Venezia come teatro iniziale di una storia d’amore. Nasce qui il caso editoriale degli ultimi mesi già tradotto in varie lingue: la trilogia “Io ti guardo”, “Io ti sento”, “Io ti voglio” della trentaquattrenne, veneziana d’adozione, Irene Cao
Venezia come teatro iniziale di una storia d’amore carica di sensualità che si mescola con il cibo e la vita di tutti i giorni della Laguna. Poi Roma, la sua magia, il suo calore e i colpi di scena. E quindi la Sicilia, Stromboli, l’isola del vulcano, di “Iddu”, come lo chiamano gli abitanti. È già stata tradotta e si trova in vendita nelle librerie di Olanda, Spagna, Brasile e Germania la trilogia erotica made in Italy di Irene Cao, 34enne di Pordenone, veneziana d’adozione. Un caso editoriale, tre storie in una sola, tre libri che non sono assolutamente una contrapposizione alla “trilogia delle sfumature” ma che vanno oltre. Il cibo, l’amore, il sesso. Anzi più che sesso, la sensualità, quella che però non disturba, non si traduce in volgarità, ma ti appassiona, ti fa sognare e anche leggere le centinaia di pagine una dopo l’altra. Nei tre volumi “Io ti guardo”, “Io ti sento”, “Io ti voglio” (Rizzoli Editore) Irene Cao graffia, si spinge oltre, ma senza mai essere banale e scontata.
Tutto parte da Venezia. La città in cui Irene Cao ha vissuto per 9 anni e dove ha condotto i suoi studi universitari, carpendone i segreti, catturandone gli odori, i sapori, memorizzando gli angoli e assorbendone le abitudini, i modi di fare, di vivere, di parlare e di amare. Tutto finisce in un’altra isola, Stromboli, dove “Iddu”, il vulcano, come la marea per Venezia, detta i tempi di vita quotidiana. In mezzo Roma, la città eterna, dove tutto può accadere.
Tre libri in uno, una storia sola. La protagonista è Elena, una restauratrice veneziana, che abita in campo San Vio, un angolo che sta molto a cuore alla scrittrice, siamo nel sestiere di Dorsoduro. La storia ruota attorno alle sue due relazioni con Leonardo, chef affermato che entra prepotentemente nella sua vita, e Filippo, molto più di un amico dell’università. «L’ambientazione è casuale ma ho sicuramente risentito del fatto di aver vissuto per anni in quella zona di Venezia – spiega l’autrice – Nel periodo universitario e anche dopo la laurea ho abitato all’Accademia, vicino a campo San Sebastiano, a Ca’Rezzonico e nell’ultimo periodo a San Nicolò dei Mendicoli. Ma questo progetto, in realtà, è nato a Venezia, in forma diversa, ma si è sviluppato nella sua forme definitiva lontano dalla Laguna. Ho scritto quasi tutto a casa, nel mio paesello vicino a Pordenone, in campagna, scene erotiche comprese. Venezia ha avuto un ruolo fondamentale nell’ispirazione del plot della vicenda. Poi, è venuto tutta da sè».
Venezia che ispira, una veneziana protagonista. «Elena è una trentenne che non conosce ancora la malizia, è insicura. Ci sono alcuni lati del suo modo di essere che mi appartengono ma il personaggio della trilogia poi viaggia per conto suo, vive in maniera dirompente il sesso con un uomo (Leonardo) che fin da subito le trasmette energia e dimostra di avere un’influenza sul suo modo di essere che le cambiano la vita».
Sensualità ma anche cucina. E Irene per questo ha studiato molto nel suo eremo. «La mia casa per nove mesi si è riempita di libri di cucina, di ricerche fatte sul web. Non ho lasciato nulla al caso. In realtà io non sapevo di dover scrivere una trilogia. Il canovaccio del primo dei tre libri, anzi, era diverso. Poi l’editore un giorno mi ha chiamato e mi ha detto: voglio questo. È quindi iniziata la mia fase di esilio, di scrittura che definirei “matta e disperatissima” per fare una citazione dotta. Lasciavo il telefono lontano, usavo il pc solo per scrivere, niente internet. E così ogni giorno, dalle 9 alle 7 di sera, assieme solo al mio tè verde e alla Coca Cola e un sacchetto di caramelle alle erbe».
Elena, la protagonista, donna che si trasforma nel corso del romanzo, che da gattino diventa tigre, che si impone. In ogni libro c’è sempre un po’ di sé stessi: quanto c’è di Irene in Elena? «Ci sono degli elementi, è inevitabile. Ma nessuno riuscirà mai a farmi dire che le scene sensuali sono state ispirate da esperienze vissute, perché non è così».
Dopo l’estate italiana e il successo in libreria e su ebook adesso il lancio all’estero. «Vedere la copertina tradotta in tedesco e spagnolo è stato un colpo al cuore. È un sogno realizzato ma che non voglio interrompere. E infatti sto lavorando già al canovaccio del prossimo libro: una storia di provincia, che abbia per protagonista una donna tosta. Quando entri a far parte di questo mondo non puoi permetterti di fermarti. E io non intendo farlo».