La maestosa opera ospitata nella Scuola Grande di San Rocco tornerà ad avere i suoi originari colori
E’ conservata a Venezia tra i capolavori della Scuola Grande di San Rocco.
La “Crocifissione” lascia senza fiato solo a guardarla: 60 metri quadri di telero, più di 12 metri di lunghezza per oltre 5 di altezza.
Un’opera maestosa che ora ritornerà al suo originario splendore grazie a un nuovo restauro finanziato dal Comitato Save Venice.
La “Crocifissione” fu iniziata da Jacopo Robusti, detto Tintoretto (Venezia c.1518/19 – 1594) nel 1565 e l’anno successivo il maestro, uno dei massimi esponenti della pittura veneta e dell’arte manieristica in generale, la consegnò alla Scuola Grande Arciconfraternita di San Rocco. Dall’ultimo restauro è trascorso mezzo secolo e ora l’opera del grande maestro ha nuovamente bisogno di attenzione per mostrarsi in tutta la sua bellezza.
L’intervento di restauro durerà un paio di anni e lo svolgimento sarà supervisionato dalla Soprintendenza veneziana.
Il lavoro porterà a un dipinto “risorto” nei colori e nella luminosità. Una sua riproduzione in scala reale è installata a copertura della parte anteriore del ponteggio del cantiere permettendo ai visitatori di sperimentare l’impatto visivo di questo dipinto durante il restauro. Nei primi mesi del 2023 sarà effettuata un’analisi non invasiva dell’opera, compresa la fotografia UV e Infrarossi per identificare eventuali problemi o aree danneggiate.
Partendo da questa analisi il lavoro consisterà nel rimuovere con cura gli strati superficiali non originali, tra cui sporcizia, vecchie vernici , sovraverniciature e ritocchi da trattamenti precedenti. La “crocefissione” è considerata uno dei grandi capolavori dell’arte rinascimentale a Venezia, seconda solo all’Assunta.
E’ posizionata sopra il banco dietro al quale sedevano i funzionari della Confraternita.
Il quadro fu completato lo stesso anno in cui Tintoretto entrò a far parte della Scuola. All’epoca aveva già dipinto “San Rocco che risana gli appestati” (1549) e “Cristo alla piscina di Bethesda” (1559) per la chiesa della Confraternita e decorò il soffitto della Sala del Consiglio della Scuola nel 1564.