Sempre più i 5 stelle. Alberghi veneziani verso la “comunità energetica”. Scarpa (Ava): “Il 2023 sarà meglio del 2022”
Cambia il turismo. Cambia il volto della città turistica. Cambia la domanda e l’offerta si adegua, crescendo in qualità e migliorando la professionalità dei suoi addetti. E il mondo dell’hotellerie veneziana, coerente con gli obiettivi che si è data la capitale mondiale della sostenibilità, aumenta investimenti e attenzioni all’ambiente e per soggiorni rispettosi della fragilità di Venezia che può diventare drive per iniziative future.
Al di là della contabilità “di una stagione strepitosa” (il 2022), Claudio Scarpa, direttore generale dell’Associazione Veneziana Albergatori, Ava (una corazzata da 430 associati con i loro circa 8mila addetti, seconda solo a Roma), analizza i nuovi scenari del turismo in una città uscita da una lunga crisi iniziatasi già con la grande acqua alta del 12 novembre 2019.
“E poi è venuta la pandemia: più di due anni completamente persi e un danno all’economia di settore, compreso quindi anche l’indotto, che calcoliamo attorno ai 4 miliardi di euro. Uno shock drammatico da cui era difficile risollevarsi. E invece, fin dallo scorso aprile l’inversione è stata subito impetuosa e costante”.
2023: una svolta per il turismo veneziano
Se è vero che a soggiornare a Venezia è ancora solo un turista su tre, mentre gli altri due pernottano in altre località alimentando il famigerato “mordi e fuggi” (Ava appoggia l’idea dell’amministrazione comunale per il contributo d’accesso come freno a questo fenomeno) che ha devastato la città, “A trasformarsi è stata proprio quella percentuale che si ferma, che chiede e cerca alternative alla visita in piazza San Marco e Palazzo Ducale; che vuole alberghi di classe superiore o cerca soluzioni rispettose della riservatezza o che diano possibilità anche a gruppi di persone di stare assieme. E che sempre più spesso parla italiano”.
Turisti più attenti e consapevoli: cambia anche l’offerta
Partiamo allora da questa “novità”.
Se lo spartiacque è stata la pandemia, prima il 14% appena di chi si fermava a dormire in albergo era italiano con il 90% costituito da stranieri.
Oggi la percentuale nazionale si è allargata attestandosi sul 22% tra gennaio e luglio dello scorso anno dopo il 50% nel 2020-21 ma con tutte le restrizioni dell’emergenza-Covid.
Scomparso il cliente russo (era solo al 2,4% ma con un’alta capacità di spesa a tutto beneficio dei fatturati) e quello cinese (3,1%).
“Sono tornati gli americani – ricorda Scarpa – anche loro clienti con ampie disponibilità. A cambiare però è anche il tipo di domanda con un turista più attento, più consapevole e desideroso di “vivere” questa città e anche con più soldi visto che viaggiare ormai non è più così low-cost”.
Necessaria quindi una conseguente risposta dell’offerta proprio per intercettare quel tipo di turista che non vuole essere alternativa ai residenti ma esserne in qualche modo complementare.
Carnevale 2023: prenotazioni a flusso sostenuto
Come? Ce lo stanno dicendo proprio gli alberghi e il fermento che questa categoria sta vivendo in termini di obiettivi.
La stagione passata è stata superiore alle aspettative – ribadisce il DG di Ava – praticamente con il tutto esaurito da aprile a giugno e poi di nuovo da settembre a fine novembre e con riempimenti molto soddisfacenti nel bimestre luglio-agosto. E ancora ci siamo avvicinati al no-vacancy attorno a Capodanno, nonostante quasi il 15% degli alberghi avesse già chiuso per iniziare i lavori di manutenzione in vista del Carnevale”
Questa la prossima scadenza (4-21 febbraio) che Scarpa considera una sorta di controprova: “I nostri associati segnalano che il flusso delle prenotazioni è costante e sostenuto. Se confermato, allora penso che il 2023 sarà come il 2022 se non migliore”.
Sono una trentina i 5 stelle, si moltiplicano i 4 stelle
Con un’offerta stellare, ovvero con una moltiplicazione degli alberghi 4 stelle ma anche di quelli a 5 come per il Nolinski che aprirà in calle larga XXII marzo nel palazzo un tempo sede di Camera di commercio e Borsa.
“Ormai i 4 stelle stanno diventando la categoria base per Venezia con new entry a Murano e al Tronchetto; in crescita pure i 5 stelle e salto di qualità per i 3 stelle con un servizio molto qualificato e professionale”.
I dati Ava indicano che per fine 2023 Venezia potrà disporre di una trentina di alberghi a 5 stelle.
L’equazione vede quindi da un lato la gente che su viaggio e soggiorno carica progetti e desideri compressi per due anni, dall’altro l’occupazione registrata nel 2022 che ha permesso, benchè a fronte di nuove criticità come i costi energetici aumentati con multipli di 5 o 6 volte, di compensare il biennio di fermo causa pandemia.
L’appartamento extralberghiero
Offerta sostenuta anche da canali paralleli all’hotel, ovvero l’appartamento extralberghiero in locazione turistica, molto richiesto per garantire la riservatezza ma anche per poter vivere la città in modo diverso e qui Scarpa scherza “Alla fine per quante stelle, l’albergo ha comunque i suoi orari, le sue regole. L’appartamento ti fa sentire a casa e copre un segmento di mercato anche questo in crescita. Perciò molti alberghi gestiscono anche appartamenti in una sorta di complementarietà per rispondere a una trasformazione del sistema-turismo”.
Anche se per stessa ammissione del Direttore dell’Ava su questo fronte è aperto un dibattito all’interno dell’associazione con posizioni talvolta divergenti.
Turismo: non esiste più la stagionalità come un tempo
Del resto la “pausa” soprattutto invernale che tradizionalmente serviva alle imprese turistiche per riprendere fiato si è molto ridotta, passando dai circa quattro mesi di un tempo a neppure due mesi con la città che accoglie visitatori “richiamati dalle tante manifestazioni ed eventi non solo culturali distribuiti in tutto l’arco dell’anno a cominciare da Mostra del Cinema e Biennale d’Arte e di Architettura fino alle varie mostre, al Premio Campiello, naturalmente al Carnevale e al Redentore fino, ultimo nato da una felice intuizione, al Salone Nautico”.
Gli alberghi verso la “comunità energetica”
Tutto questo è compatibile con le fragilità di Venezia? Scarpa, assieme al suo vice e responsabile della formazione, Daniele Minotto, sa che la partita della sostenibilità è un banco di prova decisivo anche per la categoria alberghiera a fronte di una saturazione turistica della città con la popolazione che troppo spesso si sente assediata.
“Non è facile studiare e applicare formule green negli alberghi veneziani ma lo stiamo facendo. Sono in cantiere già alcuni progetti di adeguamento o transizione ecologica che comprendono ad esempio l’installazione di pannelli fotovoltaici e la condivisione mutualistica fra associati dell’energia prodotta. Venezia è una città soggetta a molti vincoli, peraltro esistenti ma diversi anche a Mestre, quindi il percorso non è né lineare né breve, ma può diventare laboratorio, definire un modello. Con tecnici e società fornitrici di energia abbiamo già allo studio un piano di comunità energetica calibrata su singole strutture e comportamenti. E’ un percorso coerente con una nuova sensibilità e senso di responsabilità sia degli albergatori che della clientela”.
Quindi non solo trolley (che non spariranno) ma anche una consapevolezza diversa capace di contribuire ad incrementare il valore aggiunto per una nuova frontiera della Venezia turistica.
Agostino Buda
Pannelli fotovoltaici a Venezia ??????
Uno schiaffo mortale alla Serenissima.
Follia allo stato puro .