Il traffico di persone tra i pilastri fondamentali del memorandum di Cartagine insieme ai temi economici ed energetici
“Oggi abbiamo raggiunto un risultato che io considero estremamente importante. Siamo molto soddisfatti del memorandum d’intesa firmato tra Tunisia e Unione Europea è un ulteriore passo importante verso la creazione di un vero partenariato tra la Tunisia e l’Unione europea che possa affrontare in maniera integrata la crisi migratoria e lo sviluppo per entrambe le sponde del Mediterraneo”.
Bastano queste parole del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, presente all’incontro di Cartagine come membro della delegazione europea, per capire l’importanza del documento contenente un pacchetto di misure di partnership fondate su 5 pilastri fondamentali. Tra questi rientra anche il tema dei migranti, che vede il nostro Paese in primissima linea anche in queste ore. Le cronache continuano infatti a testimoniare come il fenomeno non accenni a rallentare.
Migranti: gli ultimi aggiornamenti
Gli hotspot italiani per l’accoglienza dei migranti sono attualmente sotto pressione, con gli sbarchi che continuano. Dalla scorsa mezzanotte, se ne sono registrati altri 9, per complessivi 308 migranti scaricati sulle nostre coste. L’isola di Lampedusa è uno dei punti caldi, ospitando attualmente 2.608 persone, in gran parte provenienti da imbarcazioni salpate proprio dalla Tunisia. Al riguardo, il Tg1 Rai ha parlato di un incremento del +176% di scafi provenienti dal solo Paese nordafricano.
L’ultimo rapporto ufficiale del Ministero dell’Interno, aggiornato al 14 luglio, conta 75.065 migranti sbarcati in Italia nel 2023 contro i 31.920 dello scorso anno e i 24.624 del 2021. Nelle sole prime due settimane di luglio se ne sono registrati 9.535, dopo i 15.175 di giugno. E non c’è stato giorno, nell’ultima settimana presa in considerazione, in cui non si siano verificati nuovi arrivi, con la punta dei 1.140 dell’11 luglio. La prima nazionalità dichiarata è quella della Costa d’Avorio (9.104 casi).
La strategia europea
Sulla base del memorandum, Unione Europea e Tunisia coordineranno le operazioni Search and Rescue, potendo contare su uno stanziamento di 100 milioni di euro. “Bisogna stroncare i trafficanti e distruggere il loro business”, ha dichiarato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha parlato di “un buon pacchetto di misure”, da attuare rapidamente “in entrambe le sponde del Mediterraneo”, e ha sottolineato l’urgenza “oggi più che mai, di un’efficace cooperazione sulla migrazione”.
In tal senso, la presidente Meloni ha ricordato l’imminente appuntamento di Roma, il prossimo 23 luglio, con la Conferenza Internazionale sulla Migrazione, che vedrà la partecipazione di diversi capi di Stato e di Governo dei Paesi mediterranei. “È un altro importante passo per affrontare il tema della cooperazione mediterranea con un approccio integrato e io lo considero come l’inizio di un percorso che può consentire una partnership diversa da quella che abbiamo avuto nel passato”, ha commentato la premier.
Gli altri pilastri del memorandum
Alla base del memorandum, oltre ai migranti, ci sono anche altri 4 pilastri fondamentali. Il modello di partenariato punta cioè a creare opportunità per i giovani tunisini, stanziando 65 milioni per le scuole e aprendo una “finestra” europea attraverso l’Erasmus, e ad aiutare lo sviluppo e la resilienza del sistema economico della Tunisia. In quanto principale partner economico del Paese africano, l’Europa ha previsto quindi un pacchetto di investimenti per migliorare connettività, turismo e agricoltura e 150 milioni per il “Medusa submarine cable”.
Infine, riconoscendo le enormi potenzialità della Tunisia sul fronte delle energie rinnovabili e la crescente richiesta in tal senso proveniente dall’Europa, sono stati stanziati 300 milioni su questo fronte, prevedendo già ulteriori possibilià di sviluppo del progetto. Fondi per 150 milioni sono stati inoltre concessi da subito da Bruxelles a sostegno del bilancio tunisino, mentre, ha spiegato von der Leyen, i restanti 900 saranno erogati “quando ci saranno le condizioni”. Ovvero quando sarà sciolto il nodo sul prestito da 1,9 miliardi dal Fondo Monetario Internazionale.
Alberto Minazzi