L’Ue chiede di riservare il 10% della superficie dei campi ad aree naturali entro il 2030. 22 azioni per scongiurare la sesta estinzione di massa
Il 22 maggio di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della Biodiversità.
Una ricchezza che per mano dell’uomo si sta sempre più distruggendo.
Scienziati e ricercatori delle più autorevoli organizzazioni internazionali evidenziano che l’impatto del genere umano su tutte le altre forme di vita sia arrivato a accelerare tra le 100 e le 1.000 volte il tasso di estinzione naturale della specie dando il via alla sesta estinzione di massa.
Sos biodiversità: i dati allarmanti in Italia e nel mondo
La ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite per ricordare che proprio il 22 maggio del 1992, al vertice sulla Terra a Rio de Janeiro è stato adottato il testo della Convenzione per la diversità biologica, entrata in vigore il 29 dicembre 1993.
Quest’anno il tema della Giornata è “Dall’accordo all’azione: ricostruire la biodiversità”.
Ovvero una sorta di monito per riflettere sui possibili scenari futuri e sul fatto che non basta salvaguardare e tutelare il patrimonio naturale degli ecosistemi, ma è necessario anche impegnarsi in una rigenerazione degli ambienti danneggiati o minacciati. L’espansione dell’agricoltura industriale insieme all’allevamento intensivo sono tra le principali cause della distruzione globale delle foreste. Per questo la strategia europea “Farm to Fork” ambisce a destinare entro il 2030 il 10% dei campi coltivati a zone di conservazione della biodiversità come boschi, aree umide, siepi alberate.
Per la ricorrenza 2023, la Convention on Biological Diversity ha predisposto 22 azioni per la Biodiveristà.
A dare un’idea dell’entità della perdita è il WWF nel report “Biodiversità Fragile, maneggiare con cura”.
Gli studiosi stimano che il 68% degli ecosistemi italiani si trova in pericolo, il 35% in pericolo critico.
Il 57% dei fiumi e l’80% dei laghi si trova in uno stato ecologico non buono. Allarmanti sono anche i dati che riguardano lo stato di conservazione delle specie. I numeri dicono infatti che il 30% delle specie di animali vertebrati e il 25% di specie marine del Mediterraneo sono a rischio estinzione.
Allargando l’orizzonte, secondo IPBES, piattaforma intergovernativa per la scienza e la politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici, circa un milione di specie animali e vegetali sono minacciate di estinzione. Alcune di queste addirittura potrebbero estinguersi entro pochi decenni.
Estinte 680 specie di vertebrati, a rischio più del 40% di quelle anfibie e quasi il 33% dei coralli
IPBES ha rilevato che, dal XVI secolo a oggi, almeno 680 specie di vertebrati sono state portate all’estinzione.
Per quanto riguarda tutte le razze di mammiferi addomesticati utilizzate per l’alimentazione e in agricoltura ne sono sparite più del 9% e almeno altre 1.000 razze sono attualmente minacciate, con una diminuzione del 20% dell’abbondanza media di specie autoctone nella maggior parte degli habitat terrestri.
A rischio estinzione sono anche più del 40% delle specie di anfibi, quasi il 33% dei coralli e più di un terzo di tutti i mammiferi marini.
Guardando agli insetti, i dati scientifici finora dicono che il 10% delle specie è minacciata.
In Italia gli animali a rischio estinzione per cambiamento climatico, deforestazione e bracconaggio sono, secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura IUCN, l’orso bruno marsicano, la tartaruga marina Caretta Caretta, l’aquila fasciata che si trova quasi esclusivamente in Sicilia e più raramente in Calabria e Sardegna; la pernice bianca d’inverno e scura d’estate che vive prevalentemente nelle praterie alpine e 37 delle 288 specie di farfalle diurne.
Nel mondo, a rischio estinzione troviamo il rinoceronte di Giava, un tempo molto diffuso in diverse aree del territorio asiatico; il bradipo pigmeo del quale esistono solo 100 esemplari; il koala; la zebra di Grevy di cui ne esistono circa 2.400 esemplari concentrati per lo più in Kenya e il cebo dorato, una buffa specie di primate endemica del Brasile. Attualmente ne esistono 180 esemplari, di cui il 50% sembra destinato a scomparire nei prossimi decenni.
Le sentinelle della biodiversità per il benessere dell’uomo
Dal 1990 a oggi, la Terra ha perso 287 milioni di ettari di foreste, 13 milioni solo nel 2017, vale a dire una superficie pari a quasi dieci volte quella dell’Italia.
Numeri impressionanti che, guardando oltre le cifre, si traducono in pericolo oltre che per le specie animali e vegetali anche per l’uomo stesso per i benefici che la biodiversità offre e che ci permettono di vivere. Solo per fare alcuni esempi, le foreste di mangrovie e le barriere coralline forniscono protezione da cicloni e tsunami, oltre a essere abitate da moltissime specie animali.
Le foreste e gli oceani poi immagazzinano milioni di tonnellate di CO2 e le api e altre specie impollinatrici garantiscono la nostra sicurezza alimentare ed economica. E ancora gli uccelli e i chirotteri insettivori tengono sotto controllo le popolazioni di parassiti e insetti che potrebbero essere nocivi per le foreste e le colture, come pure sono note le proprietà di molte piante che si utilizzano in cosmesi.
Silvia Bolognini