Potranno essere vendute solo su scaffali dedicati e con etichettatura specifica
Ormai anche gli alimenti a base di farine di insetti sono entrati a far parte del nostro quotidiano. E dal 26 gennaio, quando la Commissione europea ha dato il via libera all’uso commestibile al verme della farina minore, la lista di prodotti che possiamo acquistare nei supermercati si è allungata.
Il grillo domestico in polvere, per fare un esempio, si può trovare tra gli ingredienti che compongono pane, cracker, grissini, pasta, biscotti, salse, piatti a base di legumi e verdure, dolciumi. Ora però arriva la stretta.
Per garantire la maggiore informazione possibile ai consumatori, il Governo ha infatti emanato quattro decreti che riguardano i livelli che autorizzano la vendita di queste farine.
L’acquisto consapevole: etichettatura e scaffali ad hoc
«Dobbiamo rafforzare la capacità di discernimento delle persone – ha precisato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida -. Abbiamo tentato di affrontare l’argomento seguendo le direttive europee, ma il tema riguarda il nostro modello di consumo. I consumatori devono avere tutte le informazioni per scegliere questo tipo di prodotto. Non discuto che ci si possa nutrire con ciò che si ritiene più idoneo alla propria alimentazione e non considero questi prodotti in concorrenza con la dieta mediterranea. Tuttavia non vogliamo che i prodotti derivati dalle nostre attività siano frutto di commistione con questo tipo di farine».
I quattro decreti vanno dunque in direzione di un’informazione il più puntuale possibile per un acquisto consapevole.
I prodotti con farine di insetti devono quindi avere una specifica etichettatura.
Questa deve contenere indicazioni su come e con che cosa sono stati realizzati e da dove provengono le farine.
Deve essere anche scritto che l’ingrediente potrebbe provocare reazioni allergiche anche se essendo questi prodotti appena entrati in commercio non se ne conosce ancora l’incidenza. Per quanto riguarda la vendita, devono essere posti in scaffali dedicati.
Caner: «Servono garanzie per la tutela della salute»
La firma dei quattro decreti fa seguito alle intese raggiunte in Conferenza Stato Regioni sulle indicazioni obbligatorie per gli alimenti che contengono quattro farine di insetti: farina di grillo, farina Alphitobius diaperinus (larve), farina di Tenebrio molitor (tarme) e farina di Locusta migratoria. Fermo restando la contrarietà nei confronti della decisione europea di immissione in commercio delle farine di insetti, la Conferenza delle Regioni, chiamata a esprimersi in merito all’etichettatura ha lavorato per inserire ulteriori garanzie per la tutela della salute dei consumatori.
«In conferenza Stato-Regioni abbiamo dato l’intesa sul provvedimento – precisa Federico Caner, assessore della Regione Veneto coordinatore della commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome – ma abbiamo anche chiesto chiarimenti su diversi aspetti. In particolare un pronunciamento del Ministero della Salute sui rischi per i consumatori e quindi di prevederne il pieno coinvolgimento in fase di emissione»
E’ stata inoltre segnalata la necessità di riportare sull’etichetta l’ingrediente anche se non presente al livello massimo previsto ma anche in quantità inferiori per evitare l’utilizzazione indiscriminata e possibili frodi.
Le farine di insetti, alimento proteico e già da tempo sulle nostre tavole
Riguardo a queste nuove farine di insetti Andrea Ghiselli, past president della Società italiana di Scienze dell’Alimentazione, rassicura dicendo che sono interessanti per le proteine.
«Dal punto di vista nutrizionale – spiega l’esperto – il valore è ottimo e possono essere un’alternativa o una scelta in più. Generalmente servono per rinforzare qualche altro tipo di farina».
Le specie commestibili sono circa duemila su un milione totale. Di questi il 31% sono coleotteri; il 17% è formato da bruchi; il 15% sono api, vespe e formiche; il 14% cavallette, locuste e grilli; l’11% sono cimici e poi ci sono le termiti.
Alcune di queste sono già presenti nell’alimentazione quotidiana come coloranti alimentari di yogurt, caramelle e altro.
Un esempio? Il colorante E120 è prodotto con le cocciniglie raccolte sui fichi d’India del Peù o delle isole Canarie.
E un report di Nomisma dice che la produzione aumenterà in maniera esponenziale e l’impiego di prodotti a base di insetti crescerà di 180 volte passando dalle 500 tonnellate del 2019 alle 900 del 2025 per arrivare al 2030 con 400 milioni di consumatori nell’unione europea.
Silvia Bolognini