Ecco come la nuova Legge di Bilancio potrebbe incidere sulla quotidianità dei cittadini
Non ci sono solo i grandi temi, che spesso vedono maggioranza e opposizioni molto distanti nelle rispettive valutazioni politiche, tra gli argomenti di cui si sta discutendo in queste ore in Parlamento per arrivare all‘approvazione della Legge di Bilancio entro il 31 dicembre ed evitare così di iniziare il 2023 con l’esercizio provvisorio.
Nel maxiemendamento alla manovra, il Governo ha infatti introdotto anche alcune novità da cui, se verranno approvate dalle Camere, potrebbero derivare significative conseguenze concrete per la quotidianità di tutti (o, in alcuni casi, molti) i cittadini.
Dalla conversione dei mutui, al tema dell’identità digitale, ai bonus culturali per i giovani, ecco cosa sta per cambiare.
Mutui: ritorno al tasso fisso
Già nel 2011, con il decreto legge 70, poi convertito con la legge 106, il Governo aveva introdotto la possibilità di rinegoziare con le banche i mutui già accesi, ottenendo la trasformazione del tasso da variabile a fisso per la durata restante del contratto.
L’Esecutivo ha ora previsto di rispolverare la norma, sia pure con condizioni e requisiti leggermente diversi.
Il tetto massimo del finanziamento originario è stato ad esempio alzato da 150 mila a 200 mila euro. Così come la soglia Isee che non può essere superata da chi intende accedere alla rinegoziazione è stata prevista nell’emendamento in 35 mila euro rispetto ai 30 mila di 11 anni fa.
Ulteriore requisito richiesto ora è legato al fatto che il richiedente non abbia mai avuto ritardi nel versamento delle rate.
È stata invece confermata la possibilità, per il beneficiario, di concordare con la banca un allungamento dei tempi del piano di rateizzazione per la restituzione dell’importo.
La dilazione massima può arrivare fino a ulteriori 5 anni, in aggiunta alla scadenza inizialmente prevista, anche se la durata residua del mutuo in essere non deve superare i 25 anni.
Spid addio? Il Governo punta sulla carta d’identità elettronica
La “rivoluzione” dello Spid, entrata in vigore il 1° ottobre del 2021, potrebbe avere i giorni contati.
Il “Sistema Pubblico di Identità Digitale” (questo il nome esteso sintetizzato nell’acronimo), previsto dal decreto “Semplificazione e innovazioni digitali” e richiesto come chiave d’accesso obbligatoria per interloquire con la Pubblica Amministrazione e altri enti come l’Inps, negli intendimenti espressi dal Governo dovrebbe infatti lasciare il passo alla sola carta d’identità elettronica (Cie).
Insieme alla Carta Nazionale dei Servizi, il documento d’identità dotato di chip era già previsto come credenziale alternativa allo Spid per avere accesso ai servizi pubblici online o esercitare i propri diritti nei confronti degli enti pubblici. Ma molti, a partire da marzo dello scorso anno, si erano dotati della specifica identità digitale.
Il piano dell’Esecutivo, illustrato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti, è ora quello di operare una semplificazione della vita digitale dei cittadini, facendo convergere il sistema esclusivamente sulla Cie, puntando ad aumentarne la sicurezza, abbreviarne i tempi di rilascio e risparmiare sui costi, oltre a rendere più accessibili i servizi digitali, adeguando le tecnologie ora attive per la Cie.
Dal bonus 18app alla “Carta G”
Numerose novità, infine, sono in arrivo per il “bonus 18app”, introdotto nel 2015 e poi prorogato nel corso degli anni con l’obiettivo di promuovere la cultura.
estinato a tutti coloro che, nel corso dell’anno, raggiungono la maggiore età, e finora concretizzatosi in un buono da 500 euro da spendere in libri, testi universitari e scolastici, fumetti, film in dvd e blu-ray, cd musicali, vinili ed e-book, sembrava destinato a non essere più riproposto.
In realtà, il Governo ha pensato a una riformulazione del contributo, non solo attraverso la revisione del nome (il nuovo bonus dovrebbe chiamarsi “Carta G”).
La principale novità riguarda la riduzione della platea dei beneficiari, non avendo più diritto al bonus tutti i neodiciottenni, ma passando la concessione attraverso una valutazione di due criteri: il reddito e il merito.
Riguardo al primo, l’intenzione è quella di introdurre un limite di Isee di 35 mila euro di reddito familiare.
In alternativa, avrà diritto al bonus anche chi, pur superando tale soglia, consegue il massimo di voti all’esame di maturità.
Peraltro, se si troveranno le necessarie risorse finanziarie, l’importo dovrebbe essere raddoppiato, raggiungendo i mille euro, anche se sarà poi il Governo stesso a indicare i nuovi settori di applicazione in aggiunta a quello del libro.
Alberto Minazzi