di coniugare tradizione e innovazione.
Ma anche sostenibilità e attenzione originale alle risorse naturali.
Una sorta di “back to the future” per questa prima edizione del Salone: una scommessa e una ambiziosa sfida assieme, ha detto il sindaco della città lagunare, Luigi Brugnaro che ha inaugurato la manifestazione affiancato da Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa e Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo economico.
Brugnaro: “Un inchino della nostra città al Made in Italy”
Una rassegna che è di per se stessa «una start-up e un grande contributo al lavoro, un inchino della nostra città al Made in Italy» ha voluto sottolineare Brugnaro.
Infatti, «L’artigianato, grazie anche alle scuole di formazione tecnica, è una grande occasione per i giovani e per le nuove imprese che qui possono scoprire l’eccellenza dei loro predecessori e guardare avanti grazie al loro esempio».
Ecco che si rincorrono e legano tradizione, passaggio generazionale, innovazione, tecnologie ed ecologia.
Concetti ripresi anche dal ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati che ha parlato degli artigiani come «architetti dell’innovazione perché sanno abbinare alla manualità le nuove tecnologie, senza mai dimenticare le proprie radici».
Temi, peraltro, che verranno sviluppati oggi e domani in una serie di convegni che hanno come focus proprio l’innovazione e le radici del fare artigiano.
Un “fare” che però necessita di un sostegno concreto che per il ministro Alberti Casellati si esplicita, nell’ambito delle sue competenze, nella semplificazione degli adempimenti amministrativi perché, e qui le parole del ministro hanno pesato non poco, «la burocrazia è un grande stalker».
Marcato: “Come ente pubblico dobbiamo sostenere queste eccellenze”
Per l’assessore allo Sviluppo economico della regione Roberto Marcato il Veneto sta facendo la sua parte.
A cominciare dalla Legge 34 del 2018 fatta per gli artigiani con gli artigiani: cioè ascoltando il territorio e le aziende. E quindi puntando su tre aree specifiche: la competenza (con la “certificazione” della figura del Maestro artigiano); l’innovazione (che si traduce in un investimento per il futuro) e il credito (agevolando l’accesso delle imprese artigiane ai finanziamenti).
Capitolo, quest’ultimo, decisivo per la sopravvivenza stessa delle piccole imprese artigiane, in sofferenza per la morsa del “credit crunch” che parte da Francoforte, sede della Bce, e arriva fino alla filiale della banca che è stata sempre punto di riferimento.
““Grazie al sindaco Brugnaro per aver pensato e voluto questo Salone, ha colto nel segno. – ha concluso Marcato – È necessario che le istituzioni si occupino della realtà straordinaria dell’artigianato che, in Veneto, conta 122mila imprese. Come ente pubblico dobbiamo stare vicino a queste eccellenze che coniugano tradizione, arte e innovazione”.
Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy, in un messaggio di saluto letto all’inaugurazione ha voluto ricordare «che le imprese artigiane sono più di 1 milione e offrono lavoro a circa 2,6 milioni di addetti, detentori di arte e sapienza, spesso coniugate in modo geniale con l’innovazione così da produrre pezzi unici e irrepetibili».
E torna quindi in gioco il governo che con il Ddl sul Made in Italy ha previsto la creazione di uno specifico Liceo, l’introduzione di un marchio unico del Made in Italy e importanti interventi per il settore fieristico e delle manifestazioni locali.
L’Arsenale di Venezia: dalla nautica all’artigianato fino al polo del divertimento
Venezia con il suo Salone dell’Alto Artigianato Italiano nuovo di zecca vuole essere vetrina per tutto questo settore e farsi carico di intercettare le nuove tendenze proponendosi come modello anche per questo tipo di manifestazioni che troveranno sempre più spazio proprio all’Arsenale -grazie alle nuove acquisizioni in termini di spazi, anticipate dal sindaco Brugnaro- per «aumentare le funzioni a servizio di cittadini e imprese».
Ma i grandi spazi dell’antico Arsenale di Venezia potrebbero osare oltre.
Come il sindaco Brugnaro ha anticipato a margine della conferenza stampa di inaugurazione dell’evento, infatti, è piuttosto consolidata l’idea di riservare parte dell’area alla realizzazione di un “polo del divertimento“, con palestra, discoteca e locali che potrebbero rappresentare una risposta alla vitalità dei giovani che si vorrebbero attrarre in città raddoppiando il numero degli studenti universitari e alla serenità dei cittadini, che non sarebbero disturbati nelle ore notturne visto che l’Arsenale è un’ area non residenziale.
Agostino Buda