Nell’isola del Lazzaretto Nuovo di Venezia il convegno “La pandemia vista con gli occhi della storia, viaggio nella sanità pubblica nei tempi e nei luoghi delle pandemie”
L’emergenza Covid-19 è ormai ufficialmente alle spalle, con il virus che è entrato nella fase endemica di convivenza con l’uomo.
Ma, continuano ad ammonire medici ed esperti, purtroppo il rischio che si presentino nuovi agenti infettivi potenzialmente pandemici resta assolutamente concreto.
In tal senso, gli oltre 2 anni in cui la nostra vita è stata pesantemente condizionata dalla diffusione planetaria del contagio da Sars-CoV-2 possono darci una lezione per il futuro se guardati adesso “con gli occhi della storia”. Che è quanto si è provato a iniziare a fare in un incontro svolto in un luogo fortemente simbolico: il Lazzaretto Nuovo di Venezia.
E’ lì, nell’isola destinata nel 1468 a luogo di quarantena per gli equipaggi delle navi in un periodo storico caratterizzato dalla diffusione delle pestilenze che ieri, 8 giugno, si sono riuniti insieme alle autorità istituzionali anche scienziati tra i più autorevoli in materia sanitaria.
“La pandemia vista con gli occhi della storia, viaggio nella sanità pubblica nei tempi e nei luoghi delle pandemie”
“Qual è la lezione che dobbiamo trarre dal Covid”? Si è chiesto Giorgio Palù, presidente di Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.
“Io credo che sia di andare a cercare, prima che arrivino e che ci colpiscano- ha risposto –il virus, il batterio o l’agente pandemico”.
Studi e ricerche devono dunque restare una priorità, così come l’implemento della sanità territoriale.
“Più che parlare di errori per quello che è successo, probabilmente la considerazione da fare – ha sottolineato – è che ci siamo trovati scoperti con la sanità territoriale. È un presidio, che tra l’altro il Veneto ha mantenuto più di altre regioni, che ci avrebbe permesso di non intasare i pronto soccorso, perché da lì il virus si è poi diffuso rapidamente”.
Sul fronte della risposta, Palù ha però concluso sottolineando che “le vaccinazioni di massa hanno sicuramente salvato dai 20 ai 30 milioni di vite”.
Brusaferro (Iss): “Quando il problema non c’è, significa che la prevenzione funziona”
“Guardare nei secoli scorsi a come i nostri antenati hanno affrontato questo tipo di problematiche è un modo per cogliere la continuità nella storia”, ha premesso con un apprezzamento dell’iniziativa promossa dalla Fondazione Scuola di sanità pubblica Silvio Brusaferro, presidente Istituto Superiore di Sanità.
“Una delle cose principali che abbiamo imparato dalla pandemia – ha proseguito – è che è molto importante investire nella prevenzione anche quando i problemi non li vediamo. Perché quando agisce, la prevenzione tendenzialmente riesce ad avere successo. In altri termini, il fatto che il problema non c’è, vuol dire che la prevenzione funziona e quindi dobbiamo continuare a investire su questo tipo di tematica”.
Riguardando alle lezioni del biennio-Covid, il presidente dell’Iss ha quindi aggiunto: “È bene sempre comunicare tutti i dati in maniera trasparente e totalmente aperta. Ed è importante che i dati siano solidi, facendo in modo che siano anche sostanzialmente comprensibili”.
La pandemia e il Lazzaretto Nuovo
Il convegno, patrocinato da Regione Veneto (che ha nell’occasione illustrato il nuovo piano pandemico) e Comune di Venezia, ha attraversato in sostanza 600 anni di storia: dalla peste del 1423, che spinse il Senato della Repubblica di Venezia a istituire per la prima volta al mondo un “ospitale” per l’isolamento dei malati di peste, ai disegni dei bambini durante la pandemia di Covid, raccolti nella mostra “Andrà tutto bene”, esposti in un box-anteprima per il prossimo anno nell’isola veneziana, che potrebbe diventare anche sede permanente della mostra-museo sul Covid.
“I bambini e i ragazzi – ha ricordato l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin – in un momento di fortissima paura e difficoltà hanno trovato forza e coraggio nell’osservare i comportamenti corretti. Il desiderio è che questo percorso aiuti tutta la popolazione, soprattutto quella futura, a far tesoro di quanto espresso dai disegni dei bambini: il senso di comunità e l’importanza di essere ognuno protagonista del proprio tempo, di poter attraverso i propri comportamenti e le proprie scelte fare qualcosa di buono non solo per se stessi ma per l’intera comunità”.
L’assessore comunale alla Programmazione sanitaria, Simone Venturini, ha invece sottolineato “l’importante occasione di confronto con i vertici nazionali del sistema sanitario nazionale per ragionare su quali possano essere ulteriori riforme da attuare per gestire eventuali situazioni di bisogno, ricordando anche che la Repubblica Serenissima fu uno dei primi esempi di sanità pubblica, dotandosi prima che altrove di un modello sanitario molto efficace”.
Alberto Minazzi