Lo sottolinea il rapporto “Il cittadino consapevole” dell’Osservatorio Deloitte. 7 su 10 temono di essere di fronte alla più grande crisi climatica ed ecologica della storia
L’attenzione globale sulle conseguenze derivanti dal cambiamento climatico per la società e per l’economia continua a crescere. Anche gli italiani si stanno dunque rendendo conto di poter essere un “agente di cambiamento” in grado di prendere posizione e fare la propria parte con azioni concrete e immediate.
Così, 2 su 3 affermano di aver cambiato le proprie abitudini in un’ottica di sostenibilità già prima della pandemia. E 7 su 10 temono di essere testimoni della più grande crisi climatica ed ecologica della storia. I dati emergono dal rapporto “Il cittadino consapevole”, basato sulll’inchiesta effettuata la scorsa estate e pubblicato ora dall’Osservatorio sui trend di sostenibilità e innovazione di Deloitte, multinazionale tra i leader mondiali della consulenza d’impresa.
L’Italia e gli eventi climatici estremi
Per il 36% degli italiani (con punte del 45% tra la Generazione Z e del 40% tra i Baby Boomers), il cambiamento climatico rappresenta una delle più importanti minacce da affrontare nell’immediato. Del resto, sottolinea il “Global state of the consumer tracker 2022” della stessa Deloitte, nel confronto tra alcuni dei principali Paesi europei, tra la primavera e l’estate 2022 l’Italia è risultata prima per l’incidenza di molti eventi climatici estremi.
Ovvero quelli legati al caldo (75%), agli incendi incontrollati (21%), ai temporali e alle tempeste più frequenti e potenti (21%), condividendo con la Germania il primo posto (col 10%) per quelli dipendenti da gravi inondazioni e innalzamento del livello del mare e posizionandosi col 39% al secondo posto dietro la Francia (45%) per l’incidenza di eventi estremi dovuti a forte siccità e carenza di risorse idriche.
L’importanza della riduzione dei rifiuti e degli sprechi
Anche chi ha dichiarato di non aver ancora messo in atto buone pratiche green, sottolinea Deloitte, sta però pensando a come rendere più ecosostenibile il proprio stile di vita. Si tratta di un ulteriore 23% del campione, con questa propensione che risulta particolarmente tra i più giovani, cioè nel 38% della “Generazione Z” e nel 28% dei Millennials. L’indagine ha poi chiesto quali siano le azioni che chiunque di noi può mettere ogni giorno in pratica per contribuire a rendere più sostenibile la società.
In tal senso, per il 78% degli intervistati viene prima di tutto la riduzione e il riciclo dei rifiuti. Leggermente sotto, ma comunque primaria per quasi 3 italiani su 4, la riduzione degli sprechi energetici e del consumo di risorse esauribili. Tra le altre possibili alternative indicate, si pone in linea anche l’altra voce sopra la metà del campione: l’acquisto di solo ciò di cui si ha bisogno. Tra le buone pratiche messe in atto, spiccano invece l’uso delle luci solo quando strettamente necessario (75%) e la limitazione dei consumi di acqua calda (54%).
L’invito dei cittadini alle istituzioni e alle aziende
Per l’83% degli intervistati le cause del riscaldamento globale sono imputabili alla società contemporanea e ai suoi modelli di sviluppo non sostenibili. Per questo, pur essendo quasi tutti d’accordo sull’importanza dell’adozione di comportamenti e scelte sostenibili nel quotidiano, 2 cittadini su 3 chiedono alle istituzioni di fungere da guida alla transizione ecologica, ritenendo in molti che il coinvolgimento degli interlocutori istituzionali sia ancora basso o comunque inefficace.
La richiesta è prima di tutto quella di farsi carico dei costi della transizione ecologica (73%) e rimuovere i principali ostacoli amministrativi e normativi (42%) in modo da incentivare cittadini e aziende nell’adozione di comportamenti e modelli economici sempre più sostenibili. Ma il 75% degli intervistati chiede anche alle aziende, principale soggetto della transizione green per il 31% del campione, di sacrificare parte della propria performance per mantenere prezzi in linea con il mercato.
I prezzi: il principale freno alla transizione ecologica
I costi troppo elevati di beni e servizi sostenibili sono del resto per il 51% degli intervistati il principale fattore critico nella prospettiva di acquisti “green”. Per esempio, guardando a gas e luce, la convenienza delle tariffe, indicata dal 52%, è fattore primario nella scelta del fornitore, prima ancora della trasparenza del servizio (47%). Più di un terzo del campione, il 36%, punta poi il dito sulla difficoltà di trovare informazioni certificate e affidabili. E preoccupa il fenomeno del “greenwashing”, cioè l’ambientalismo di facciata delle aziende, che il 75% ritiene di aver già sperimentato.
“La transizione ecologica – commenta Andrea Poggi, Innovation leader di Deloitte North and South Europe – è ormai un imperativo sentito dai cittadini italiani ed europei. La nostra convinzione è che l’innovazione possa plasmare il nostro rapporto con la sostenibilità, consentendo uno stile di vita più sano e più verde per tutti”. “Alla luce dell’attuale contesto economico e ambientale – conferma Franco Amelio, Sustainability leader di Deloitte Italia – i consumatori sono sempre più portati ad adeguare i propri stili di vita e modelli di consumo ai nuovi principi dell’ecosostenibilità, avvalendosi anche di soluzioni innovative”.
Alberto Minazzi