Pubblicato il nuovo rapporto “Ecosistema urbano” di Legambiente. Anche dopo la pandemia molti capoluoghi restano in difficoltà
Nel 2021 era al 6° posto, adesso Legambiente l’ha incoronata “regina green” d’Italia. È Bolzano, nel 2022, il capoluogo di provincia italiano ad aver fatto registrare le migliori performance per quanto riguarda i 18 parametri di sostenibilità ambientale delle 6 aree tematiche (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia) presi in considerazione.
Lo sottolinea il nuovo report “Ecosistema urbano” appena pubblicato dall’associazione ambientalista, che lo ha realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Il quadro generale che emerge dal rapporto desta però preoccupazione, perché molti dei 105 Comuni analizzati sono in affanno anche dopo la fine della pandemia.
La classifica dell’Ecosistema urbano
Al vertice della graduatoria si è dunque registrato un passaggio di consegne tra i capoluoghi delle due Province autonome. Trento, che guidava la classifica negli ultimi 2 anni, è comunque ancora seconda. A completare un podio tutto dolomitico è Belluno, in risalita dall’8° al 3° posto.
Il Veneto piazza nella top ten assoluta anche Treviso, 6^, preceduta da Reggio Emilia (4^) e Cosenza (5^), con quest’ultima che si conferma l’unica realtà meridionale tra le prime 10. Tra le città metropolitane, la migliore è Venezia, in risalita fino al 13° posto assoluto.
Tra i grandi centri a migliorare le performance è anche Torino, ora 65^. Scendono invece Genova, ora 53^, Firenze (43^) e Milano (38^, con una perdita di 8 posizioni). Roma si posiziona infine all’88° posto anche a causa delle numerose mancate risposte al questionario di Legambiente.
Nella parte bassa della classifica, solo Catania, ultima, fa peggio di Palermo, 104^. Anche Napoli, tra le metropoli, è in coda, al 92° posto. Alessandria, 103^, è il capoluogo del nord a fare peggio, mentre, al centro, il non invidiabile primato va a Latina, che si posiziona in 102^ piazza.
Alcune performance specifiche
Premesso che nessuna città ha superato gli 80 punti percentuali (la media del 53,41%), con solo le prime due in classifica sopra il 75%, ma un aumento da 6 a 8 capoluoghi, delle città che superano la soglia del 70%. Bolzano guida con un punteggio di 79,02% (era al 71,7%).
Un punteggio che si lega a buoni valori in tutti e 3 i parametri legati all’inquinamento atmosferico, una raccolta differenziata oltre il 66%, un evidente miglioramento negli indici legati al trasporto pubblico, nelle infrastrutture dedicate alla ciclabilità, nella dispersione delle acque immesse in rete e nell’aumento di kw installati su edifici pubblici.
Sul fronte delle perdite idriche, sono 6 le città virtuose (erano 5 nel 2020) che riescono a contenerle entro il 15%: Livorno, Macerata, Mantova, Milano, Pavia e Pordenone. Reggio Emilia è invece la prima per la rete ciclabile, salendo da 46,5 metri equivalenti ogni 100 abitanti di percorsi per le bici. E Padova, Oristano, Pesaro e Verona guidano la classifica della diffusione di solare termico e fotovoltaico su strutture pubbliche.
Quanto al trasporto pubblico, il rapporto afferma che “solo a Venezia, Cagliari, Brescia, Trento, Siena e Pavia prendere il bus è una vera alternativa”. In particolare, Venezia ha aumentato da 417 a 472 il numero di passeggeri per abitante a fronte di un calo medio percentuale di circa il 2% nelle grandi città.
Il trend di stallo sul fronte ambientale
Legambiente ha provato anche a fare il punto sul trend generale dei capoluoghi italiani in materia di sostenibilità ambientale. In questa prospettiva, la considerazione esposta dal rapporto è che, nella ripresa post-Covid, le emergenze urbane ormai croniche hanno determinato la conferma a una tendenza di stallo.
Questa si traduce una crescita dei picchi di smog, a pochi miglioramenti sul fronte del trasporto pubblico, a un parco auto che resta tra i più alti d’Europa. Ma anche i rifiuti prodotti, con 526 kg pro capite, sono tornati quasi ai livelli del 2019 (quando erano 530), sebbene sia in crescita la raccolta differenziata, con una media nazionale del 61,5% e 10 capoluoghi oltre l’80%.
Non è comunque questa, va detto, l’unica nota positiva. Aumentano ad esempio i km di piste ciclabili e l’infrastrutturazione pensata per le due ruote. Cresce, toccando i 5,41 kilowatt medi per 1.000 abitanti, la diffusione dell’energia solare installata sugli edifici pubblici. Stabili, infine, le perdite idriche della rete, attestate al 36%.
“Dalla fotografia di Ecosistema Urbano 2022 – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – non vediamo quel cambio di passo repentino che impone l’emergenza energetica, ambientale e sociale. La transizione ecologica dei capoluoghi italiani dipende dalle scelte dei Comuni ma soprattutto da quelle che verranno fatte a livello nazionale dall’Esecutivo”.
Alberto Minazzi