Il Governo punta a cambiare il sistema di identificazione digitale, puntando anche sul “wallet” dell’app IO
Già oggi, nei casi in cui ci viene richiesto di presentare la nostra identità digitale, nella gran parte dei casi, in alternativa allo Spid, è possibile inserire come credenziale la Carta Nazionale dei Servizi (ovvero la tessera sanitaria opportunamente attivata) o la Carta d’Identità Elettronica.
Con l’obiettivo di semplificare l’uso delle piattaforme telematiche della Pubblica Amministrazione, il Governo ha deciso ora di puntare su quest’ultimo documento, noto anche con l’acronimo Cie, all’interno di un’operazione più ampia, che punta a potenziare sempre più anche l’app IO.
L’idea è quella di rendere il “wallet” dell’applicazione un vero e proprio “portafoglio digitale”, raggruppando al suo interno, entro la prima metà del 2024 (ma le prime novità potrebbero arrivare già a fine anno), tutti i documenti utili per l’interlocuzione tra privato cittadino e pubblici uffici.
Dall’identità digitale alla patente, dalla tessera sanitaria alla scheda elettorale, probabilmente anche coordinate bancarie e postali, i documenti digitali aventi valore legale e i relativi dati collegati attraverso l’operazione di semplificazione saranno riuniti e conservati in un unico sistema.
Dallo Spid alla Cie: ecco perché
Al momento, con 27 milioni di utilizzatori, lo Spid è il sistema di identificazione digitale maggiormente utilizzato dagli italiani. Si tratta però di un sistema gestito da soggetti privati, come Poste Italiane che pure ha contribuito alla diffusione dello Spid attraverso il rilascio gratuito di più di 20 milioni di identità digitali, consentendo agli utenti un risparmio di 300 milioni di euro.
La Cie, invece, è gestita dallo Stato e, quando soppianterà lo Spid, consentirà di avere un unico strumento di identità digitale a livello nazionale. Ma non solo. La Carta d’Identità Elettronica presenta, rispetto allo Spid, anche vantaggi dal punto di vista delle modalità di accesso e dei livelli di sicurezza informatica e protezione dei dati.
Per gli accessi di livello 1 e 2, la Cie non richiede cioè la carta fisica, ma sono sufficienti un cellulare e una password. Inoltre, garantisce a tutti gli utenti il più avanzato “livello 3”, quello richiesto per la firma di un documento o la gestione e l’approvazione di movimenti bancari, a cui è possibile avere accesso tramite carta fisica e lettore smartcard.
L’app IO e il portafoglio digitale
A oggi, l’app IO, che sarà il fulcro del nuovo sistema, è stata scaricata da quasi 34 milioni di utenti. Inizialmente usata soprattutto per il cashback e il green pass Covid è ora utilizzata per una serie di servizi e adempimenti nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni: dal pagamento di multe e tributi, ai versamenti dovuti per le mense scolastiche.
Il ventaglio di funzioni disponibili sull’app è comunque amplissimo, con quasi 200 mila servizi digitali attivati da 12.800 enti pubblici e privati. Con l’attivazione del portafoglio digitale unico, vi confluiranno quindi anche le operazioni che attualmente richiedono l’utilizzo dello Spid, come le iscrizioni a scuola ai pagamenti alla Pubblica Amministrazione.
L’orizzonte temporale per il definitivo passaggio al wallet italiano, che consentirà di accedere anche a quello europeo, è stato individuato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, nel 2025-2026, sfruttando anche i 900 milioni dedicati all’identità digitale all’interno del Pnrr.
Alberto Minazzi