In un’ora e mezza, le linee del nuovo esecutivo. Sottolineando: “non limiterà mai la libertà e i diritti dei cittadini e delle imprese. Anche in tema di diritti civili”.
“Combatteremo ogni forma di razzismo, antisemitismo, violenza politica e discriminazione. Le leggi razziali del 1938 hanno rappresentato il punto più basso della politica italiana. E i totalitarismi, che hanno dilagato in Europa in quegli anni in una successione di orrori, a prescindere da chi li compie, non hanno giustificazioni”.
Giorgia Meloni parla all’aula alla quale sta chiedendo la fiducia per il Governo nascente con il suo tono deciso e incalzante e mira alle questioni chiave in modo chiaro e diretto.
Tra un passaggio e l’altro, in un’ora e mezza disegna le linee del nuovo esecutivo snocciolando dati sulla situazione attuale e obiettivi per il futuro.
Ma non dribbla sul passato calcando sulle risposte che vuole dare alle opposizioni e a quanto sollevato in questi giorni dalle stesse su alcuni temi come la “sovranità alimentare”, (“che non significa che bandiremo l’ananas, come più volte è stato detto”). Soprattutto sui temi delle libertà e dei diritti: “Questo governo di centrodestra – ha scandito dopo aver ammesso che, anche per la sua storia personale di organizzatrice di innumerevoli manifestazioni di protesta, proverà sempre un moto di simpatia per chi scenderà in piazza, perché il libero arbitrio è la grandezza dell’essere umano- non limiterà mai la libertà e i diritti dei cittadini e delle imprese. Anche in tema di diritti civili. Sarà il tempo – ha concluso- a dire chi diceva la verità e chi no”.
Ancora, una precisazione il presidente del Consiglio l’ha fatta sul concetto di ambiente.
“L’ecologia è l’esempio più vivo dell’ unione tra presente, passato e futuro. Ciò che distingue il nostro ambientalismo dall’ambientalismo ideologico, è però che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro. Sarà questo – ha concluso- il nostro approccio”.
“La nave più bella del mondo”
Messi dei paletti e focalizzate alcune questioni cruciali riguardo a quello che sarà il nuovo governo, il premier Meloni ha posto l’attenzione sulla situazione in atto e sulle proposte messe in campo per i prossimi cinque anni.
“Siamo nel pieno della tempesta – ha rimarcato utilizzando una metafora “pescata in mare”– La nostra imbarcazione ha subito diversi danni e gli italiani hanno ora affidato a noi il compito di portare la nostra nave in porto dopo questa difficilissima attraversata. Eravamo consapevoli dell’enorme macigno che ci caricavamo sulle spalle – ha continuato – Ma non potevamo sottrarci: perché non siamo persone che scappano di fronte alle difficoltà ma anche perché la nostra nave, nonostante tutto, resta la nave più bella del mondo”.
Il motto del nuovo governo: “Non disturbare chi vuole fare”
Di fronte a un debito al 145% del PIL, a previsioni macroeconomiche di un ulteriore rallentamento economico per il 2023, a una crescita che negli ultimi 20 anni è stata solo del 4% contro il 20% che ha contrassegnato altri Paesi europei, ciò su cui il nuovo governo intende puntare sono “le enormi potenzialità, molte delle quali inespresse, del nostro Paese”, che nonostante tutto è fatto di famiglie che risparmiano ed è uno dei pochi in costante avanzo primario: uno Stato che spende meno di quello che introita.
“Noi possediamo giacimenti di gas e abbiamo il diritto di esercitare appieno il nostro diritto di prelevarlo – ha detto Giorgia Meloni –. Il nostro Paese è il paradiso delle rinnovabili, un patrimonio di energia verde che dobbiamo sbloccare. L’Italia deve tornare ad avere una sua politica industriale, ad attuare interventi strutturali, a tutelare le infrastrutture strategiche. Deve poter fare. La ricchezza – ha concluso Meloni – la creano le aziende con i loro lavoratori. E’ per questo che il motto di questo governo sarà “non disturbare chi vuole fare”.
I punti chiave della politica del fare
Nella difficoltà della situazione attuale, “è il contesto forse più difficile dal dopoguerra a oggi”, ha detto il presidente del Consiglio, si può approntare solo una politica di visione, che passo per passo condurrà a risultati apprezzabili nell’arco del prossimo decennio.
Per questo, la “strada per ridurre il debito pubblico – ha annunciato- non sarà la cieca austerità, né gli avventuristici bonus ma una crescita economica duratura e strutturale”.
Fine dunque dei bonus a pioggia, fine anche del reddito di cittadinanza slegato da chi davvero non può lavorare, perché, ha sottolineato Meloni citando papa Francesco, “la povertà non si combatte con l’assistenzialismo, in quanto la porta della dignità di un uomo è il lavoro”.
Riforma costituzionale, Autonomia, Pnrr, politica del marchio
Il presidente del Consiglio ha poi ribadito che la riforma costituzionale in senso presidenziale, un processo “virtuoso verso l’autonomia differenziata in un quadro di coesione nazionale” e gli aggiustamenti necessari al Pnrr “perché queste materie si affrontano con approccio pragmatico e non ideologico” saranno punti cardine del programma del nuovo governo.
Altro punto focale sarà quello di una politica industriale basata sul marchio italiano, apprezzato nel mondo in molti settori e punto di forza che va tutelato.
Un nuovo patto fiscale
Infine, il presidente Meloni ha annunciato un nuovo patto fiscale poggiato su tre pilastri: la riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie, con l’estensione di una tassa “piatta” anche alle partite iva, una tregua fiscale per consentire a chi è in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco e una serrata lotta all’evasione con una modifica dei criteri di valutazione attuali dell’Agenzia delle Entrate, che dovrà basarsi sugli importo effettivamente incassati.
La ricchezza del sud
“Con il suo sole, il suo vento, il suo mare”, è soprattutto il Mezzogiorno a essere il paradiso delle rinnovabili. Il sud “non è più visto come un problema ma come un’occasione di sviluppo per tutta la nazione – ha aggiunto Meloni – Lavoreremo sodo per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita. Dobbiamo porre fine – ha concluso- a quella beffa per cui il Sud esporta manodopera, intelligenze e capitali che dovrebbero restare nel nostro Paese”.
Passaggi importanti, sono stati anche quelli relativi al sistema pensionistico, che deve cambiare per garantire anche le nuove generazioni e tutti coloro che percepiranno la pensione in base al regime contributivo, “una bomba sociale – ha detto il presidente – che continuiamo a ignorare ma che investirà in futuro milioni di attuali lavoratori” e il problema immigrazione, che il nuovo governo intende affrontare “a monte”, andando “a rimuovere le cause che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra”.
Per questo, la proposta sarà quella di attuare il “Piano Mattei” per l’Africa, “un modello virtuoso”, secondo Meloni, “di collaborazione e di crescita tra Ue e nazioni africane”.
Consuelo Terrin