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La patente diventa digitale. E apre ai 17enni

La patente diventa digitale. E apre ai 17enni

Tra le proposte finalizzate alla sicurezza approvate dalla Commissione Europea, l’aggiornamento dei requisiti per il rilascio del permesso di guida

In principio, era il 1901, fu tale Bartolomeo Tonietto, detto Alberto, chauffeur di Casa Savoia.
Fu lui, secondo quanto tramanda la storia ufficiale, il primo italiano a conseguire la patente di guida, sulla base di quanto stabilito dall’articolo 12 del Regio Decreto 416 del 28 luglio dello stesso anno, la prima vera normativa nazionale sulla circolazione delle automobili.
È passato oltre un secolo, dunque, e si può veramente dire che, da allora, la patente di strada ne ha fatta parecchia. E la prima patente ottenuta da chi oggi ha qualche anno in più è stata quella, introdotta nel 1959, stampata su un supporto telato e rimasta in vigore, con piccole modifiche fino al 1999, quando iniziò il passaggio al nuovo formato “carta di credito”, previsto dall’Europa con una direttiva del 1996.
Adesso la Commissione Europea ha approvato una proposta di ulteriore modernizzazione del permesso di guida, proponendo per la prima volta al mondo il rilascio della patente in formato digitale.
È però solo una delle novità in arrivo da Bruxelles per aggiornare e ammodernare i requisiti per ottenere la patente e per una migliore applicazione transfrontaliera del codice della strada. Tra le più rilevanti, la possibilità di superare l’esame di guida a 17 anni.

La prima patente digitale al mondo

Le novità intendono modificare la legislazione vigente dell’Unione Europea ispirandosi alle migliori pratiche già in vigore in diversi Stati membri, verso l’obiettivo “zero vittime” sulla strada entro il 2050.
La proposta della Commissione, che sarà ora esaminata dal Parlamento e dal Consiglio Europei, è quella di introdurre una patente di guida digitale disponibile sullo smartphone, in alternativa alla versione fisica, e valida in tutta l’Unione.

Attraverso questo formato sarà infatti prima di tutto semplificato il riconoscimento delle patenti in tutti gli Stati membri. Inoltre, la sostituzione, il rinnovo o la conversione di una patente di guida saranno molto più semplici perché tutte le procedure si svolgeranno online.
Al tempo stesso, sottolinea la Commissione, sarà più semplice per i cittadini di Paesi terzi in cui vigono norme di sicurezza stradale comparabili convertire la propria patente di guida in una dell’Ue.

L’aggiornamento delle norme sugli esami di guida terrà conto anche della transizione verso veicoli a zero emissioni. Saranno valutate, ad esempio, la conoscenza e le competenze legate ai sistemi avanzati di assistenza alla guida e ad altre tecnologie automatizzate.
Di conseguenza, la massa ammessa dei veicoli della categoria “B” sarà adeguata per i veicoli a combustibile alternativo, perché i veicoli con batteria a zero emissioni possono essere più pesanti.

La patente ai 17enni

Dal 1975, quando la maggiore età fu abbassata dai 21 anni, in Italia è possibile sostenere l’esame per ottenere la patente al compimento del 18° anno di età. Guardando alle novità in arrivo, va innanzitutto precisato che guidare da soli resterà possibile solo dai 18 anni in su.
La proposta della Commissione è infatti quella di anticipare di un anno il programma di guida accompagnata per imparare a guidare e acquisire esperienza.
A 17 anni, però, potrà essere sostenuto anche l’esame, come oggi avviene già per esempio in Germania e Austria.

patente

Chi supererà l’esame per la patente prima dei 18 anni potrà iniziare a guidare, anche i camion se la patente conseguita è quella abilitante, fin dal giorno del suo passaggio alla maggiore età. Anche come conducente professionista, se otterrà un impiego specifico. E questo, sottolinea Bruxelles, contribuirà a far fronte all’attuale carenza di conducenti. Ciò non toglie che i neopatentati saranno sottoposti a un periodo di prova per almeno i primi due anni, con tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza.
La finalità principale dell’ammodernamento delle norme sulle patenti di guida dichiarata dalle Commissione è infatti, oltre alla semplificazione della vita quotidiana, anche quella di rendere le strade più sicure. E si fa notare, al riguardo, che nonostante i giovani rappresentino soltanto l’8% della totalità degli automobilisti, 2 incidenti mortali su 5 coinvolgono un conducente (di automobili o motocicli) di età inferiore ai 30 anni.

La sicurezza: dagli utenti vulnerabili all’idoneità medica

In questa prospettiva va anche l’adeguamento della formazione e degli esami dei conducenti per prepararli meglio alla presenza di utenti vulnerabili della strada (come pedoni, ciclisti e utenti di altri mezzi sostenibili come i monopattini elettrici), che costituiscono la maggior parte degli oltre 20 mila morti dello scorso anno sulle strade dell’Ue.
La transizione verso una mobilità sostenibile passerà inoltre attraverso l’insegnamento ai neopatentati di come lo stile di guida influisce sulle emissioni.
Ma è prevista anche una valutazione più mirata dell’idoneità medica, che tenga conto dei progressi nelle cure mediche per malattie quali il diabete.
I conducenti saranno poi incoraggiati ad aggiornare le proprie competenze e conoscenze di guida per tenere il passo con gli sviluppi tecnologici.
“La guida sicura – spiega Adina Vălean, commissaria per i Trasporti – è fondamentale per i nostri sforzi volti a dimezzare il numero di vittime e feriti gravi sulle strade entro il 2030”.
“Dobbiamo rendere  le nostre strade più sicure per tutti gli utenti – aggiunge Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo – . La maggior parte degli incidenti mortali coinvolge un’automobile ma spesso la vittima non viaggia all’interno della vettura. Le nuove norme sulla formazione e sugli esami serviranno pertanto a insegnare ai futuri conducenti a condividere le strade con un numero sempre crescente di altri utenti più vulnerabili”.

Patente sospesa? In tutta Europa

Un’altra novità in arrivo, importante ai fini della sicurezza, è l’introduzione di un sistema che prevede l’applicazione dell’interdizione alla guida per infrazioni gravi non solo nel Paese di emissione della patente, ma in tutti gli Stati membri.
“Vi sarà meno impunità – evidenzia Timmermans – per le infrazioni stradali commesse in altri Stati membri dell’Ue. E le nuove scadenze amministrative garantiranno che i conducenti non siano colti di sorpresa da una multa che arriva molti mesi dopo il fatto”.
Nel 2019, infatti, circa il 40% delle infrazioni transfrontaliere è stato commesso impunemente, sia perché i trasgressori non sono stati identificati sia perché non si è proceduto all’esecuzione forzata del pagamento.
Per raggiungere l’obiettivo, si punta a consentire alle autorità di contrasto di accedere ai registri nazionali delle patenti di guida e a rafforzare la cooperazione tra Stati attraverso la creazione di punti nazionali di contatto.
Tra le infrazioni per le quali è prevista una stretta nel senso della perseguibilità a livello transfrontaliero, a fianco di eccesso di velocità e guida in stato di ebbrezza, la Commissione ha proposto l’ampliamento a mancato rispetto della distanza di sicurezza, sorpasso pericoloso, sosta pericolosa, sorpasso con striscia longitudinale continua, guida contromano, mancato rispetto delle norme sull’utilizzo dei corridoi di emergenza e uso di un veicolo sovraccarico.

Alberto Minazzi

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