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C'era una volta e oggi non c'è più l'Italia pre repubbicana

C'era una volta e oggi non c'è più l'Italia pre repubbicana

Cancellati altri 3637 decreti regi. Sono 22.574 le norme del Regno d’Italia finora annullate

C’era una volta l’Italia pre repubblicana.
Il Regno d’Italia retto dalla monarchia dal 1861 al 1946, la cui costituzione si basava sullo Statuto Albertino e la cui vita è stata regolata nel tempo da innumerevoli decreti regi. Del re.
Era l’Italia di Camillo Benso, conte di Cavour, più volte ministro e deputato del monarca Vittorio Emanuele II e di Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi, anch’egli più volte deputato, oltre che condottiero di tante imprese, tra le quali la famosissima spedizione dei Mille che portò all’annessione del Regno delle Due Sicilie e all’unificazione d’Italia.
Era l’Italia del Risorgimento e delle tante norme, molte delle quali oggi ci fanno sorridere, arrivate fino ai giorni nostri.

 

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Il Re Vittorio Emanuele II

“Leggi vecchie e oramai superate”

Un’Italia che ora non c’è più nel nostro regolamento, o di cui possono esser rimaste poche tracce perché, come si sa, a un certo punto, bisogna far pulizia.
E’ così che, su proposta della ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati, in più riprese sono stati cancellati 22.574 decreti regi.
Gli ultimi 3637 oggi, con l’approvazione del Cdm all’abrogazione di norme relative all’ultimo periodo pre repubblicano: dal 1921 al 1946.
“In un Paese moderno non c’è spazio per leggi vecchie e ormai superate, l’Italia ha bisogno di un quadro normativo chiaro che garantisca la certezza del diritto”, aveva spiegato con un Tweet Casellati all’inizio di questo riordino.

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Elisabetta Casellati

Un passato fatto di piccioni viaggiatori, di latrine asportabili e di tasse sulla neve

Uno scrolling di questo nostro passato che se ne va racconta una parte della storia d’Italia in cui ancora c’erano i piccioni viaggiatori (e relative leggi sul loro allevamento e impiego) e il Monopolio delle Banane, le tasse sulle nozze se avvenivano in orario notturno (ci aveva provato nel 1877 il comune di Lucca, la cui deliberazione fu però annullata con decreto regio), quelle sul bestiame e il dazio sulla neve autorizzato per il comune di Cerignola. Firmato “per grazia di Dio e per volontà della Nazione” da Vittorio Emanuele II a Firenze il 28 aprile 1867, prevedeva il pagamento di 2.50 lire al quintale sulla neve caduta.

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Tra i tanti decreti regi abrogati, anche uno del 1872 che ‘approvava la Società generale italiana per le latrine asportabili e per la fabbricazione dei concimi in Firenze’, quello che prevedeva una tassa sui noleggi delle merci importate ed esportate per via di terra e di mare nella città di Bari e sua provincia‘, le modificazioni al regolamento sulla “requisizione dei quadrupedi e dei veicoli per il Regio esercito e per la Regia Marina” e il regio decreto per la “costituzione del Consorzio di colonizzazione di Genale nella Somalia italiana”.
Leggi in vigore fino a oggi e ora documenti storici di grandissimo valore.

Consuelo Terrin

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