Tre donne della Tv sportiva sono partite dal nostro territorio per arrivare ai network nazionali. Si tratta della padovana Lia Capizzi e delle veneziane Roberta Noè e Chiara Perale
In principio fu Monica Vanali da Padova, volto amico delle reti Mediaset. Poi dal Veneto sono partite altre giornaliste con lo sport nel sangue verso Milano o Roma, come la padovana Monica Mattiolo o la veronese Daniela Scalia. Donne che si sono fatte strada nel mondo del giornalismo sportivo, ma anche i sogni di chi questa strada ha iniziato a percorrerla da pochi anni. Volti noti, come quelli di Lia Capizzi e Roberta Noè a SkySport24, volti emergenti, come quello di Chiara Perale, approdata la scorsa estate a SportItalia e adesso in attesa di una chiamata.
Una passione innata o scoperta strada facendo, anche casualmente. «Da piccola non ci pensavo assolutamente, sognavo di fare l’ingegnere – ricorda la padovana Lia Capizzi – tanto che uscita dal Tito Livio di Padova mi ero iscritta alla facoltà di Ingegneria, poi arrivò la radio, il mio primo amore, e capii che la mia strada era un’altra. Lo sport è sempre stato una passione, ancor prima di approdare alla televisione: da piccola ho praticato nuoto a livello agonistico, alle medie rimanevo alzata di notte, insieme ai miei fratelli, per vedere le partite di basket. I miei idoli? Oscar e “Praja” Dalipagic, ma avevo un debole per gli assist di Larry Bird, tanto è vero che ancora adesso tifo per i Boston Celtics e continuo a guardare l’Nba».
Nemmeno Roberta Noè, veneziana del centro storico, aveva la televisione come sogno da ragazzina quando frequentava le magistrali al “Niccolò Tommaseo”. «Nacque tutto su intuizione del mio professore di francese alle superiori, don Fausto Bonini, che mi propose di collaborare con il periodico diocesano Gente Veneta intuendo la mia passione per la scrittura». Merito quindi di quel sacerdote che sarebbe arrivato al Duomo di Mestre e Delegato Patriarcale in Terraferma. «Avevo iniziato a seguire lo sport fin da piccina – aggiunge Roberta Noè – grazie a mio padre che era allenatore di calcio al Nettuno Lido. Non c’erano molte ragazze, allora, che scrivevano, adesso ci sono maggiori opportunità, i mass media sono aumentati. La svolta c’è stata con il passaggio a Milan Channel: ho cominciato a vedere lo sport dall’altra parte della barricata, ora dopo ora».
Lia Capizzi è stata la prima donna a commentare una partita di calcio. «L’allora vicedirettore di SkySport, Massimo Corcione, ci pensava da tempo, io tergiversavo. Non ricordo le emozioni della vigilia perché non ci furono, accadde tutto all’improvviso. Il collega che doveva commentare Messina-Brescia si ammalò, venni avvertita solo poche ore prima. Avevo un groppo in gola, mi usciva una voce innaturale tanto ero tesa. Il bello del mio lavoro rimangono, comunque, le emozioni: l’ultima l’ho provata raccontando le gare di nuoto e di tuffi all’Acquatic Center di Londra durante le Olimpiadi 2012».
Il Veneto rimane sempre la loro terra d’origine, anche se non è semplice ritornarci. «Da 18 anni risiedo a Milano – osserva Lia Capizzi – ma il Veneto lo sento ancora “mio”. La mamma è padovana doc, il 50% del sangue è veneto, l’altro 50% è siciliano. Purtroppo non ci torno quanto vorrei, mi manca il baccalà, ma se sono a Venezia non mi perdo un bel piatto di moeche». «Il lavoro ti impedisce di ritornarci quanto vorresti – fa eco Roberta Noè – quando ci riesco, la vivo con l’emozione del turista che ci approda per la prima volta. Con il vantaggio di sapere perfettamente dove andare».
Emozioni diverse, quelle provate da Roberta, quando le si chiede dell’ambito giornalistico extrasportivo. «Beh, non dimenticherò mai il processo a Pietro Maso, anche se sono trascorsi tanti anni: mi colpì il numero di ragazze interessate a quella storia. E non potrò mai scordare l’incontro con il maestro Pavarotti, una persona straordinaria. Il ricordo più bello è legato però agli inizi, quando a TeleVenezia preparavamo il tg di Metronews. Eravamo in quattro, di numero e di fatto: io, Stefano Pittarello, Alessia Da Canal e Roberto Massaro. Un telegiornale che toccava proprio le province di Venezia, Padova e Treviso, e non aveva concorrenza».
In pochi mesi Chiara Perale ha vissuto sulle montagne russe, dall’euforia per la chiamata di SportItalia allo status quo attuale, in attesa di un chiarimento dopo che è subentrato il Gruppo LT Multimedia. «Il caso ci ha messo lo zampino nel mio arrivo alla televisione – ammette Chiara Perale – il mio sogno era diventare fisioterapista, ero avvilita perché non riuscivo a entrare nel corso e lavoravo in un centro medico. Lì incontrai il direttore di TeleVenezia che mi propose di andare in tv. Ero titubante all’inizio, poi decisi di provare ed è stata una scelta che ha cambiato la mia vita. Questo lavoro mi entusiasma, il passo successivo è stato lavorare per Udinese Channel, un’esperienza straordinaria, in pratica si viveva 24 ore su 24 a contatto con il calcio in una società modello. Poi è arrivata l’opportunità di SportItalia, fino a fine ottobre, adesso aspetto dopo il cambio di proprietà».
Volley e non solo nel passato di Chiara Perale. «Lo sport di squadra che mi entusiasma di più è la pallavolo, anche perché l’ho praticata a livello agonistico per sette anni. Non ho la controprova, ma se non avessi avuto problemi alle ginocchia, che mi hanno costretta a fermarmi, forse sarei ancora in campo a giocare. Lo sport l’ho sempre avuto nel sangue. Fin da piccola ho praticato nuoto, ginnastica artistica, danza e pattinaggio artistico, poi ho provato con la pallavolo ed è stato amore a prima vista. In questa disciplina ho avuto le più grandi soddisfazioni a livello sportivo». Prima di approdare in televisione, uno “sport” più sedentario, ma sempre di sport si tratta, e ad altissimo livello.
AMELIA “LIA” CAPIZZI è nata a Camposampiero, in provincia di Padova, ha frequentato il liceo classico “Tito Livio” a Padova. Ha iniziato con la radio, prima a Radio Gemini, poi il trasferimento a Milano nel 1995 a Radio 105 e Radio Montecarlo. Nel 2000 è passata alla redazione sportiva di Mediaset, due anni dopo a Radio Rai, infine è ritornata alla tv a Sky Sport e SkySport24
ROBERTA NOE’ è nata a Venezia, si è diplomata alle magistrali all’istituto Niccolò Tommaseo, è partita dalla carta stampata collaborando con Il Gazzettino di Venezia e la Gazzetta dello Sport, poi l’approdo al video a TeleVenezia e Antenna 3, inizialmente in Veneto e poi in Lombardia. Il passo successivo è stato l’ingresso a TelePiù e la collaborazione con Milan Channel, l’ultimo step il passaggio a Sky Sport e SkySport24
CHIARA PERALE è nata a Mirano, in provincia di Venezia, ha frequentato il liceo classico Majorana. Anche lei è partita da TeleVenezia per emigrare successivamente in Friuli, chiamata da Udinese Channel, che è stato il trampolino di lancio per arrivare alla redazione milanese di SportItalia. Dopo il passaggio di proprietà dell’emittente tematica, è in attesa di un chiamata.