Verso una revisione il sistema pensionistico per le donne
Vento di novità sul fronte delle pensioni per le donne. Al vaglio del Governo è infatti la revisione di Opzione donna che, con la stretta della Legge di Bilancio, ha di fatto bloccato ad alcune categorie la possibilità di lasciare il lavoro con 35 anni di anzianità.
Anche se si tratta per ora solo di un’ipotesi, da quanto è emerso dall’incontro tra Governo e sindacati tenutosi al Ministero del Lavoro, la direzione è quella di concedere un anticipo di 4 mesi alle lavoratrici di tutte le forme previdenziali. Ma non a tutte le donne.
La novità al vaglio e la possibilità di modificare Opzione donna
La proposta al vaglio prevede infatti di scalare di 4 mesi in 4 mesi per ogni figlio avuto.
Secondo le prime stime, questa misura equivarrebbe a un aumento di spesa di 700 milioni di euro.
Sul tema sono in corso le valutazioni trai tecnici dei ministeri del Lavoro e dell’Economia.
Nell’immediato intanto c’è anche la possibilità che Opzione donna, che prevede l’uscita anticipata dal lavoro ma con una pensione ricalcolata con il metodo contributivo, sia modificata o si ripristini la forma precedente all’ultima legge di Bilancio che ha ristretto i criteri.
Opzione donna: penalizzate 40 mila lavoratrici
A oggi possono smettere di lavorare con Opzione donna le lavoratrici dipendenti e autonome che abbiano almeno 58 anni se con due figli, 59 se con un figlio e 60 senza figli purchè abbiano maturato almeno 35 anni di contributi con una penalizzazione tra il 20 e 25% dell’assegno contributivo e rientrino nelle categorie invalide, caregiver, disoccupate. I requisiti devono essere stati maturati entro il 31 dicembre scorso.
Se fino a tutto il 2022 la formula si poteva utilizzare dando per scontato i vecchi requisiti, la stretta è arrivata con la legge di Bilancio 2023 che con la nuova Opzione donna ha penalizzato circa 40 mila lavoratrici a fronte di 2.500 donne che nel 2023 rispecchiano i requisiti per la nuova pensione anticipata.
Fino allo scorso anno in pratica si poteva utilizzare l’opzione senza restrizioni ma solo con i 35 anni di contributi e l’età rispettivamente di 58 e 59 anni per le lavoratrici dipendenti e le autonome senza altre restrizioni. Cosa potrebbe accadere ora? Con una correzione parziale della stretta, che dovrebbe diventare operativa entro fine mese, le lavoratrici che abbiano i vecchi requisiti entro la fine di giugno potrebbero andare in pensione secondo la vecchia maniera.