Le tematiche al centro dello Space Meetings Veneto. Tra vertiporti e formazione, si moltiplicano gli sviluppi della mobilità aerea avanzata
Taxi aerei e trasporti rapidi senza pilota, ma anche nuove professioni per una mobilità aerea destinata in tempi assai rapidi a un ripensamento radicale.
Il futuro, per il trasporto rapido di persone e merci sulle brevi distanze, è sempre più dei droni, tra ricerca nell’innovazione tecnologica che compie continui passi avanti e progetti che stanno entrando sempre più nel vivo.
La stessa Commissione Europea ha definito una specifica strategia per favorire ancor più lo sviluppo delle tecnologie e del quadro normativo e commerciale legati ai droni di ultima generazione.
I droni allo Space Meetings Veneto
Nel contesto italiano, Venezia e il Veneto sono sicuramente uno dei poli all’avanguardia.
Non a caso, i droni e la mobilità aerea avanzata saranno uno dei temi principali dello “Space Meetings Veneto”, che inizierà nel capoluogo lagunare lunedì prossimo, 15 maggio.
Tant’è che, nell’evento che vedrà partecipare 122 aziende di 15 Paesi, la seconda giornata sarà interamente dedicata alle nuove modalità di spostamento, guardando anche alle interessanti recenti sperimentazioni.
Dai droni merci alimentati a idrogeno ai primi voli-test di droni-taxi a Fiumicino, non mancano nemmeno suggestivi progetti di “droni-uccello”, come quello realizzato al Politecnico di Losanna, per facilitare le manovre negli spazi ristretti di una grande città.
Del resto, questo è un settore che, secondo le stime degli esperti, è destinato a una rapida crescita, anche dal punto di vista economico.
Il report di Pwc prevede per esempio per il 2030 un giro d’affari legato alla mobilità aerea avanzata tra 38 e 55 miliardi di euro.
Riguardo invece ai soli “taxi aerei”, Morgan Stanley stima che, con orizzonte 2040, si arriverà a 350 aziende attive in tutto il mondo, per un trilione di investimenti e uno scenario-obiettivo di 9.500 aeromobili.
Il piano-vertiporti
Per consentire alle nuove tecnologie di esprimere fino in fondo le proprie potenzialità, serve ovviamente anche un adeguamento infrastrutturale.
Il nodo, in questo caso, si chiama “vertiporti”, ovvero le aree che, pur occupando spazi non più grandi di un campo da tennis, siano in grado di far decollare e atterrare il traffico dei droni.
E se Milano sta già muovendosi per avere per le Olimpiadi invernali 2026 collegamenti con taxi aerei tra gli aeroporti di Linate e Malpensa e la città, se Torino ha già predisposto un’area, da fine 2021, in questa prospettiva, è stato lanciato il progetto di mobilità sostenibile “Urban Blue” che ha coinvolto gli scali aerei di Roma, Bologna, Costa Azzurra e Venezia.
Anche in questo caso, l’area lagunare ha da poco ufficializzato che il più ampio progetto, mirato a coinvolgere con una decina di vertiporti, sempre entro il 2026, l’intero Nord-Est (compresi Brescia, Bologna e Cortina) in un sistema di trasporti aerei veloci con droni, partirà a breve dalla realizzazione del primo vertiporto, a Chioggia.
Un primo tassello del piano triennale di interconnessione soprattutto con le isole, dal Lido a Murano e Burano. Ma già nel 2021, in occasione della presentazione di “Urban Blue”, Save (la società che gestisce l’aeroporto di Tessera) aveva intanto fissato il 2024 come data-obiettivo per dotare il “Marco Polo” di un paio di vertiporti.
A scuola di droni
Nel commentare l’adozione della strategia-droni, la commissaria europea per i Trasporti, Adina Valean, aveva stimato che, in presenza di un quadro normativo adeguato, il mercato dei servizi con questi veicoli aerei potrebbe raggiungere entro il 2030 un valore di 14,5 miliardi di euro, con la creazione di 145 mila posti di lavoro.
È proprio in tal senso che va letta l’iniziativa “Educazione al volo. Uso di droni in contesto scolastico”: una rete di scopo, creata dall’Itis Sella di Biella e inserita all’interno del piano di formazione “Scuola futura” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Sono stati così creati alcuni “centri di formazione per la pratica del volo con droni”.
Assieme a Roma, Teramo, Cosenza, Trapani e Sassari, nel progetto è di nuovo coinvolta anche Venezia.
All’istituto “Zuccante” di Mestre, scelto come centro di formazione delle scuole del Nord-Est, è così partito il primo corso di formazione per fornire ai docenti le nozioni necessarie a loro volta per l’insegnamento dell’educazione al volo.
In prospettiva, si punta a estendere l’apprendimento delle nozioni-base per l’utilizzo dei droni rivolgendolo agli studenti più giovani, in modo da dotarli di competenze che potranno poi risultare utili ai fini del successivo inserimento lavorativo nelle nuove professioni legate alla mobilità aerea avanzata una volta terminato l’iter scolastico.
Alberto Minazzi