Il Premio è intitolato alla prima donna laureatasi al mondo: la veneziana Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
Correva l’anno 1948 (il 10 dicembre, per la precisione), quando nel testo della “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, veniva affermato che “la parità di genere è un diritto fondamentale che richiede l’assenza di ostacoli per la pari dignità e uguali condizioni tra uomini e donne nel diritto, nella politica, nella società o nel lavoro”.
Da quel giorno sono trascorsi oltre 70 anni ma ancor oggi l’Osservatorio 4Manager (Confindustria e Federmanager) stima che, per arrivare a una parità di genere effettiva, si dovranno attendere ancora circa 80 anni. Questo almeno nel nostro Paese dove, secondo il World Economic Forum, una vera uguaglianza non sarà raggiunta prima del 2154. Tra ben 131 anni. Qualcosa, però, si muove.
Il Premio veneziano
A Venezia, dove nacque e visse la prima donna laureatasi al mondo, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, è infatti stato istituito il Premio per la Parità di Genere.
L’unico in Italia e dedicato proprio alla donna che, nel 1678, infranse ogni tabù riuscendo a ottenere l’ambita laurea e diventando così un esempio per tutte le donne.
“Dopo 400 anni di oblio ingiustificato – ha spiegato Silvia Casarin Rizzolo, ideatrice e promotrice del Premio e direttore d’orchestra -Venezia vuole dare un segnale forte di speranza. Ispirati dal grande esempio umano, prima ancora che scolastico, di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, abbiamo istituito il primo premio italiano sulla parità di genere, declinato con un guizzo in più, tutto veneziano: “il coraggio di osare e di farlo con grazia”, entrambe doti che Elena possedeva”.
Una cerimonia che istituzionalizza l’obiettivo
Alla cerimonia di istituzione del Premio, che si è tenuta al Teatro Malibran di Venezia, con una lettera di saluti il ministro della Giustizia Carlo Nordio, presidente della Giuria del Premio, ha ricordato che “in Parlamento non c’è ancora la parità di genere, ma grandi passi sono stati fatti: abbiamo una presidente del Consiglio donna, Giorgia Meloni e sono donne la presidente della Corte di Cassazione, il magistrato Margherita Cassano e la presidente della Corte Costituzionale, la giurista Silvana Sciarra.
Della giuria presieduta da Nordio, oltre al presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, al presidente della Fondazione di Venezia, Michele Bugliesi e al giornalista Rai Paolo Di Giannantonio hanno fatto parte anche la prima rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Tiziana Lippiello, la senatrice Daniela Sbrollini (che, dal palco del Malibran, ha detto annunciato di voler presentare il Premio in Parlamento affinché sia istituzionalizzato) e la vicepresidente di Confindustria con delega alle Pmi e Cultura d’Impresa, Silvia Bolla.
Damiano: “Venezia ha sempre dato ampio margine di autonomia alle donne”
“Dal 2015 il Comune di Venezia promuove iniziative di valorizzazione della donna – ha ricordato Ermelinda Damiano, Presidente del Consiglio Comunale e madrina del Premio – Venezia è sempre stata nella storia una città che ha dato un ampio margine di autonomia alle donne, basti pensare che qui sono nate la perlera e imprenditrice Marietta Barovier, la scrittrice Elisabetta Caminer, prima editrice e giornalista, Gaspara Stampa, grande poetessa del Cinquecento. Il Premio –ha continuato Damiano – si inserisce in una serie di iniziative che, come amministrazione comunale, dal 2015 stiamo cercando di portare avanti in tutta la città. La storia di Elena, così come di tutte quelle donne che hanno scritto la storia di Venezia, deve essere d’esempio, soprattutto per le nuove generazioni e per le istituzioni”.
Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
Elena Lucrezia Cornaro Piscopia era un’appassionata di studio, un’erudita in grado di sciorinare dissertazioni filosofiche e dialogare in molte lingue: latino ed ebraico, francese e spagnolo, arabo ed aramaico. Sognava di laurearsi in teologia; dovette “accontentarsi” di poterlo fare in filosofia. Una grande conquista per l’epoca, tuttavia fu a lungo considerata dai familiari più come un fenomeno da esibire per riscattare il lustro della famiglia Cornaro che per le sue doti intellettuali, che non furono subito uno strumento di affermazione della dignità femminile, né del diritto a competere con gli uomini in campo intellettuale. La sua laurea fu infatti uno spiraglio immediatamente richiuso, tanto che solo nel 1732 in Italia si laureò un’altra donna, Laura Bassi.
Il primo passo: premi a chi si è distinto nel raggiungimento della parità di genere
Tuttavia Elena è stata una pioniera e nel suo nome Venezia ha voluto premiare esponenti di varie categorie che si sono distinte a livello nazionale e internazionale per aver compiuto un significativo traguardo nel raggiungimento della parità di genere.
Il Premio Donna dell’anno per la Parità di Genere è andato così a Sofia Corradi, detta anche “Mamma Erasmus”, ideatrice del programma di mobilità studentesca dell’Unione Europea nato nel 1987; il Premio Associazione dell’anno per la Parità di Genere Università Ca’ Foscari è stato conferito alle associazioni “Femminismi Contemporanei” e “Venice Diplomatic Society”.
Ancora, il Premio Speciale Elena Cornaro per la Parità di Genere al maestro del vetro Giancarlo Signoretto (autore del trofeo in vetro consegnato ai vincitori), alla prima vetraia, futura Maestra del vetro Agnese Tegon e al cardiochirurgo Gino Gerosa che per primo ha trapiantato un cuore fermo da 20 minuti ed ora è impegnato nella realizzazione di un cuore interamente artificiale adattabile al corpo di una donna perché “quello messo a punto da una equipe francese –ha spiegato – è troppo grande ed è adattabile solo al 25% delle donne”.
Ancora, il Premio Elena Cornaro Azienda dell’anno per la Parità di Genere è andato all’azienda Brunello Cucinelli, mentre due premi speciali sono andati alla studentessa del Liceo Morin, Alessia Miniutti e al gruppo “Le filosofe e Antonio” del Liceo Tommaseo.
Una categoria speciale, quella degli studenti, chiamati a redigere un elaborato sulla parità di genere e sul modo di raggiungerla attraverso il coraggio di osare.
Infine, il Premio Elena Cornaro Uomo dell’anno per la Parità di Genere, è stato assegnato al filosofo e psicanalista Umberto Galimberti.
“Ci vorranno secoli per arrivare a una reale parità di genere”, ha detto dal palco del Malibran il filosofo, a conclusione di una serata condotta dai volti Rai Beppe Convertini e Monica Marangoni. “Il maschio deve imparare ad entrare in contatto con la propria parte femminile – ha asserito-. Solo così potrà veramente conoscere l’animo di una donna”.
Claudia Meschini