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Cicloturismo: è “rivoluzione a pedali” anche in Italia

Cicloturismo: è “rivoluzione a pedali” anche in Italia
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Il rapporto di Isnart e Legambiente: nel 2022, oltre 33 milioni di presenze per un fenomeno che si allarga sempre più anche al Sud

Visitare il mondo su due ruote. Un modo “green”, e al tempo stesso all’insegna dell’attività fisica, di vivere le proprie vacanze.
Anche in Italia, sempre più attenta alla creazione di percorsi dedicati agli amanti della bici e al tempo stesso sempre più coinvolta nei percorsi internazionali, il cicloturismo è sempre meno di nicchia.
E quel che di maggiormente positivo emerge dal rapporto sul fenomeno appena presentato da Isnart e Legambiente è che i numeri sono in crescita non solo nelle regioni classicamente interessate dai flussi di visitatori, ma il baricentro si sta spostando, con molte regioni meridionali interessate da progetti che coinvolgono e attirano turisti sul sellino.
Una vera e propria “rivoluzione a pedali”, come l’ha definita in occasione della presentazione del report il responsabile nazionale di Legambiente Turismo, Sebastiano Venneri. Perché la consapevolezza che si sta finalmente diffondendo anche in Italia è che il cicloturismo è un’occasione dalle grandissime potenzialità per le ricadute positive che genera nei territori.

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Le tre regioni cicloturistiche italiane al top

Il processo di progressivo allargamento del cicloturismo, dunque, è già iniziato, pur rimanendo ancora una netta preponderanza delle regioni che da più tempo hanno deciso di puntare su questa forma di offerta turistica.
Quasi la metà dei flussi cicloturistici del 2022, esattamente il 47%, ha infatti puntato su Veneto, Trentino Alto Adige e Toscana, tra le destinazioni più vendute dai tour operator esteri anche per il 2023.

Itinerari strategici, database online per il Veneto

Sulla base dei percorsi realizzati nel corso degli anni, accanto alla realizzazione di nuove piste, lo sforzo in queste realtà punta anche sulla massima organizzazione dei percorsi, per facilitarne l’utilizzo da parte dei turisti.
Il Veneto, per esempio, ha raccolto i quasi 8 mila km di percorsi regionali dedicati alle bici in un database disponibile online.
Una scelta che può essere vincente, se si considera che il rapporto evidenzia come il 44% dei cicloturisti (contro il 32,7% dei turista medio in Italia) sia influenzato dalle informazioni raccolte in rete prima di partire.
Chi pensa così di trascorrere una vacanza in bici in Veneto potrà scoprire come gli itinerari, dal livello provinciale ai percorsi internazionali, sono tutti combinati all’interno della rete complessiva.

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Una crescita costante in tutto lo Stivale

A conferma della diffusione dei flussi di cicloturisti anche in nuove realtà, Isnart e Legambiente evidenziano che, tra il 2019 e il 2002, si è registrato un incremento dal 10,9% al 15,8% nel Centro Italia e dal 7% al 17,4% al Sud.
Sono soprattutto le regioni meridionali che possono godere di effetti positivi come l’allungamento della stagionalità, il contrasto del fenomeno dell’overtourism e il volano di sviluppo turistico delle aree interne.

Il sud in bicicletta, tra entroterra e mare

Tra le iniziative specifiche pensate per il bike tourism, va ricordata “Basilicata free to move”, l’app interattiva per smartphone e tablet che geolocalizza e permette di conoscere 21 itinerari cicloturistici su complessivi 1.729 km. O lo sforzo di progettazione della Puglia, che punta in particolare sull’organizzazione di iniziative legate allo sport.

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Vi è poi l’Abruzzo, con il gruppo di azione locale “Costa dei Trabocchi”, che promuove non solo l’omonima ciclovia, ma anche la serie di percorsi “a pettine” tra mare ed entroterra, contando sulle sinergie locali. E la Calabria, che ha puntato sui 545 km della “Ciclovia dei Parchi”, che attraversa Pollino, Sila, Aspromonte e Parco regionale delle Serre sulla dorsale appenninica.

Le ricadute economiche del cicloturismo

Il grande potenziale in termini di indotto economico è facilmente comprensibile anche guardando ai soli numeri riportati nel rapporto “Viaggiare con la bici 2023”. Si superano infatti i 4 miliardi di euro stimati, sommando il miliardo abbondante di chi ha scelto appositamente l’Italia per una vacanza in bici e i quasi 3 di spesa di chi invece trascorre solo parte della vacanza utilizzando le due ruote.
Il 38% delle imprese che operano esclusivamente nel segmento di offerta dedicata al cicloturismo ha registrato nell’ultimo anno ricavi in crescita. E il 90% dei tour operator italiani specializzati prevede che, dopo averlo quasi triplicato nell’ultimo triennio, il giro d’affari aumenterà ulteriormente nel 2023.
Vi è inoltre, sullo scenario internazionale, una nicchia di cicloturisti di alta gamma, con elevata capacità di spesa. Si tratta di viaggiatori provenienti soprattutto dal mondo anglofono, che viaggiano soprattutto in coppia e in gruppi di coppie e amici (ma crescono le famiglie). Prevaltemente 50enni, dall’elevato profilo sociale, cercano di coniugare vacanza attiva e benessere, puntando all’esclusività, con interessi che si allargano a cultura ed enogastronomia.

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Cicloturisti “puri” e turisti della bicicletta

In generale, comunque, la distinzione di fondo è quella tra “cicloturisti puri” e semplici turisti della bicicletta.
I primi hanno superato i 9 milioni di presenze (nel 2019 erano 4,4).
Nel 71% si tratta di persone tra i 28 e i 57 anni, con un 17,3% tra i 58 e i 72 anni, con maggiore capacità di spesa. A tal riguardo, spendono di più gli stranieri, anche per l’alloggio, con gli hotel scelti dal 28% del totale.
La principale motivazione di scelta della destinazione dei cicloturisti puri è la cornice naturalistica di eccellenza, indicata dal 22% del totale, con un 15,6% attratto dall’offerta artistica e culturale e un 15,2% dall’offerta enogastronomica di qualità.
Va infine sottolineato che 1 su 3 viaggia in coppia e 1 su 5 da solo o con amici.

Ciclovia del Sole

Giovani, in coppia e interessati dall’offerta di eventi e intrattenimento: è questo invece l’identikit dei quasi 24 milioni di persone che inseriscono anche la bici in una vacanza a più ampio respiro, con una spesa media superiore di 4 euro al giorno al cicloturista puro e di 7 euro in più degli italiani rispetto agli stranieri. L’ospitalità, anche in questo caso, punta in primis sugli alberghi (23,1%), mentre l’attività più svolta è lo shopping (26%).

Alberto Minazzi

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Tag:  bici, turismo

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