Covid, guerra, siccità, crisi economica… l’anno che se ne va
Trecentosessantacinque giorni fa, giorno più giorno meno, le nostre vite erano ancora dettate dal Covid.
Le festività del 2021 erano scandite dai tamponi e dalle interminabili code per certificare o meno la positività al virus, mentre attorno a noi saltavano piani di festeggiamenti per celebrare un nuovo anno.
Ora che il 2022 volge al termine, è curioso guardarsi alle spalle e constatare quanto, in questi dodici mesi, sia successo.
Un ritorno alla normalità, per certi versi, e cambiamenti epocali per altri: il Covid oggi sembra stato solo un “antipasto” di tutti quegli eventi “mondiali”, legati indissolubilmente tra loro, che continuano a segnare la nostra storia.
Dalle Olimpiadi invernali di Pechino alla guerra
Dopo un inizio difficile, il mese di febbraio ci stava apparentemente regalando un ritorno alla normalità: la Cina gestiva un evento internazionale come le Olimpiadi invernali di Pechino in presunta assenza di Covid e la morsa del virus si stava allentando.
Ma due anni di pandemia avrebbero dovuto prepararci agli imprevisti: prima, rincari esorbitanti alle bollette del gas; poi, lo scandire di minacce belliche da quell’enorme nazione chiamata Russia, e inaspettatamente la guerra.
Mai avremmo pensato potesse scatenarsi un conflitto alle porte della “civile” Europa. Da un lato l’invasore russo, impersonato dall’autarca Vladimir Putin, padre-padrone del proprio stato; dall’altro, un popolo rappresentato da un ex-attore comico, riscopertosi leader in una delle situazioni più critiche della propria storia: Volodymyr Zelensky.
L’angoscia di una guerra nucleare, la diaspora migratoria degli ucraini in Europa e un paese che sarà irrimediabilmente segnato da una guerra che potrebbe finire in qualunque momento, e non lo fa mai.
2022: l’anno più caldo di sempre
È sembrato strano, tra marzo e aprile, fare affidamento al tanto acclamato riscaldamento climatico per chiudere in anticipo i nostri riscaldamenti, a tamponare l’emorragia economica dovuta al gas.
Climate change che, se negli scorsi anni tra la gente comune era “solo una narrazione”, in questo 2022 ha innegabilmente fatto percepire la propria portata.
Secondo i dati del CNR (Centro Nazionale di Ricerca), il 2022 per l’Italia è stato l’anno più caldo di sempre dal 1800, con quasi 1°C di media in più rispetto agli altri anni.
Siccità, carenza d’acqua per l’agricoltura e l’allevamento, caldo asfissiante incontrastabile, date le limitazioni all’aria condizionata per il caro-energia.
Se in parte abbiamo gioito per le interminabile giornate di bel tempo, dall’altro dovremmo seriamente preoccuparci per gli anni che verranno.
Nel frattempo, l’uomo più ricco del mondo, il filantropo e visionario Elon Musk, si approcciava all’acquisto di uno dei social più influenti del mondo: Twitter.
L’affare è stato chiuso, dopo mesi di tira e molla, alla fine di ottobre.
L’addio della Regina Elisabetta
Il 2022, nel frattempo, salutava l’ultimo baluardo che ci legava al secolo scorso, piangendo la morte della regina Elisabetta II d’Inghilterra. Abituati a pensarla come immortale, Queen Elizabeth si spegneva lo scorso 8 settembre nel castello di Balmoral, in Scozia, portando con sé l’ultima memoria internazionale legata al Novecento. Il figlio Carlo ha preso il suo posto, e sembra strano ora dover recitare il “nuovo” God save the King. La sensazione è di aver volto lo sguardo da un passato familiare a un futuro ignoto.
L’Iran si ribella. Le donne si ribellano. Il mondo si ribella
Otto giorni dopo, a Teheran, una ragazza di nome Mahsa Amini veniva uccisa dalla polizia iraniana perché indossava male il burqa, il velo che copre i capelli delle donne iraniane.
Un’inaccettabile goccia che ha fatto traboccare il popolo d’Iran: da quel giorno imperversano proteste contro la teocrazia dell’ayatollah Khamenei, alle quali si sono uniti gli iraniani sparsi per il mondo e che non accettano più l’oppressione del regime islamico. Una protesta portata avanti soprattutto dalle donne, il cui simbolo è divenuto il taglio di una ciocca di capelli.
Le proteste iraniane continuano da quel giorno di settembre.
I mondiali di calcio nel Qatar
La stessa popolazione ha tentato di coinvolgere anche la nazionale di calcio iraniana, la quale si apprestava a partecipare all’evento popolare più sentito al mondo: i controversi Mondiali di Calcio nel Qatar.
Mentre il popolo iraniano festeggiava la sconfitta della propria nazionale contro gli Stati Uniti, l’evento calcistico, per la prima volta nella storia in un paese mediorientale, regalava partite entusiasmanti e la finale consacrazione di Lionel Messi all’olimpo del calcio mondiale, insieme al connazionale Diego Armando Maradona.
L’Argentina ha vinto il Mondiale sul campo, lo scorso 18 dicembre, ma l’impressione è che sia stato il Qatar, grazie ai suoi petrodollari, a vincere veramente la competizione, grazie ai 200 miliardi di dollari investiti, alle poco chiari relazioni con gli organi internazionali e alla morte di 6500 immigrati clandestini, sfruttati per costruire l’evento più popolare al mondo.
2022: Giorgia Meloni primo premier donna d’Italia
Ai festeggiamenti per il campionato internazionale di calcio, ai quali per la seconda volta l’Italia non ha partecipato, sono conseguiti quelli per il Natale e per l’imminente anno nuovo.
Nel frattempo, il governo targato Giorgia Meloni, dal 22 ottobre prima donna premier eletta in Italia, si appresta a varare la sua prima legge di bilancio, tra aiuti per il caro energetico e nuovi provvedimenti fiscali.
E con la conclusione di questo 2022, si aprirà un nuovo anno, al quale chiederemo come di consueto: cosa ci aspetterà in questo 2023?
L’impressione è che avremo, ancora una volta, la dimostrazione di abitare sempre di più sullo stesso, piccolo, pianeta.
Damiano Martin