Il nuovo aggiornamento del Bulletin of the Atomic Scientists: mai raggiunto un livello di rischio così elevato
“A che ora è la fine del mondo?”, si chiedeva Luciano Ligabue in una fortunata hit musicale del 1994.
Fin dal 1947, a provare a dare una risposta sulle prospettive di durata futura dell’umanità sulla base dei suoi comportamenti sono gli scienziati e gli esperti del Bulletin of the Atomic Scientist, che aggiornano periodicamente quello che hanno definito “Doomsday clock”, in italiano “Orologio dell’Apocalisse”, promosso dall’Università di Chicago.
E, sul simbolico orologio in cui la fine del mondo è contrassegnata dalla mezzanotte, i minuti e i secondi che mancano all’ora “x” rappresentano quanto tempo c’è ancora a disposizione.
Nel 1947, quando partì l’iniziativa, durante la “Guerra fredda”, l’umanità aveva ancora 7 minuti.
Adesso, toccando il minimo storico, ci sono rimasti appena 90 secondi.
L’aggiornamento dell’Orologio dell’Apocalisse
Il metaforico orologio, inizialmente, fu pensato solo nella prospettiva della crescente minaccia nucleare.
Dal 2007, la prospettiva si è allargata, ricomprendendo anche tutti gli altri eventi in grado di infliggere danni irrevocabili alla vita umana sulla terra, a partite dai cambiamenti climatici, dall’inquinamento e dai nuovi sviluppi nei campi di armi biologiche e ingegneria genetica.
Va sottolineato anche che l’aggiornamento dell’orologio non avviene in tempo reale, ma viene preso annualmente dallo Science and security board del Bulletin. Il precedente ritocco alle lancette, il 22°, risaliva così al 2020, quando si scese dai 2 minuti del 2018 ai 100 secondi. Adesso, si sono persi altri 10 secondi.
Le cause della discesa a un solo minuto e mezzo sono legate in particolare, ma non solo, al conflitto in Ucraina (non a caso il nuovo bollettino è stato emesso, oltre che in inglese, nelle lingue dei due Paesi direttamente coinvolti negli eventi bellici) e al timore sempre più diffuso di un’escalation verso una guerra nucleare.
“Viviamo in un periodo di pericolo senza precedenti – ha spiegato Rachel Bronson, presidente e ceo del Bulletin – e l’Orologio dell’Apocalisse riflette questa realtà. Il Governo americano, i suoi alleati della Nato e l’Ucraina hanno molteplici canali di dialogo. Chiediamo ai leader di esplorarli. Proprio perché è stato l’uomo a creare queste minacce, l’uomo può ridurle”.
Orologio dell’Apocalisse: un po’ di storia
A determinare il non invidiabile record dei 90 secondi, oltre alla guerra tra Russia e Ucraina, hanno concorso anche i tentativi della Corea del Nord di arrivare alla bomba atomica, il programma nucleare iraniano, gli arsenali nucleari di India e Pakistan e l’espansione del programma missilistico della Cina.
Già l’aggiornamento del 2020 aveva fatto segnare un livello mai così avanzato delle lancette dell’Orologio dell’Apocalisse.
Prima del minuto e 40 secondi fissati all’inizio dell’anno della pandemia, solo in due occasioni si era scesi fino a 2′ e altre due volte (nel primo aggiornamento, del 1949, e in quello del 2015) fino a 3′.
Per la prima volta, i 120 secondi furono toccati nel 1953, 6 anni dopo l’avvio dell’iniziativa, quando le due superpotenze, Usa e Urss, svilupparono la bomba a idrogeno.
Uno scenario che durò fino al 1960.
La seconda volta è molto più recente: il 2018, di fronte alla constatazione dell’inefficacia dei tentativi dei leader mondiali di contrastare cambiamento climatico e minacce di guerra nucleare.
Va detto, però, che l’Orologio può anche tornare indietro.
La massima distanza dalla mezzanotte, 17′, iniziò con l’aggiornamento del 1991, recependo la fine della guerra fredda, lo scioglimento dell’Urss e la firma del trattato di riduzione delle armi strategiche.
Dal 1995, quando si passò a 14′, è iniziato però un periodo di lenta ma costante erosione del tempo rimanente prima della catastrofe.
Le reazioni
Ecco perché, di fronte all’annuncio del Bulletin, non sono mancate le reazioni.
“Suona l’allarme per tutta l’umanità – ha affermato l’ex Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Mary Robinson. – Siamo sull’orlo del precipizio ma i nostri leader non agiscono ad una velocità sufficiente per assicurare un pianeta in pace e vivibile”
Decisa anche la posizione dell’ex segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon: “Siamo vicini alla mezzanotte e questo mostra come il mondo è divenuto più pericoloso sulla scia della pandemia, del clima e della scandalosa guerra della Russia in Ucraina”.
“Polarizzazione, tensioni e altre difficoltà hanno un impatto sulla situazione” globale “che ovviamente include le testate nucleari. La situazione non sta migliorando e abbiamo sfide maggiori”, riporta RaiNews le dichiarazioni del direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea), Rafael Mariano Grossi.
E Paul Ingram, senior research associate del Center for the Study of Existential Risk dell’Università di Cambridge, rimarca: “Non c’è solo il rischio di esplosioni e radiazioni: se dovesse scoppiare una guerra nucleare, miliardi di persone morirebbero a causa degli effetti successivi sul clima, che potrebbero causare fame di massa e altri disastri”.
Alberto Minazzi