Oltre 100 trek all’anno, 600 persone, più di 200 giornate lungo i tanti sentieri che tracciano il nostro territorio. Camminare fa bene. Al corpo, ma soprattutto alla mente. Crea situazioni di condivisione e di socialità, consente di scoprire luoghi inediti, fa respirare aria nuova. Da ogni punto di vista.
Fare trekking è una tendenza? Forse. Ma mette insieme più generazioni e, nel triveneto, è una passione molto sentita. A Marghera c’è una delle sedi regionali di Trekking Italia.
E’ formata da volontari che mettono a disposizione le proprie competenze, di accompagnatori che sono ovviamente formati, che si prendono la responsabilità di fare da guida lungo i percorsi e che si occupano di tutte le pratiche. In questi giorni di inizio anno sono pronti a partire, come sempre fanno, verso nuove mete.
Metropolitano.it li ha intervistati.
“Oggigiorno associamo normalmente questo termine a lunghe passeggiate in montagna. Ma il trekking è diventato molto di più. Significa conoscere il proprio territorio, la natura, ma anche le città; è un modo diverso di viaggiare e conoscere il mondo. In origine, la parola trekking significava un viaggio a piedi con una lenta progressione – spiega Carlo Rubini, fondatore della sezione triveneto di Trekking Italia – ora il trekking propone l’escursionismo a piedi in tutti gli ambienti e con diversi livelli di difficoltà, per cui c’è un’offerta molto ampia che copre tutti i gusti”.
Il termine trekking è nato nel 1800 in Sudafrica, quando gli olandesi, sconfitti dagli inglesi, dovettero abbandonare le loro terre viaggiando attraverso tortuosi sentieri.
Riscoperta come pratica sportiva e sociale nel corso del 1900 , in Italia la prima associazione nazionale si è formata a Milano nel 1985. Dopo una decina d’anni, vista l’esigenza di allargarsi in tutto il Paese, furono aperte delle sezioni regionali, importantissime soprattutto per quanto riguarda le escursioni brevi, di un solo giorno e rivolte alla conoscenza e alla valorizzazione del proprio territorio.
Dal mare alla montagna al trek urbano
“E’ davvero un’esperienza di cammino a 360° – aggiunge Paolo Barbieri del direttivo triveneto – si può camminare durante tutto l’arco dell’anno, si va dal tradizionale ambiente alpino alla collina, alla pianura, alla costa, e anche il trek urbano ha avuto un grandissimo sviluppo negli ultimi anni. C’è anche una diversificazione per quanto riguarda l’impegno richiesto. Nei week-end c’è almeno uno, o anche più trek giornalieri che esplorano il territorio di Veneto, Friuli e Trentino e poi ci sono quelli che vengono chiamati “grandi trek” ovvero escursioni che durano almeno quattro giorni e in quel caso si possono visitare sia altre zone d’Italia che il resto del mondo. Uno dei nostri cavalli di battaglia è ad esempio il trek di New York in cui si attraversa a piedi l’isola di Manhattan, ma siamo arrivati addirittura fino in Madagascar o in Giappone”.
Un’esperienza che sta conquistando un numero sempre maggiore di appassionati: “Qui nel triveneto siamo circa 600 soci al momento – spiega Barbieri – attraverso una crescita che è stata lenta, ma graduale e costante. Un fenomeno che rispecchia quello che è successo a livello nazionale, con un numero totale che si aggira al momento attorno ai 7000 soci. Come triveneto noi organizziamo oltre 100 trek all’anno, tra piccoli e grandi, mentre a livello nazionale sono oltre 1200. I giorni che trascorriamo sui sentieri in un anno sono più di 200 nel triveneto e a livello nazionale circa 3000 giorni camminati, sommando tutti i trek, con 21000 persone coinvolte”.
Per chi fosse interessato a saperne di più la Sede Regionale per il Triveneto di Trekking Italia si trova a Marghera, in via Toffoli 2d ed è aperta il martedì, mercoledì e giovedì dalle 16.00 alle 18.00. Si possono inoltre contattare il numero telefonico 041-924547 e il cellulare 339-6884522 oppure mandare una email a venezia@trekkingitalia.org