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Acqua: il Nobel all'Italia nella Giornata mondiale 2023

Acqua: il Nobel all'Italia nella Giornata mondiale 2023
Andrea Rinaldo, Premio Nobel per l'Acqua 2023 @Unipd

Il premio al veneziano Andrea Rinaldo, mentre tutto il mondo si interroga sull’emergenza idrica e su come migliorare la gestione di un bene fondamentale per la vita

L’Italia ha il non invidiabile primato di essere il primo Paese dell’Unione Europea per consumi d’acqua.
Ma, da ieri, 21 marzo 2023, per la prima volta dall’istituzione del premio nel 1991, si è vista assegnare il Nobel dell’Acqua a un suo insigne esponente del mondo scientifico. Si tratta del 68enne Andrea Rinaldo, professore veneziano di Costruzioni idrauliche all’Università di Padova.
Un riconoscimento che gli sarà consegnato nella cerimonia in calendario il prossimo 23 agosto a Stoccolma, ma la cui ufficializzazione è arrivata giusto alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo.
Un appuntamento in cui si moltiplicano le considerazioni e le riflessioni su un’emergenza idrica che ormai riguarda l’intero pianeta.

Rinaldo: “piene, siccità e giusta distribuzione dell’acqua”

Già quando, nel 2019, Andrea Rinaldo è stato nominato ufficialmente tra gli accademici della famosa Accademia dei Lincei, la sua scheda e il suo curriculum evidenziavano il lunghissimo elenco di prestigiosi incarichi, pubblicazioni scientifiche e riconoscimenti del professore nato a Venezia il 13 settembre 1954. Studioso di valore, sia in campo teorico che sperimentale, di materie dall’idrologia alla geomorfologia fluviale, dall’Ecologia alle Scienze ambientali, con un contributo fondamentale per la nascita dell’ecoidrologia come scienza autonoma.

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“Piene, siccità e una giusta distribuzione dell’acqua”, riportano i Lincei, i principali temi degli studi di Rinaldo, a oggi anche direttore del Laboratory of Ecohydrology della École polytechnique fédérale di Losanna e che può contare su circa 900 citazioni dal 2014 al 2019. Il professore si è concentrato soprattutto sulle reti fluviali, trattate come corridoi ecologici per specie, popolazioni e patogeni e chiave per comprendere la natura ed eliminare le disuguaglianze.
Ed è proprio per questi studi che gli è stato assegnato il Nobel, ultimo di una serie di importanti riconoscimenti come la Dalton Medal dell’EGU, il Prince Abdullaziz International Water Prize, lo Hydrologic Sciences Award dell’AGU, oltre alle elezioni nella Royal Swedish Academy of Sciences e nelle National Academy of Engineering e National Academy of Sciences americane.

Dal rugby all’acqua. Per tutti

Laureato in Ingegneria idraulica a Padova con 110 e lode nel 1978, “autore di 4 monografie e oltre 300 articoli pubblicati in riviste internazionali” come riportano sempre i Lincei, è ordinario di Costruzioni idrauliche dal 1986 e professore all’ateneo patavino dal 1992, dopo aver guidato dal 1989 al 1991 il Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale all’Università di Trento.
«L’acqua è un bene di tutti – sostiene il prof. Andrea Rinaldo – essenziale: come scrive il poeta W.H Auden “a migliaia sono vissuti senza amore, non uno senz’acqua”. Le mie ricerche e quelle delle persone che in questi anni hanno lavorato con me, avevano e hanno come scopo quello di rendere equa la distribuzione dell’acqua per tutti (universa universis) nel contesto di una generale progressiva riduzione delle disuguaglianze sociali ed economiche e di una corretta percezione ecologica dei processi controllati dall’acqua».
Tra le curiosità che lo riguardano, il passato da rugbista professionista, con 3 scudetti vinti con il Petrarca Padova e 4 presenze in Nazionale.

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L’orgoglio per il prestigioso riconoscimento

“Mai come in questo periodo storico e in questi giorni di preoccupazione per la siccità, possiamo sentirci così onorati e orgogliosi che l’Accademia reale svedese delle Scienze abbia concesso il “Nobel dell’acqua” ad uno scienziato veneto”.
Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha accolto la notizia del riconoscimento assegnato a Rinaldo. “Il lavoro del professor Rinaldo affinché l’acqua sia un bene alla portata di tutti assume oggi il valore di un grande richiamo e rammenta a tutti un impegno perché, come amo ripetere, l’acqua è vita; dobbiamo esserne tutti consapevoli”.
Ha sottolineato con orgoglio  la “competenza, la professionalità e l’impegno che lo hanno portato al massimo riconoscimento mondiale del settore” anche il sindaco di Venezia e presidente di Coraggio Italia Luigi Brugnaro. “E’ la prima volta che lo Stockholm Water Prize viene assegnato a un italiano”, ha detto. Che si tratti oltretutto di un cittadino veneziano contribuisce ad esserne ancor più orgogliosi.
Non poteva mancare di rilevare come l’orgoglio sia anche dell’Ateneo patavino la rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli.
«Queto premio – ha affermato – va a suggellare non solo la sua straordinaria competenza accademica, ma anche la forte passione civile che lo ha visto impegnarsi da sempre per un’equa distribuzione dell’acqua, obiettivo fondamentale per perseguire la riduzione delle
diseguaglianze economiche e sociali del pianeta».

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Daniela Mapelli, prima Rettrice dell’Università di Padova

Il Veneto e l’emergenza idrica

Nel frattempo, il Veneto guarda con preoccupazione l’emergenza idrica che non accenna a venir meno.
“Marzo – ha sottolineato il presidente Zaia – è fra i mesi più piovosi dell’anno secondo gli esperti meteorologi, ma non lo è più da tempo. Purtroppo, infatti, soprattutto negli ultimi anni, si è registrato un drastico calo delle precipitazioni”.
Secondo i dati Arpav, nei primi 20 giorni di marzo, in Veneto, sono caduti mediamente poco più di 17 millimetri di precipitazioni contro una media mensile di 65: circa il 25% degli apporti attesi. Lo scorso anno i millimetri furono addirittura 13, ma a febbraio 2023 si sono fermati appena a 3, contro una media di 60 nel periodo tra il 1994 e il 2022.

La risorsa idrica in Italia e il decalogo di Legambiente

Tutto il territorio nazionale, però, è in sofferenza. Sempre per la Giornata del 22 marzo, Proger e associazione Italiadecide hanno presentato il primo rapporto sullo stato della risorsa idrica in Italia.
Il punto di partenza sono i preoccupanti dati climatici, che parlano di un incremento di oltre 1,1 gradi della temperatura media annua, con un 2022 da record, all’interno di un’escalation che, dal 2011 a oggi, ha fatto registrare 9 dei 10 anni più caldi delle serie storiche.
Dal 2000 al 2022, i gravi periodi siccitosi sono stati 8, con ancora lo scorso anno a far registrare le maggiori perdite per il settore agricolo, quantificati in 6 miliardi di euro. Sempre senza dimenticare che la siccità danneggia anche la produzione alimentare, energetica, industriale, oltre che incidere ovviamente sul servizio idrico integrato, che già di per sé perde il 40% dell’acqua potabile trasportata. Il monte complessivo di danni supera così i 20 miliardi.

Legambiente ha così proposto un “decalogo urbano”, chiedendo al Governo di definire una strategia idrica nazionale ed evidenziando in particolare che il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura e la raccolta delle acque meteoriche consentirebbero di recuperare 22 miliardi di metri cubi di acqua ogni anno.
Tra i punti elencati dall’associazione ambientalista, la previsione di obblighi nei regolamenti edilizi, la realizzazione di infrastrutture e tetti verdi, l‘ammodernamento della rete idrica e l’efficientamento della depurazione delle acque reflue urbane.

Il mondo si interroga sul futuro dell’acqua

L’emergenza legata alle risorse idriche, in ogni caso, coinvolge nel mondo oltre 5 miliardi di persone, con più di 2 miliardi che non hanno accesso a risorse sicure.
È per questo che da oggi, al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York, prende il via alle 14.30, ora italiana, la tre giorni di lavori della seconda “Water Conference”, dopo la prima in Argentina che risale addirittura al 1977.
Obiettivo: impegnare i Paesi membri ad “accelerare la fornitura di acqua garantita e i servizi sanitari”.
L’Onu ha così lanciato un appello per far sì che si mettano in campo il più rapidamente possibile gli strumenti necessari per aiutare le aree del mondo tagliate fuori da risorse idriche vitali.
Un’“agenda ambiziosa, per dare l’attenzione che merita alla linfa vitale del mondo”, come l’ha definita il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Tra i temi specifici oggetto degli incontri che si terranno fino a venerdì 24, l’inquinamento, il risparmio d’acqua nei conflitti armati, l’emergenza alimentare e il tema dell’acqua e della sicurezza in Africa.

Alberto Minazzi

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