L’acqua sotto il Ponte di Rialto, a Venezia, colorata nella mattina di domenica 28 da un liquido fluorescente. Secondo l’Arpav si tratta di un tracciante non pericoloso
L’effetto è stato indubbiamente scioccante, perché non capita tutti giorni di vedere l’acqua sotto un monumento-simbolo di Venezia e dell’Italia intera come il Ponte di Rialto colorarsi di un evidente verde fluorescente. E il pensiero, verso le 9.30 di mattina di domenica 28 maggio, è corso subito alle simili azioni dimostrative più volte messe in atto da associazioni ambientalistiche.
In realtà, una rivendicazione in tal senso non è poi mai arrivata. E gli esperti sembrano escludere anche l’ipotesi dell’incidente. Quel che più conta, in ogni caso, è che, in attesa delle nuove e più approfondite analisi di laboratorio fissate per oggi con l’utilizzo di strumentazione più sofisticata, le prime valutazioni dell’Arpav, l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, sembra escluso che a colorare le acque del Canal Grande sia stata una sostanza pericolosa per l’ambiente. Nessun pericolo per la salute, dunque. Di Venezia e dei suoi cittadini.
L’ipotesi-fluoresceina
Nel comunicato emesso nella serata di domenica l’Arpav, il cui intervento è stato richiesto da parte dei Vigili del Fuoco sulla base dell’allerta lanciata dalla Polizia Municipale di Venezia per la presenza di una colorazione verde fluorescente anomala delle acque del Canal Grande in zona Rialto, dichiara che “dall’esperienza acquisita in Arpav a seguito di eventi similari si è spesso ricondotto il fenomeno all’utilizzo della fluoresceina”.
Si tratta di un tracciante in polvere che si diluisce in acqua ed è per esempio utilizzato per individuare il regolare funzionamento di una rete fognaria.
“Sotto la luce del sole – prosegue il comunicato – la fluoresceina ha bisogno per dissolversi anche di qualche giorno in funzione dei quantitativi di polvere utilizzati e l’effetto è ancora più visibile con l’irraggiamento solare”.
Il sopralluogo
Il personale tecnico intervenuto ha eseguito alcuni campioni nella zona interessata dall’anomala colorazione e nelle zone limitrofe, dove la sostanza si è progressivamente diffusa, anche per effetto della marea.
“La sostanza presente soprattutto in superficie – fa il punto l’Arpav – risultava ben solubile in acqua. Sono stati comunque eseguiti dei campioni a diverse quote del corpo idrico superficiale, per valutare quanto della sostanza tendesse a depositarsi sul fondale”.
I tecnici hanno in ogni caso ricordato che la scheda di sicurezza della fluoresceina “riporta che la sostanza non è pericolosa per l’ambiente acquatico e non contiene componenti persistenti, bioaccumulabili e tossiche”. E dalle prime analisi “non si sono riscontrate sostanze organiche in concentrazione tali da destare preoccupazioni ambientali”. Dopo l’accaduto, si è comunque tenuto un vertice straordinario in Prefettura, che ha portato a intensificare la vigilanza, e per oggi è prevista una nuova riunione.
Alberto Minazzi