Una quarantina di scosse si sono susseguite nella notte, oggi scuole chiuse
La terra trema nuovamente in Toscana, precisamente a Siena.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV da ieri sera sta registrando una lunga sequenza di movimenti tellurici proseguiti per tutta la notte.
L’ultimo, in ordine di tempo, questa mattina alle 8.19, di magnitudo 2.8 con epicentro a 2 km dalla città e a una profondità di 8 km.
Poco prima, alle 8.14 un’altra scossa di magnitudo 2.2.
Tanta la paura tra le persone, che dopo la prima più intensa scossa di ieri alle 21.51, accompagnata da un forte boato, si sono riversate in strada anche nei comuni limitrofi al luogo dell’epicentro. Molte di loro hanno deciso di trascorrere la notte fuori dalle abitazioni supportate dall’assistenza della Protezione Civile. Fortunatamente nessun danno finora segnalato a cittadine e cose.
Sciame sismico nella notte
La prima scossa di magnitudo 3.5 che ha dato il via allo sciame sismico è stata registrata da INGV alle 21.51 di ieri sera con epicentro a un km di distanza da Siena, a una profondità di 8 km. E’ stata avvertita fino a Firenze e nei comuni del Chianti e della Val d’Elsa.
Dopo due minuti, un’altra di magnitudo 2.4 a una profondità di 9 km.
Da ieri alle 5.51 di oggi l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha rilevato una quarantina di scosse, di cui la maggior parte inferiori a magnitudo 2, mentre le due più forti di magnitudo 2.7.
Oggi, 9 febbraio, per effettuare tutte le verifiche sugli edifici, scuole e università a Siena sono chiuse come pure la Torre del Mangia.
Il sindaco di Siena comunica che si è verificato solo un piccolissimo smottamento in strada delle Grotte di Pescaia, senza alcuna criticità, comunque chiusa in via precauzionale.
Terremoto in Turchia e Siria: rischio di altri terremoti importanti?
La terra trema in Italia mentre sotto gli occhi di tutti c’è la tragedia del sisma in Turchia e Siria, per il quale già si contano oltre 16mila vittime.
Secondo il sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Alessandro Amato si è attivata un’altra faglia al confine tra la Siria e la Turchia che ha generato un fenomeno sismico “doppietta” e ha dato luogo al secondo terremoto forte registrato il 6 febbraio.
La storia sismica della Turchia – spiegano gli esperti INGV – ha dato bollettini con numeri di vittime pesanti. E’ un Paese vulnerabile ai terremoti trovandosi al crocicchio di tre grandi placche in continuo movimento. «Negli ultimi vent’anni – sottolinea Aybige Akinci sismologa turca ora ricercatrice INGV e impegnata in progetti in collaborazione con i colleghi in Turchia – tre sismi oltre i sette gradi Richter certificano un territorio che per il 90% è a alta sismicità e un o dei più attivi del Mediterraneo e del mondo».
400 faglie attive
Gli studiosi stimano ci siano almeno 400 faglie attive, alcune giudicate più pericolose come quella a sud di Istambul, per la quale i dati raccolti dicono che un giorno si romperà generando un serio terremoto.
La scossa sulla placca Anatolica di magnitudo 7.5 che ha provocato il tragico bilancio di morti in Turchia e Siria si è distribuita per circa 100 km nella direzione est-ovest e nella zona centrale ha mostrato, anche se in un’area limitata, uno spostamento di tre metri.
Si guarda quindi con apprensione alla faglia a soli 20 km da Istanbul e che arriva al Mar di Marmara dove potrebbe anche esserci rischio tsunami.
Lunga circa 200 km, la faglia sud-est Anatolica lambisce la Siria e corre dal Mediterraneo verso Nord-Est quasi fino al Mar Nero, ricongiungendosi con la faglia nord Anatolica che arriva fino a Istanbul.
Silvia Bolognini