L’Italia raccontata attraverso i primati femminili. Ecco le “Donne che hanno fatto la storia”
Spesso ci si riferisce agli “Uomini che hanno fatto la Storia” come un modo di dire indicante i personaggi memorabili dell’umanità.
Peccato che l’accezione dimentichi le Donne, immerse in un brodo culturale paternalistico che impedisce, per costume e abitudine, al genere di femminile di ergersi con la stessa ‘facilità’ con cui un uomo può ambire alle posizioni più alte della gerarchia sociale.
Tocca quindi aprire i motori di ricerca e cercare invece le ‘Prime donne che hanno fatto la Storia’, in questo caso in Italia, per elevarle a simbolo e ispirazione in un paese, il nostro, che non brilla per parità di genere ed equità sociale.
La prima donna laureata al mondo
Ogni grande impresa passa dalla cultura e dalla formazione. Non possiamo che iniziare, quindi, col ricordare la prima donna laureata al mondo.
Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, veneziana, conseguì la laurea in Filosofia a Padova nel 1678, dopo che la Curia le impedì di proseguire gli studi in Teologia, 456 anni dopo la fondazione dell’ateneo, il secondo più antico d’Italia dopo Bologna.
A oggi è assurta a simbolo, ma la sua storia dimostra un lato di chiusura, verso la più celebrata materia teologica, che a poco servì per aumentare sensibilmente la formazione educativa femminile.
37 anni per essere ammessa all’albo
Ugualmente fu a lungo per la Giurisprudenza.
La prima donna avvocata italiana (nota, oggi, per la serie tv in streaming), Lidia Poet poté iscriversi all’albo degli avvocati nel 1883, per poi esserne esclusa.
L’avvocato non si arrese e il suo ricorso venne accolto nel 1920, quando all’età di 65 anni ebbe l’opportunità di essere reintegrata. Nel frattempo, Lidia Poet lavorò in collaborazione con il fratello, dedicandosi alla difesa dei minori, degli emarginati e delle donne.
Il primo Nobel per la Letteratura a una donna
L’Italia, come il resto del pianeta, può annoverare fior di scrittrici e autrici,tra cui Christine de Pizan, nata a Venezia, prima donna scrittrice nel Trecento.
Ma il primo riconoscimento formale arrivò solo nel 1926, alla scrittrice sarda Grazia Deledda, premio Nobel per la Letteratura.
L’Unica in Italia, seconda nel mondo dopo Marie Curie, a fronte delle attuali 19 premi Nobel femminili nelle varie aree contro i 610 maschili.
Grazia Deledda ebbe la fortuna di perseguire la sua formazione in privato e attraversò il burrascoso periodo in cui iniziava a farsi forte il movimento di emancipazione femminile, tra le spinte sociali e la nascita dei totalitarismi.
Prime nello sport: Ondina Valla e Giuliana Minuzzo
Proprio il totalitarismo italiano assisté e celebrò, nonostante i forti dissidi in merito, la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro olimpica a Berlino 1936, negli 80 metri ostacoli: Ondina Valla.
La controparte invernale invece ha dovuto attendere fino al 1952 per una medaglia bronzea ai giochi invernali di Oslo. Giuliana Minuzzo si classificò terza nella discesa libera, e quattro anni più tardi fu la prima donna al mondo a proclamare il giuramento olimpico.
L’UDI, l’Unione Donne d’Italia
Nel mezzo, il Fascismo, la parentesi più lugubre della Storia d’Italia. Ma dalle grandi crisi crescono le grandi opportunità: il mondo femminile fu determinante per combattere il regime e diede l’occasione per creare il primo partito trasversale e femminile italiano: l’UDI (Unione Donne d’Italia) raccolse le adesioni delle donne appartenenti a tutti i partiti e fu un passaggio chiave per portare le 21 Donne della Costituente alle discussioni dell’Assemblea sulla nuova Costituzione, a combattere per il voto (passivo) del 1946, a imporre la parità di genere (formale) nella Carta costituzionale.
Tra loro, anche la padovana Angelina Merlin, membro della Costituente e prima donna eletta al Senato il 18 aprile 1948. Fu sempre lei che, nel 1958, fece chiudere le case di tolleranza.
Tra loro, anche Tina Anselmi, prima donna a raggiungere una carica di governo, nel 1976 durante l’Andreotti III, ricoprendo la carica di ministro del Lavoro e della Previdenza sociale e Nilde Iotti, nel 1979 prima donna eletta Presidente della Camera dei deputati (1979-1982).
Sono state le donne dell’Udi a scegliere la mimosa per la giornata della Festa della Donna.
Era un fiore povero, che si trovava lungo i fossi, che poteva avere chiunque.
Dopo questi personaggi storici, la cui parabola si è conclusa negli anni Ottanta, abbiamo dovuto aspettare trent’anni per assistere ad altre figure di spicco nel panorama politico.
Tra il 2008 e il 2010 l’Italia ha visto la prima donna alla guida di Confindustria, Emma Marcegaglia, e la prima segretaria della CGIL, Susanna Camusso.
Un gioco di opposti che si è ripetuto in questi ultimi mesi, dove Giorgia Meloni, fondatrice di Fratelli d’Italia, è divenuta la prima donna premier mentre all’opposizione il Partito Democratico ha eletto la prima segretaria di partito, Elly Schlein.
Per il resto, l’Italia ha potuto celebrare pochi sporadici eventi: con Anna Magnani abbiamo avuto la prima donna a vincere un premio Oscar; Samantha Cristoforetti, nel 2009, è stata la prima donna italiana a raggiungere lo spazio.
“Fa più rumore un albero che cade, piuttosto che una foresta che cresce”.
Damiano Martin