L’Italia riparte dalla Legge di Bilancio
Con 235 voti a favore e 154 contrari, la Camera, poco dopo le 20.30 di ieri, martedì 25 ottobre, ha dato la propria fiducia al Governo guidato da Giorgia Meloni.
Oggi è la volta del Senato, con la chiama per il voto prevista a partire dalle 19, a chiusura della giornata che si aprirà con le comunicazioni del premier, il dibattito nell’aula di Palazzo Madama, la replica del presidente del Consiglio e le dichiarazioni di voto.
Il nuovo Esecutivo non sta attendendo però la chiusura dell’iter parlamentare per definire gli interventi da mettere in campo in tempi strettissimi, a partire dal nuovo decreto Aiuti e dalla Legge di bilancio. Prima manovra economica che, tra i punti cardine, avrà quello di “non disturbare chi vuole fare”. Lo ha detto espressamente, Meloni, nel suo discorso a Montecitorio. In cui ha anche anticipato alcuni aspetti essenziali di alcune misure allo studio.
I punti salienti del nuovo Governo
Con un tweet in serata dopo aver ottenuto la fiducia, Giorgia Meloni ha voluto ringraziare pubblicamente “tutte le forze politiche per aver ascoltato le linee programmatiche che l’Esecutivo intende attuare per risollevare l’Italia”. “La rotta è tracciata: andiamo avanti”, ha concluso. Parole che si ricollegano a quelle pronunciate in mattinata alla Camera, quando l’Italia era stata definita “una nave in tempesta”, anche se il premier ritiene di essere alla guida di un “equipaggio capace”.
Il fil rouge che intende seguire il Governo è definito: imprese, famiglie e giovani al centro; ricette chiare e cambio di registro, per garantire al Paese “un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere e sicurezza”. Concetti declinati in una sorta di “manifesto economico” che prevede novità dalle pensioni, al reddito di cittadinanza, alla finanza pubblica (con un nuovo patto fiscale basato su 3 pilastri: riduzione della pressione fiscale, “tassa piatta” e nuova rottamazione delle cartelle).
Pensioni e reddito di cittadinanza
L’intervento pensato dal Governo in materia di pensioni si struttura in due tempi. La mossa nel brevissimo è quella della proroga delle misure in scadenza, come Ape sociale, Opzione donna e Quota 102. Quest’ultima misura potrebbe però essere rivista nel meccanismo, introducendo o “Quota 41” o comunque una nuova quota flessibile per il pensionamento anticipato.
Per il 2023, invece, si punta alla riforma dell’intero sistema pensionistico.
Quanto al reddito di cittadinanza, l’intenzione è quella non tanto di cancellarlo in toto, ma di lasciarlo in piedi solo per i soggetti fragili, che non sono in grado di lavorare. Perché, per chi è in grado di farlo, ha sottolineato Meloni, “la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro”. In tal senso, verrebbe escluso dal beneficio chi rifiuta anche solo una proposta di lavoro.
Il nuovo patto fiscale
L’obiettivo di ridurre la pressione fiscale sulle famiglie dovrebbe passare, secondo quanto anticipato dal Presidente del Consiglio, attraverso la riforma dell’Irpef con l’introduzione del quoziente familiare, che valuta, nella tassazione del reddito, anche la numerosità del nucleo familiare. La flat tax, chiamata da Meloni “tassa piatta”, potrebbe invece essere estesa anche alle partite Iva fino a 100 mila euro di fatturato, rispetto ai 65 mila attuali.
“Più assumi, meno paghi”
Il taglio del cuneo fiscale di 5 punti, che potrebbe essere accompagnato da altri incentivi all’assunzione (all’insegna del “più assumi, meno paghi”), dovrebbe essere introdotto gradualmente, con benefici sia per i lavoratori che per i datori. Infine, la rottamazione delle cartelle esattoriali è pensata per mettere in atto una vera e propria “tregua fiscale”, con meccanismi “a saldo e stralcio” per i debiti più bassi, l’annullamento di sanzioni e interessi per quelli più elevati e una maggior interlocuzione con l’Amministrazione per una rateizzazione automatica dei debiti non ancora arrivati all’emissione di una cartella.
Le altre misure
Gli obiettivi del Governo sono comunque estremamente variegati. Si va dalle semplificazioni per le imprese alle misure per il sud, dalla tutela delle infrastrutture strategiche e del made in Italy alla transizione ecologica. Sul Pnrr, poi, potrebbe essere chiesta all’Europa una modifica delle tempistiche in considerazione dei rincari energetici.
Si sta ragionando anche sull’aumento degli importi dell’assegno unico e universale e sugli aiuti alle giovani coppie per i mutui prima casa. Così come, in ambito lavorativo, sull’innalzamento della soglia di esenzione dei fringe benefit, il potenziamento del welfare aziendale e la riduzione dell’Iva al 5% per ulteriori beni primari.
Alberto Minazzi