L’indagine Ipsos in occasione della Giornata internazionale della felicità: famiglia e amici le principali fonti di soddisfazione
Cos’è la felicità?
Limitandosi alla semplice definizione linguistica, la Treccani definisce questo sentimento come “lo stato d’animo di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato”.
Ma è chiaro che non ci si può limitare a questa fredda catalogazione per provare a illustrare una condizione in cui incidono anche tanti aspetti soggettivi.
Non a caso, fin dall’antichità della storia del pensiero, i filosofi, ma anche altri esperti di dottrine sociali come gli economisti, hanno provato a interrogarsi sul tema.
La felicità secondo l’Ipsos
Un possibile metro è anche quello di affidarsi alla statistica, intercettando quello che è il sentire della gente comune. Ed è quello che, in occasione della Giornata internazionale della felicità del 20 marzo, istituita dal 2013 sulla base di una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha fatto Ipsos, con un sondaggio svolto online tra oltre 22 mila adulti sotto i 75 anni di 32 Paesi.
La multinazionale delle ricerche di mercato ha così stilato una classifica di quelli che sono i primi 5 fattori di felicità.
Al primo posto, così, “felicità” significa sentire che la propria vita ha un significato.
Poi, nell’ordine, vengono il sentirsi in controllo della propria vita, avere salute mentale e benessere, vita sociale e condizioni di vita di un certo livello.
In Italia, la felicità è tornata a crescere
Nella classifica globale, l’Italia si posiziona nelle posizioni di rincalzo: 25^ su 32 Stati.
Va però detto che il 68% di intervistati che hanno dichiarato di sentirsi felici sono la stessa quota registrata nel secondo sondaggio effettuato da Ipsos 10 anni fa e un 2% in più rispetto a quanti avevano dato la stessa risposta alla domanda nella precedente rilevazione, di dicembre 2021.
E se è lontano il 73% del 2011, lo è per fortuna molto di più il 53%, punta minima della serie storica, toccata nel marzo 2017.
La media globale di persone felici, nei 32 Paesi, si attesta al 73%, sostanzialmente uguale tra uomini e donne (le seconde toccano il 74%), con una forbice territoriale che va dal 91% della Cina al 50% dell’Ungheria.
A livello generazionale, i più felici sono Millennial e Boomer, al 75%, con un’incidenza importante del posto di lavoro (75%) e della elevata condizione sociale (78%) e di educazione (77%).
L’importanza di famiglia e amici
In linea con la media complessiva, l’aspetto della vita che dà più soddisfazione agli italiani sono i propri figli.
Lo ha dichiarato l’80% dei nostri connazionali interpellati e l’85% del campione generale, con una punta del 98% in Portogallo.
Importanza dei legami personali che viene confermata dal secondo posto della “relazione con il partner”, fattore di felicità per il 76% degli italiani e l’84% del campione (Indonesia e Olanda toccano il 94%).
A completare il quadro relativo al peso delle relazioni, il quinto posto generale del rapporto con i parenti e il sesto di quello con gli amici, entrambi al 78%, mentre in Italia pesa di più il secondo aspetto (74% contro 71%).
Italiani che risultano però anche più individualisti, rispetto al resto del mondo, con il terzo posto assoluto dell’“essere liberi di fare e dire quello che si vuole”, al 76%, mentre è solo al 70% l’accesso alla natura e il contatto con essa, che raggiunge l’80% globale.
Relazioni personali, tra luci e ombre
Una conferma dell’importanza della socialità per essere felici arriva anche dalla netta differenza tra sposati (felici al 79%) e non sposati (al 68%).
Dai dati raccolti da Ipsos, però, emerge anche un dato che deve far riflettere: il 21% del campione ha dichiarato di non avere uno o più amici o parenti ai quali potersi rivolgere in caso di necessità contro un 72% (il 70% in Italia) che ha dato la risposta affermativa, con maggiori difficoltà per la Generazione Z, i non sposati e chi ha reddito e istruzione bassi.
Inoltre, in molti ritengono che, in futuro, diventerà sempre più difficile trovare o mantenere questi rapporti. In tutti i casi, i pessimisti sono al 43%: sia tra quelli che ritengono che sarà più difficile per un single trovare un partner romantico, sia per chi pensa che si farà più complicato per le coppie sposate mantenere una relazione felice, sia per chi è dell’idea che le persone possano trovare amici intimi su cui poter contare. La visione più negativa è quella dei Boomers e della Generazione X, delle donne, dei disoccupati, dei non sposati e di chi ha un reddito più basso.
Le tendenze della felicità nel mondo
Ipsos sottolinea infine altri aspetti emersi dal sondaggio.
Se le persone felici sono aumentate in particolare in America Latina (con le punte del +26% in Colombia e Argentina), in molti Paesi occidentali si è registrato un crollo (a partire dal -13% della Gran Bretagna).
Per la prima volta dal 2011, inoltre, il livello medio dei Paesi a medio reddito ha superato quello dei Paesi ad alto reddito.
In quest’ultimo confronto, gli abitanti dei primi si sono detti più soddisfatti in particolare della vita religiosa, della salute fisica e del proprio aspetto, i secondi della sicurezza personale, dei beni materiali e delle condizioni di vita.
In generale, e l’Italia non fa eccezione, si ricollegano poco alla felicità la situazione sociale e politica (40% medio e 34% italiano) e quella economica (40% e 32%) dello Stato.
Alberto Minazzi