Le previsioni: mai così caldo in questo mese, ma ci sarà anche qualche pioggia. Riscaldamenti accesi a Genova e Firenze, non a Roma
Il 2022 da record per le temperature si accinge a scrivere un’altra pagina di storia ambientale in Italia.
Se, lo scorso mese, la colonnina del mercurio è schizzata all’insù per ben 3 “ottobrate”, quando in passato c’era stato al massimo un picco di caldo anomalo nel decimo mese dell’anno, i meteorologi hanno confermato, per le giornate a venire, l’arrivo di un’inedita “novembrata”.
Una situazione decisamente preoccupante, se guardata nella prospettiva del cambiamento climatico che ne è alla base. Ma, contestualizzata nell’attuale crisi energetica, è al tempo stesso una notizia incoraggiante sul fronte dei consumi di gas.
E così anche il previsto calendario delle possibilità di accendere gli impianti di riscaldamento sta venendo modificato. L’ultima decisione, in tal senso, è quella del Comune di Roma, che ha fatto slittare la data, inizialmente fissata (così come, tra le altre, a Genova e Firenze) per oggi, 8 novembre, di circa 2 settimane.
La “novembrata”
Era da qualche settimana che i meteorologi avevano previsto la possibilità di un periodo di caldo eccezionale fuori stagione per il mese centrale dell’autunno. La cosiddetta “estate di San Martino”, così, quest’anno rischia di diventare tale quasi a tutti gli effetti, anche se forse non si raggiungeranno le temperature che hanno spinto a ottobre molta gente al mare.
I più recenti aggiornamenti meteo non hanno stravolto la previsione generale, legata a un nuovo aumento della pressione sul bacino del Mediterraneo. Gli unici correttivi apportati nelle ultime ore riguardano la stabilità del bel tempo, perché, contrariamente a quanto inizialmente ipotizzato, non è da escludere la possibilità di qualche pioggia.
Le precipitazioni potrebbero iniziare già da martedì 8, a partire dal nord-ovest e dalla Liguria. L’aria umida di provenienza nord-atlantica dovrebbe quindi raggiungere, tra mercoledì e giovedì, anche il versante nord-orientale (interessato soprattutto l’est del Friuli Venezia Giulia) e parte del centro della Penisola. Venerdì 11, comunque, tornerà ovunque l’alta pressione.
Le temperature, in ogni caso, resteranno abbondantemente sopra la norma, in particolare al sud, sulle isole maggiori, ma anche in alcune zone del centro. L’apice è atteso tra le giornate di mercoledì 9 e giovedì 10, con sole e venti caldi di origine africana che potrebbero spingere i termometri fino ai 26 gradi in Sicilia e i 27 in Sardegna, ma anche 22 gradi in riviera romagnola e ligure, 20° nei fondivalle di Aosta e Bolzano e 23-24 gradi a Roma.
L’accensione del riscaldamento
Proprio dalla capitale è arrivata intanto nelle ultime ore la notizia dell’ordinanza firmata dal sindaco Roberto Gualtieri con un regolamento relativo all’utilizzo degli impianti di riscaldamento diverso da quello inizialmente stabilito sulla base delle tabelle nazionali, con la suddivisione a tal fine del territorio in 6 fasce.
Roma rientra infatti nella zona climatica “D”, per cui nel 2022 è prevista la possibilità di accendere il riscaldamento degli immobili dall’8 novembre al 7 aprile, per un massimo di 11 ore giornaliere. È quanto è avvenuto, oggi, in altre città come Genova (e il resto della Liguria, tranne Imperia), Firenze e gran parte della Toscana, Ancona e le Marche, ma anche altre città centro-meridionali.
Già Milano e Torino, che teoricamente avrebbero potuto autorizzare l’accensione dal 22 ottobre, avevano deciso di slittare al 3 novembre. Bologna e altri grandi centri dell’Emilia Romagna (ma non solo: vedi la pavese Vigevano) avevano invece rinviato con ordinanze addirittura fino al 7 novembre.
L’ordinanza romana interviene su più fronti. In primo luogo, il via al riscaldamento potrà avvenire ora solo dal 21 novembre. Inoltre, si riduce da 11 a 10 il numero di ore (nella fascia dalle 5 alle 23) di possibile apertura degli impianti. La temperatura massima consentita, infine, è di 17 gradi per gli edifici industriali e di 19 per gli altri.
È stata inoltre anticipata dal 7 aprile al 31 marzo la chiusura, fermo restando che il Comune, in caso di “ipotesi di previsioni meteorologiche favorevoli, si è riservato la possibilità di intervenire con ulteriori provvedimenti maggiormente restrittivi.
Alberto Minazzi