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Suicidi giovanili: una piaga in aumento

Suicidi giovanili: una piaga in aumento

I recenti casi di cronaca richiamano l’attenzione su un fenomeno da monitorare, soprattutto dopo la pandemia

La ragazza di 19 anni trovata morta nei bagni dell’Università Iulm di Milano, impiccata con una sciarpa. Poi la 17enne promessa della danza di Spresiano (TV) trovata morta ai Giardini della Biennale di Venezia. E, prima, a fine 2022, il 26enne schiantatosi volutamente in auto nel Padovano e il 23enne di origine abruzzese gettatosi nel fiume Reno, a Bologna, entrambi studenti universitari.
Sono solo gli ultimi episodi, emersi dalle cronache, in cui l’ipotesi del gesto estremo da parte di giovanissimi è da ritenersi la più plausibile.
Perché, purtroppo, il fenomeno dei suicidi, già tristemente noto, ha fatto registrare un’impennata dopo la pandemia. E l’incidenza è particolarmente significativa in particolare tra i giovani.

L’Iss e i dati Istat

Ragionare di cifre, relativamente ai suicidi, non è semplice. Il sito dell’Istituto Superiore di Sanità, per esempio, riporta ancora dati relativi addirittura al 2000, quando, si sottolinea, morirono per propria mano circa un milione di persone. Così come l’Iss evidenzia che, “negli ultimi 45 anni, il tasso di suicidio è cresciuto del 65% in tutto il mondo. Senza contare i tentati suicidi, fino a 20 volte più frequenti”.

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Nonostante lo stesso Istituto, nel 2019, abbia sottolineato l’esigenza di creare un organo per monitorare il fenomeno, l’Osservatorio epidemiologico suicidi e sui tentativi di suicidio ancora non risulta attivo. E l’ultimo Annuario statistico dell’Istat, pubblicato nel 2021, fa riferimento ai dati del 2018, con 3.789 suicidi osservati, cioè 6,3 ogni 100 mila abitanti.

L’Osservatorio suicidi permanente e i dati del Telefono Amico

Dal 1° gennaio 2021, la Fondazione BRF – Istituto per la ricerca in psichiatria e neuroscienze, dopo aver istituito durante la prima ondata pandemica un Osservatorio suicidi Covid-19, monitorando i suicidi in base delle notizie di cronaca, ha dato seguito allo studio-pilota, con carattere non scientifico, aprendo un Osservatorio permanente. I dati raccolti dai media hanno coì portato a contare, nel 2022 , 595 suicidi e 598 tentati suicidi.

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In occasione della Giornata internazionale per la prevenzione del suicidio dello scorso 10 settembre, l’associazione Telefono Amico Italia ha invece presentato i dati relativi alla sua attività del 2021. In un anno, le richieste di aiuto da parte di chi ha pensato di suicidarsi o era preoccupato per il possibile suicidio di un proprio caro sono aumentate del 55%, avvicinandosi a quota 6 mila, e sono quasi quadruplicate rispetto al periodo pre-pandemico.

Suicidi e giovani

Telefono Amico conferma poi la particolare fragilità dei giovani. Il 28% di chi ha contattato l’associazione via telefono o WhatsApp aveva meno di 26 anni.
Una percentuale confermata anche nel primo semestre 2022, quando le richieste di aiuto sono state oltre 2.700.
Ogni anno, ricorda la Fondazione Veronesi, se nel mondo i suicidi sono circa 800 mila (uno ogni 40 secondi), sono quasi 46 mila i bambini e gli adolescenti tra 10 e 19 anni che si tolgono la vita: uno ogni circa 11 minuti.
Il suicidio è quindi la quinta causa di morte più comune tra i teenagers e diventa la quarta se si considerano solo coloro che hanno tra 15 e 19 anni (addirittura la terza considerando solo le ragazze).
Segno di un disagio che riguarda tutto il mondo: secondo i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie degli Stati Uniti, per esempio, il 44% dei teenagers a inizio 2021 si sentiva senza speranza e continuamente triste.

Alberto Minazzi

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Tag:  giovani