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Il pisolino che fa bene alla dieta. Ma solo se breve

Il pisolino che fa bene alla dieta. Ma solo se breve

Un breve sonno quotidiano fa mantenere la linea e abbassa il rischio di alterazioni metaboliche secondo uno studio del Brigham an Women’s Hospital

Dormire fa bene. E può pure far dimagrire. Ma bisogna farlo nel modo giusto.
Secondo uno studio del Brigham and Women’s Hospital, infatti, un pisolino quotidiano diminuisce il rischio di obesità e alterazioni metaboliche.
Attenzione però: la pennichella quotidiana non deve durare più di trenta minuti.
Lo studio, condotto su più di 3.000 adulti della regione spagnola di Murcia, dove la siesta è culturalmente radicata, ha evidenziato che, se il pisolino si prolunga per più di trenta minuti, c’è maggiore probabilità per la persona di avere un indice di massa corporea più elevato, una pressione sanguigna più alta e alterazioni mataboliche come il diabete e malattie cardiache.
Chi invece è abituato a praticare una breve pennichella non presenta questi rischi.

Il pisolino che fa bene

L’obesità è un problema di salute che colpisce oltre un miliardo di persone in tutto il mondo.
L’accumulo di grasso nel corpo è collegato al modo in cui viene ingerito il cibo e sono diversi i fattori che possono incentivarla.
In questo caso la pennichella può aiutare.

pisolino
Non tutti i riposini quotidiani possono però giovare e portare benefici. Perché, come spiega l’autore senior dello studio Marta Garaulet, ci sono altri fattori che ne possono influenzare l’esito oltre alla durata del tempo.
Altro elemento importante è la posizione nel sonno: il letto induce a sieste più lunghe di un divano e la posizione a pancia in su favorisce la digestione.

Differenti risultati in base alla durata della siesta e alle abitudini di vita

Sulla base dei dati rilevati attraverso un sondaggio tra le persone coinvolte nello studio, queste sono state suddivise in tre categorie: quelle che non facevano alcuna siesta, coloro che abitualmente si concedevano un riposino più breve di 30 minuti e chi lo prolungava oltre i 30 minuti.
Per le persone che avevano riposato più a lungo l’indice di massa corporea risultava più alto e maggiori sono risultate le probabilità di sindrome metabolica rispetto a chi non faceva la siesta. Inoltre erano più alti i valori di circonferenza vita, di glucosio a digiuno, pressione arteriosa sistolica (il valore nel momento in cui il cuore è in contrazione al fine di spingere il sangue in circolo, ndr) e diastolica (nel momento in cui il cuore è in rilassamento, ndr).
Riguardo le sieste prolungate, i riusltati hanno mostrato che erano associate a sonno notturno e cene più tardi la sera, con un maggior apporto energetico a pranzo. Oltre a fumo di sigaretta e su un letto piuttosto che su un divano.

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Tag:  sonno