L’esperimento partirà a giugno; l’orologio permetterà di inviare in tempo reale un allarme
E’ collegato con la centrale operativa dei Carabinieri e, indossato dalla vittima di atti persecutori o comunque di violenza in genere, può essere attivato direttamente dalla stessa nel momento in cui si percepisca in pericolo o anche in automatico in caso di aggressione.
Parte da Roma il progetto “Mobile Angel”, uno strumento a tutela delle vittime di violenza di genere. Il progetto, partirà in fase sperimentale nel mese di giugno.
Un dispositivo innovativo
Il tutto è legato a un orologio da polso dotato di un microfono e di un apparecchio che consente la geolocalizzazione per rendere l’intervento dei carabinieri più immediato ed efficace anche nel caso in cui la persona aggredita non possa parlare. In un primo periodo sperimentale del progetto, lo smartwatch sarà fornito dai Carabinieri in particolari casi, valutati di volta in volta. Successivamente, una volta verificato il suo potenziale, sarà diffuso in modo più ampio.
L’orologio che chiede aiuto
A Roma negli ultimi sei mesi i Carabinieri hanno gestito assieme alla Procura 470 attivazioni del protocollo “Codice rosso”. Il lavoro ha portato all’arresto di 82 persone, di cui 16 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare e alla denuncia di 322 persone.
L’orologio potrà rivelarsi un prezioso aiuto in più e direttamente per la vittima che, con un sempllice gesto potrà dare l’allarme. Nel malcapitato caso in cui sia impossibilitata a farlo, sarà sufficiente un urto improvviso, uno strattone per far sì che la richiesta d’aiuto scatti da sola.
A quel punto la centrale operativa allerta la pattuglia più vicina, dopo aver localizzato la vittima con il Gps. Dopo l’allarme, l’utente riceve una vibrazione per far capire che le forze dell’ordine si sono attivate. Lo strumento è anche dotato di un microfono che registra ciò che accade.