Il paradosso sottolineato dal report di Allianz Trade: più spesa per i beni durevoli, meno per alimentari, elettricità e carburanti
Dalla seconda metà del 2021, l’inflazione è ripartita e i prezzi continuano ad aumentare, ma è aumentata la spesa delle famiglie per comprare auto, elettrodomestici, mobili e altri beni durevoli, a discapito di beni di consumo come gli alimentari o i beni energetici, dall’elettricità ai carburanti.
A sottolineare quello che è stato definito il “paradosso dell’acquisto” è il rapporto sui consumi in cui Allianz Trade approfondisce il tema dell’inflazione, concentrandosi in particolare sulla redistribuzione del reddito disponibile da parte delle famiglie europee.
Penalizzate le famiglie a basso reddito
In Italia, calcola l’analisi, nel primo semestre 2023 una famiglia italiana ha dovuto spendere mediamente 301 euro in più per l’acquisto dello stesso paniere di beni e servizi di prima necessità. È l’aumento più elevato tra i grandi Paesi europei, se si considera che solo la Germania, con 290 euro, si avvicina a tali valori, mentre la Francia si ferma a 244 euro e la Spagna addirittura a 132. L’inflazione nel nostro Paese, sottolinea Maddalena Martini di Allianz, è in calo dal picco dell’11,8% dello scorso ottobre, ma la previsione è di un assestamento al 2% solo verso fine 2024.
A risentire dei rincari sono soprattutto le famiglie a basso reddito, che riservano una quota più elevata del reddito alla spesa per beni come cibo (che è cresciuto del +17% su base annua), affitti e utenze (con aumenti del +9%). La loro capacità di difendersi dall’inflazione elevata, conclude il report, è dunque minore, risultando più difficile comprimere il già contenuto tasso di risparmio, liquidare le poche attività finanziarie detenute o ridurre ulteriormente i consumi di beni e servizi. Anche perché l’inflazione ha superato del 4,3% la crescita dei salari in Italia.
La crescita di spesa per beni durevoli e auto
Se in tutti i Paesi, a differenza delle passate recessioni, si è ridotta notevolmente la spesa per i beni non durevoli (in Germania si è arrivati addirittura al -7%, l’Italia è al -2%), l’impennata del costo della vita non ha impedito l’aumento dei volumi d’acquisto di beni durevoli o semi-durevoli, dall’abbigliamento, ai giocattoli, ai beni culturali. E anche la vendita di servizi nell’ultimo anno è numericamente cresciuta: dal +42% del trasporto aereo al +13% dei servizi di ristorazione, passando per il +30% degli alloggi.
Una conferma in tal senso, riferita specificamente al settore auto, arriva dai più recenti dati diffusi da Acea, l’associazione europea delle case automobilistiche, sulle immatricolazioni di auto in Europa. A giugno 2023 sono state 1.265.678, con un aumento, rispetto allo stesso mese del 2022, del +18,7% e un +66,2% per le auto elettriche. L’undicesimo incremento consecutivo ha portato a un +17,6% nel primo semestre di quest’anno (in Italia +22,8%), sia pure con dati ancora sotto, del -21,8%, a quelli pre-pandemici del 2019. In questo periodo, le auto nuove immatricolate hanno raggiunto quota 5,4 milioni (+17,9%).
Inflazione: gli ultimi aggiornamenti
Eurostat ha intanto confermato che, a giugno, l’inflazione nell’area Euro è scesa al 5,5% rispetto al 6,1% di maggio e nell’Unione Europea si è passati dal 7,1% al 6,4%. Nei giorni scorsi, anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, a margine del G20 di Gandhinagar in India, aveva affermato che l’inflazione “scenderà ancora perché inizieranno a riflettersi gli effetti della riduzione del prezzo dell’energia. La mia impressione è che la riduzione sarà più veloce del previsto”.
Alberto Minazzi