L’analisi di Facile.it: si alza il reddito minimo per chiedere un finanziamento
È uno degli apparenti controsensi della finanza: per avere soldi dalle banche, bisogna avere soldi.
In realtà, la logica c’è, visto che gli istituti di credito devono avere sufficienti garanzie di poter rientrare delle somme prestate, prima di iniziare a erogare un finanziamento. Al tempo stesso, però, con la decisa ripartenza dell’inflazione, con la conseguente perdita di potere d’acquisto dei percettori di reddito e con il collegato aumento di tassi e importi delle rate, sono sempre meno coloro che possono permettersi un mutuo.
A parità di rata rispetto al 2022, si dovrebbe guadagnare il 27% in più
La considerazione emerge da un’analisi svolta dal sito Facile.it, che disegna un quadro preoccupante per chi intende per esempio comprare casa. A parità di rata, in soli 12 mesi, il potere di acquisto di un nuovo mutuatario è sceso infatti del 22% e, di conseguenza, per soddisfare al requisito reddituale minimo per acquistare un immobile il richiedente dovrebbe guadagnare il 27% in più rispetto a quanto gli sarebbe servito l’anno scorso o, in alternativa, allungare la durata del finanziamento o accontentarsi di ottenere un prestito più basso.
Pare essere proprio questa, nei primi due mesi del 2023, la tendenza, con una riduzione degli importi richiesti del -7%, con una media di 136.935 euro per un mutuo prima casa. Del resto, calcola il sito, pur effettuando il calcolo con i migliori tassi attualmente disponibili sul mercato, la rata mensile per un mutuo di 126 mila euro da restituire in 25 anni è cresciuta in un anno da 482 a 615 euro.
La quota mensile del mutuo non può superare il terzo dello stipendio
Volendo pagare la stessa rata del 2022, l’importo massimo concesso dalla banca scenderebbe quindi a 98.965 euro.
A parità di condizioni, dice sempre Facile.it, ben il 18,6% dei mutuatari che si sono presentati nel 2022 in banca per ottenere un finanziamento, se si rivolgesse oggi a un istituto di credito si vedrebbe così respingere la domanda.
Tra i criteri di selezione applicati dal sistema bancario per la valutazione delle domande di finanziamento vi è infatti un rapporto tra rata e reddito che normalmente è pari a un rapporto di 1 a 3. In altri termini, la quota mensile che deve versare chi ha ottenuto un finanziamento non può superare il terzo del suo stipendio disponibile, dovendo cioè tenere in conto anche altri impegni economici o finanziamenti già in essere che gravano sulle finanze del nucleo familiare.