Esenzione anche per i coniugi residenti in Comuni diversi
Scattano i rimborsi Imu per coniugi e conviventi ai quali i Comuni hanno negato la doppia esenzione per gli immobili utilizzati come abitazione principale.
Con la sentenza 209 del 2022 della Corte Costituzionale è stato riconosciuto il diritto a fruire due volte del beneficio, in presenza dei requisiti di legge, come già avviene per le coppie di fatto non legate da matrimonio o da un’unione civile.
I contribuenti che hanno pagato l’imposta che risulti non dovuta sulla prima casa e sulle pertinenze hanno quindi diritto al rimborso.
Per effetto della sentenza, i coniugi effettivamente residenti in comuni diversi che non hanno potuto fruire dell’esenzione da abitazione principale e che hanno versato l’Imu per le annualità ancora suscettibili di accertamento dall’anno di imposta 2017 al corrente 2022, potranno presentare istanze per essere risarciti.
Le coppie che hanno fissato la residenza in due diversi immobili utilizzati come dimora abituale, anche se ubicati nello stesso comune, possono recuperare il tributo versato presentando la propria richiesta entro 5 anni da quando è stato effettuato il versamento o da quando è sorto il diritto alla restituzione.
E’ sufficiente rivolgersi al Comune in cui si risiede e in cui si trovano le abitazioni per le quali è stata pagata la tassa. Va tenuto presente che i Comuni, per poter restituire le somme, devono accertarsi dell’effettivo utilizzo tutto l’anno della seconda casa come abitazione principale da parte di uno dei due coniugi per evitare di incorrere in false dichiarazioni per evitare l’imposta.
Il rimborso potrebbe quindi ritardare ad arrivare proprio perché i Comuni devono svolgere i relativi accertamenti. A partire dalle utenze delle abitazioni il cui utilizzo attivo tutto l’anno è il presupposto dal quale partire per accertare che la casa sia adibita a prima abitazione per il secondo coniuge.