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Le rinnovabili tra i ‘falsi miti’: i vantaggi della transizione ecologica

Le rinnovabili tra i ‘falsi miti’: i vantaggi della transizione ecologica
energie rinnovabili

A Rimini, esperti a confronto sulle rinnovabili al K.EY – The energy transition Expo

Energia da fonti fossili o pannelli fotovoltaici?
Investire sull’energia nucleare o dedicarsi totalmente alla transizione ecologica delle rinnovabili?
Quali sono gli svantaggi di queste ultime e quali i vantaggi? Domande complesse, che richiedono risposte complesse.
Ma soprattutto una conoscenza fondata su dati certi e priva di pregiudizi.
Perchè i falsi miti sulla transizione ecologica esistono e vanno sfatati.
A farlo sono stati gli esperti invitati alla conferenza organizzata da I4C – Italy For Climate, durante il K.EY – The energy transition Expo di Rimini, che hanno ricordato come il timore legato alle comodità concesse dalla rivoluzione industriale a base di carbon-fossili, instilli dubbi relativi al connubio tra fonti rinnovabili ed economia, a livello occupazionale, paesaggistico, economico ed energetico.

La transizione ecologica: un problema di narrazione

A prescindere da dati e numeri, che raccontano una realtà inconfutabile, il primo problema individuato nella transizione ecologica riguarda la narrazione che se ne fa e dalla quale nascono sostanzialmente 5 grandi falsi miti: che le energie rinnovabili resteranno marginali, che costano troppo, che non favoriranno nuova occupazione, che ci faranno restare al buio e che deturpereranno il paesaggio.
Una progettazione a lungo periodo delle visioni future e un’informazione esatta e puntuale, hanno sottolineato  i giornalisti Jaime D’Alessandro (La Repubblica), Filippo Solibello (Rai Radio2) e Tommaso Perrone (Lifegate), potrebbero essere sufficienti a scalfire la mancanza di convinzione nel perseguire l’incremento delle fonti rinnovabili.
Esempio lampante – riportato da Filippo Solibello – è il mercato dell’elettrificazione degli spostamenti: a livello mondiale con Tesla e a livello nazionale con i motori elettrici di Asko e i Birò, macchine elettriche ideate in Italia e vendute soprattutto in Olanda.

rinnovabili

La transizione ecologica e l’occupazione

Numeri e statistiche possono rappresentare un risposta anche alle incertezze relative al rapporto tra la transizione ecologica, l’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro.
A livello europeo, il piano prefissato è il Fit for 55, ovvero la riduzione del 55% delle emissioni carboniche entro il 2030.
L’Italia dovrà quindi, entro tale data, creare in autonomia 85 GW di energia rinnovabile.
Secondo Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura (Confindustria), a fronte di un investimento pari a 320 miliardi, il nostro paese gioverebbe di 360 miliardi di utili e la creazione di 500.000 posti di lavoro qualificati.

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impianto fotovoltaico

Le rinnovabili costano troppo? Non è vero

A un primo sguardo si tratta di cifre esorbitanti – investite nel corso degli anni – dettate dalle leggi di mercato.
L’economia però cambia, nel gioco tra domanda e offerta: ne è un esempio il costo di un sistema fotovoltaico, il cui prezzo negli ultimi vent’anni è sceso dell’84%.
Se si confrontano le spese, sostenute nel tempo, tra fonti fossili e rinnovabili, le prime sono in crescita, mentre le seconde scendono, nonostante la crisi energetica e la pandemia.
I dati – riportati da Alessandro Marangoni, CEO di Althesys (Centro di ricerca sulla transizione) – riguardano anche i costi delle infrastrutture e dei sistemi di stoccaggio dell’energia.
Le rinnovabili, secondo i dati forniti da IEA,  sono oramai più che competitive visto che 1 KWh prodotto da eolico e fotovoltaico costa 5 centesimi di euro contro gli 11/17 centesimi di euro delle fossili.

E se restiamo al buio?

Quello di restare a corto di energia se il sole non splende o il vento non soffia è uno dei timori maggiormente diffusi quando di parla di energia prodotta da fonti rinnovabili.
“E’ anche questa una paura infondata in quanto le quote di fonti programmabili (gas, petrolio, ma anche geotermiche e bioalimentari, ndr) si possono usare in caso di emergenza – ha riferito Luigi Mazzocchi, direttore del dipartimento di Tecnologie di Generazione e Materiale RSE – ma in ogni caso siamo in grado di accumulare energia rinnovabile e di regolarne l’erogazione, grazie al consumatore”.

rinnovabili
turbine eoliche in mare

Pannelli e pale deturpano il paesaggio

Il tema però sensibilmente più delicato riguardo le rinnovabili verte su un presunto ‘deturpamento del territorio paesaggistico’.
“È il cambiamento climatico a deturpare il territorio, come la tempesta di Vaia nel 2018, lo scioglimento dei ghiacciai o la desertificazione nel sud Italia  – ha detto Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. Non ci si rende poi conto – ha continuato – degli ecomostri sparsi nel nostro paese: le ciminiere di Cerano, di Civitavecchia, del Sulcis in Sardegna, il mare di antenne e parabole sui tetti delle nostre case. Perché queste non deturpano il territorio, mentre le fonti rinnovabili sì?”.
Secondo le stime, la sostituzione di tutti gli impianti fossili con pannelli fotovoltaici potrebbe occupare lo 0,7% (circa 200 mila ettari) del territorio nazionale. Un decimo rispetto a quella edificata.
La conferenza, conclusa dall’intervento di Carlo Papa (managing director della Fondazione Enel) ha sottolineato la preponderanza delle fonti rinnovabili nel domani che ci aspetta: “La scienza lavora perché i materiali e le tecnologie al servizio dell’ecosostenibilità non rimangano marginali, e già non lo sono”.

@ IAC Italy for Climate

Una parte ancora nostro malgrado minoritaria del mondo sta già lavorando per un futuro ecosostenibile. Serve però far scattare l’interruttore in ognuno, compiere piccoli passi ecologici e credere fortemente nella strada da perseguire.

Damiano Martin

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