Uno studio di ricercatori italiani e tedeschi dimostra l’utilità della tecnologia per raccogliere le informazioni sull’attività sismica
Le informazioni geofisiche, geochimiche e geologiche fondamentali per consentire a geologi e sismologi di valutare l’attività vulcanica e quantificarne pericolosità e rischi possono essere facilitate dall’impiego della tecnologia a fibra ottica nelle attività di monitoraggio.
Lo ha dimostrato lo studio recentemente pubblicato sulla rivista Scientific Reports che ha riassunto i risultati del lavoro svolto da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Dr. Francesco Italiano e Dr. Alessandro Gattuso) del GeoForschungsZentrum di Potsdam, in Germania, dell’Università di Palermo (Marco Milazzo e Paola Quatrini), della Harvard Medical School e della Weill Cornell Medicine.
Il monitoraggio dell’isola di Vulcano
L’oggetto della sorveglianza è stata l’isola di Vulcano dell’arcipelago delle Eolie, a nord della Sicilia, che aveva dato nei mesi scorsi segnali di risveglio.
Il vulcano è stato monitorato per un mese dai ricercatori analizzando le registrazioni in bassa frequenza delle deformazioni dinamiche, acquisite mediante la tecnologia Distributed Acoustic Sensing (DAS).
Ovvero utilizzando una strumentazione scientifica installata sui fianchi e sulla sommità dei vulcani, che ha raccolto durante l’esperimento circa 20 terabyte di dati.
Il ruolo dei cavi sottomarini in fibra ottica
È così risultato che i cavi sottomarini in fibra ottica dedicati alle telecomunicazioni, se associati a innovativi algoritmi di intelligenza artificiale, sono in grado di contribuire alla comprensione e il monitoraggio dei sistemi idrotermali in aree vulcaniche, consentendo agli studiosi di rilevare automaticamente e in tempi rapidi gli eventi sismo-vulcanici e i segnali sismici a bassa frequenza.
Il tutto semplicemente “interrogando” i cavi anche a decine di km di distanza. Non a caso, durante il periodo di acquisizione, sono stati rilevati 1.488 eventi, con una grande varietà di forme d’onda.In particolare, sottolinea l’Ingv, la natura dei segnali sismici a lunghissimo periodo (VLP) e a lungo periodo (LP) nei vulcani è da diversi decenni oggetto di dibattito scientifico.
La comprensione dei rispettivi meccanismi di origine dei segnali è, quindi, una componente fondamentale per valutare lo stato di attività vulcanica e contribuire, così, alla definizione del corretto livello di allerta.