Il presidente Zaia ha presentato un elenco di 6 grandi opere prioritarie per contrastare il problema
«La pioggia è finalmente arrivata ma da sola non basta a fronteggiare la carenza di acqua. Mancano le riserve idriche». Sono le parole del presidente del Veneto, Luca Zaia, che fotografano una situazione siccità preoccupante. Per questo l’obiettivo da raggiungere è ora quello di evitare la dispersione e trattenerla. Come? Per farlo è necessario al più presto realizzare dighe e invasi.
Le richieste del Veneto al Governo e la nomina di Dell’Acqua
In Veneto sono in totale 274 le opere di urgente realizzazione che compongono la lista presentata al Governo da Zaia, suddivise in 3 fasce a seconda della loro importanza. Un piano anti siccità da due miliardi di euro.
Tra queste, 6 progetti per un investimento da 403 milioni, risultano prioritari per la sicurezza del territorio, gestire meglio la rete idrica, costruire riserve d’acqua e evitare gli spechi che derivano da infrastrutture idrauliche troppo datate.
Intanto è stato nominato il commissario per l’emergenza idrica. E’ Nicola Dell’Acqua, già alla guida di Veneto Agricoltura e direttore dell’Arpav e da poco ai vertici dell’Associazione nazionale delle Agenzie regionali per lo sviluppo e l’innovazione agronomiche forestali. Dell’Acqua aveva ricoperto il medesimo incarico in Veneto per Zaia
I sei grandi progetti nel piano del Veneto contro l’emergenza idrica
Secondo i dati Arpav, lo scorso mese di aprile sulla Regione sono caduti 71 mm di pioggia, il 24% in meno rispetto alla media storica di 93 mm nei trent’anni precedenti. Manca anche il 36% di neve.
Delle 6 opere più urgenti per contrastare la siccità 3 interessano il Bellunese, 2 sono lungo la costa veneziana, 1 nel Vicentino. I lavori da realizzare consistono in invasi, bacini, dighe e opere anti cuneo salino che una volta completati permetterebbero di affrontare meglio i periodi di carenza d’acqua.
Oltre 200 interventi del piano riguardano la rete e il sistema idrico per ridurre la dispersione della risorsa, mentre nella terza fascia meno prioritaria vi sono lavori di riconversione dei canali, impianti di sollevamento e bacini di portata minore.
Le dighe del Bellunese
L’opera più costosa (150 milioni) e impegnativa con tre anni di cantieri previsti è la realizzazione della diga di Vanoi, a Lamon (BL). Si tratta di un lavoro complesso che servirà a uso acquedottistico, irriguo e idroelettrico.
Restando nel Bellunese, 3 anni di cantiere e una spesa di 88 milioni per la diga del Corlo, Arsiè (BL) Qui gli interventi riguardano la modifica degli scarichi per un recupero maggiore di acqua.
Il terzo progetto nel Bellunese è in Alpago per una spesa di 20 milioni di euro. Prevede la realizzazione di una galleria scolmatrice di regolazione alla diga di Bastia per aumentare la capacità dell’invaso (il bacino o invaso è una struttura artificiale che ha lo scopo di contenere una notevole massa d’acqua, ndr).
Gli altri progetti
Le 2 significative opere in provincia di Venezia, riguardano le località di Cavanella d’Adige e Caorle, Eraclea, Concordia Sagittaria. Nella prima i lavori porteranno alla realizzazione di uno sbarramento antisale alla foce del fiume per un investimento di 40 milioni e un anno di cantiere.
Sempre un anno di cantiere e un investimento di 25 milioni invece per gli altri 3 comuni. Il progetto riguarda un sistema integrato di lavori per il contrasto della risalita del cuneo salino affinché sia tutelata la risorsa idropotabile, irrigua e ambientale nei sistemi fluviali del Veneto Orientale in quelle località. Poiché non richiedono tempi di realizzazione particolarmente lunghi se avviate a breve già per il 2024 potrebbero essere pronte.
L’ultimo progetto prioritario per il Veneto riguarda Velo d’Astico (VI) interessata dalla realizzazione di un bacino di invaso sul torrente Astico (bacino di Meda).
Silvia Bolognini