Il nuovo progetto di Venice Gardens Foundation prevede in due anni il restauro di un luogo di alto valore storico, simbolico e spirituale
Entro un paio di anni veneziani e ospiti della città più bella del mondo potranno godere di un angolo incantevole di Venezia, dove si fondono natura e patrimonio storico e artistico, rimesso completamente a nuovo: il Compendio del Redentore.
Dopo il restauro e la riapertura al pubblico nel 2019 dei giardini Reali di San Marco, Venice Gardens Foundation, l’associazione presieduta da Adele Re Rebaudengo che promuove progetti rivolti alla tutela del patrimonio botanico e artistico, intraprende una nuova sfida: la rinascita di un luogo di profonda valenza simbolica e spirituale, finora mai aperto ai visitatori.
I lavori hanno preso il via oggi, 30 gennaio, e comprendono sia interventi di restauro architettonico e botanico.
“In Venetia Hortus Redemptoris”: l’importanza degli orti e dei giardini conventuali
Il complesso del Redentore, alta espressione della spiritualità cappuccina, si estende dal Canale della Giudecca per circa un ettaro fino alla Laguna.
Fu realizzato dalla Serenissima e da Papa Gregorio XIII quale simbolo di gratitudine e rinascita in seguito alla peste del 1575-1577.
Per secoli l’Orto Giardino con i frutteti – pomaria -, le erbe officinali – horti simplicium -, i fiori per l’ornamento degli altari, le aree alberate – la selva indicata nelle prime costituzioni cappuccine – e l’apiario ha rappresentato una fonte di sostentamento e di reperimento delle erbe officinali, indispensabili alla vita comunitaria.
Lo scorrere del tempo e la marea eccezionale che nel 2019 raggiunse ben 187 cm devastando la città ha reso necessario il restauro per impedire che andassero perse le tracce di una testimonianza dal profondo valore paesaggistico, culturale e religioso.
Il progetto di restauro botanico all’insegna di sostenibilità e autosufficienza
Il progetto botanico è finanziato dall’Unione Europea NextGenerationEU con un contributo di due milioni di euro, mentre quello architettonico sarà realizzato grazie al sostegno di generosi mecenati.
Venice Gardens Foundation l’ha affidato all’architetto Paolo Pejrone, giardiniere e architetto paesaggista di fama internazionale, autore tra i tanti lavori anche del ripristino dell’Orto di santa Croce in Gerusalemme a Roma e dei Giardini Reali di Venezia a San Marco.
«E’ un onore poter concorrere a tramandare un bene di così alto valore storico, simbolico e spirituale – sottolinea la presidente della Fondazione Adele Re Rebaudengo -. Un progetto che ha coinvolto tanti professionisti, istituzioni e generosi mecenati condividendone la visione e i principi: il valore del restauro, del rispetto e della protezione della natura in armonioso accordo».
Oltre 2.500 alberi e piante previste a dimora
“In Venetia Hortus Redemptoris”, questo il nome del progetto, prevede la messa a dimora di oltre 2.500 alberi e piante.
Una volta ultimati i lavori, i visitatori potranno passeggiare tra gli ulivi, il frutteto, i cipressi, la vasca delle ninfee, omaggio alla fascinazione per l’Oriente che da sempre anima la Serenissima. E ancora godere dei 400 metri di pergolati in legno di castagno tramandati negli orti veneziani e ricoperti da piante di uva, rose, glicini e bignonie nel giardino affacciato sulla Laguna. Il Giardino è articolato in varie parti tra loro collegate.
Ci sono il Cortile degli ulivi tra i chiostri; il Grande Giardino con l’Orto che dal Convento si estende fino alle Antiche Officine e alle Cappelle di Meditazione con fiori dal significato simbolico , alberi composti a filari in alta composizione, l’orto, il frutteto, il secondo uliveto e un “giardino dei semplici” con le erbe officinali; i Giardini sulla Laguna.
A questi ultimi si accede dai passaggi ai lati della suggestiva cavana, ricovero delle barche.
Grande attenzione sarà dedicata al benessere delle api con la presenza di arnie e lo svolgimento dell’attività di smielatura in loco.
Gli interventi architettonici conservativi
I lavori interessano anche le Cappelle, le Antiche Officine, la Serra e l’Apiario del Convento della Chiesa del Santissimo Redentore.
I visitatori avranno accesso al Compendio attraverso il locale d’ingresso dalla calle dei Frati. La cappella di meditazione ritornerà a essere luogo di raccoglimento e pace immersa nel verde tra la Laguna e il Giardino, mentre la Biblioteca e la Sala espositiva ospiteranno sia testi riguardanti il progetto e la conservazione degli antichi orti, sia mostre a tema.
La Serra, armonizzata nel contesto, sarà luogo di studio e sperimentazione.
L’Apiario, storicamente presente al redentore, sarà ripristinato e verranno svolti studi e attività inerenti la produzione del miele e il benessere delle api.
Il tutto all’insegna della sostenibilità e autosufficienza. Che significa coltivazioni senza sostanze di sintesi, autosufficienza idrica attraverso la realizzazione di un pozzo e il recupero delle acque piovane dai tetti, illuminazione a elevata efficienza energetica, riuso, riciclo e valorizzazione degli elementi esistenti. E ancora gestione sostenibile dei rifiuti vegetali e degli scarti organici, incremento della biodiversità attraverso la messa a dimora di alberi, arbusti, erbacee e filari di aromatiche e altre specie.
Il Giardino costituirà inoltre un sistema complesso in grado di favorire la permanenza dell’avifauna anche attraverso l’installazione di casette nido e abbeveratoi dedicati.
Silvia Bolognini
Bellissimo e importante progetto, che andrà a valorizzare e a tramandare ancora di più l’aspetto storico-culturale di un grande complesso religioso veneziano. Alcuni anni fa, durante la festa del Redentore, ho visitato il giardino e ne sono rimasta affascinata. Aspetto di vederlo restaurato. Intanto auguro buon lavoro a tutti quelli che si occupano del progetto.