La produzione del vetro di lusso sta a Murano come l’acqua sta a Venezia.
E’ con la qualità, il design, lo studio e la maestria che le fornaci di Murano sono diventate luoghi di eccellenza noti in tutto il mondo.
Quindi, l’isola riparte da qui. E da un progetto di apertura che, a cominciare da un nuovo sito e-commerce, mette insieme storia, tradizione e modernità.
L’azienda Salviati punta sulle creazioni esclusive, sulle nuove collaborazioni e sul “taylor made”. Lo strumento per destreggiarsi tra i vari cambiamenti e restare al passo con i tempi è un nuovo sito web in cui arte artigianale e digital marketing convergono.
I Salviati nella storia di Murano
La storia è ciclica. Spesso ripropone le stesse sfide. Era il 1859 quando, in una Murano in crisi d’identità e produttiva, un giovane avvocato vicentino s’imponeva con l’ambizioso obiettivo di risollevare le sorti dell’arte vetraria. Si chiamava Antonio Salviati e il suo nome entrò nella storia della città.
Non fu solo nella sua lotta controcorrente: a Murano, negli stessi anni in cui avviava la sua prima impresa a Dorsoduro, aprivano i fratelli Toso, e successivamente i Barovier.
La produzione di oggetti di lusso resuscitò. Per l’arte vetraria di Murano iniziò una nuova stagione. 2020: la storia si ripete.
Sono tempi delicati per tutte le aziende, in particolar modo per quelle che si confrontano con sistemi territoriali legati al turismo come Venezia e con processi produttivi che affondano la loro matrice nell’artigianalità come il distretto di Murano. Tuttavia nell’ottica darwiniana dì adattarsi e reagire al cambiamento molte aziende veneziane hanno saputo cogliere delle possibilità inedite anche in un momento come questo, conciliando antico e moderno, arte artigianale e digital-marketing, ma senza mai dimenticare il legame con le proprie origini.
Ancora una volta, un nome noto torna in primo piano trainando le energie di chi, nel futuro, vuole ancora credere. E’ di nuovo quello di Salviati: la storica azienda non si è fermata. Così rilancia, portando la sua innovativa produzione in vetro nel mercato nazionale e internazionale sull’online.
Il vetro come ‘abito su misura’
«Da sempre – racconta Stefano Schiavon, del cda di Salviati – la nostra azienda punta sulla versatilità. La produzione vetraria non è solo una tecnica per produrre oggetti di arredamento, bensì un’arte del vivere che crea veri e propri oggetti di vita quotidiana. E’ a partire da questa idea che matura l’eccellenza del marchio Salviati».
Per soddisfare le richieste di una clientela internazionale, l’azienda parte dalla concezione del vetro come materia duttile e non irrigidita nei soliti schemi, e realizza creazioni taylor-made. «Il vetro – spiega Schiavon –è un materiale che si apre a mille interpretazioni. Proprio per tale ragione, i prodotti Salviati vengono concepiti come abiti su misura, costruiti “ad hoc”».
Così come l’abito-vetro, anche il sito web è “su misura“: una vetrina importante che apre alla condivisione e alla collaborazione con altre aziende e/o artisti che vogliano esplorare le ultime tendenze del design o, più semplicemente, si rivolge alla fantasia individuale di ognuno.
Una storia di successo anche internazionale
Dopo più di 160 anni di storia, la Salviati di oggi punta sul mercato nazionale per rafforzare il suo prestigio. La sua prima affermazione, però, conta radici multinazionali.
All’epoca internet non esisteva. Così, il trampolino di lancio fu la Prima esposizione Vetraia del 1864, alla quale partecipò con un mosaico monumentale che valse alla fabbrica di Murano la fama di mezzo mondo. Le richieste iniziarono ad arrivare da ogni dove: dall’House of Parliament di Londra, dal palazzo del Viceré di Alessandria d’Egitto o dal Teatro dell’Opera di Parigi.
Non solo, anche nel campo dell’illuminotecnica il nome Salviati si diffuse: a sancirne la notorietà all’estero fu la fornitura di 12 lampadari alti 11 metri per la sala dei concerti Tonhalle di Dusseldorf.
I traguardi non mancarono nemmeno in Italia, così, nel 1962, la Salviati conquistò il premio Compasso d’Oro per il vaso Marco disegnato dall’architetto Sergio Asti, approdando dieci anni dopo alla Biennale d’arte di Venezia del ‘72. Fu sempre l’azienda veneziana a produrre successivamente il lampadario di 22 metri d’altezza per la Camera di Commercio di Parma.
Creazioni esclusive e ultime collaborazioni
L’anima di trasversalità della celebre fabbrica veneziana vive di spirito d’innovazione e collaborazione con grandi professionisti. Le sue creazioni, divise nel sito nelle quattro categorie di oggetti decorativi, luce, barware e tableware, trasudano modernità.
Ne è l’esempio l’ultima creazione esclusiva del 2020, realizzata per la Vecchia Romagna. Il brand italiano si è rivolto infatti alla storica ditta veneziana per dar vita una speciale bottiglia in edizione limitata: solo 200 esemplari creati utilizzando la tecnica del vetro soffiato di Murano, numerati e firmati singolarmente.
Beatrice Simion