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"Sognavo di aprire una piccola trattoria. Invece ho trovato un tesoro"

"Sognavo di aprire una piccola trattoria. Invece ho trovato un tesoro"
Luciano Faggiano

Scava per riparare un danno alla fognatura: trova antichissimi reperti, iscrizioni e tombe.
Ricostruiti più di 2 mila anni di storia concentrati in 300 metri quadrati

Una commedia romantica del 2001 ha portato alla ribalta, anche nel nostro Paese, il termine inglese “serendipity“, traslitterato in serendipità.
Inventata nel 1754 dallo scrittore Horace Walpole, questa parola indica la scoperta di qualcosa di imprevisto mentre si cerca altro.
Non ce n’è una migliore per raccontare ciò che, proprio nel 2001, ha stravolto la vita di Luciano Faggiano, di Lecce.
Durante i lavori di restauro della sua casa, cercava una fognatura rotta e invece trovò qualcosa di unico e straordinario.
Un vero e proprio tesoro di cui oggi, tutti noi, possiamo beneficiare.

Doveva essere una trattoria

Cuoco per molti anni impiegato all’estero, Luciano Faggiano sognava di tornare nella propria città e di aprire una piccola trattoria.

 

tesoro
Lecce, centro storico

L’acquisto della sua casa in via Ascanio Prati, in pieno centro storico, a Lecce, fu il primo passo.
L’abitazione aveva bisogno di un restauro e durante i lavori Luciano notò che c’era anche un grande problema di umidità che dal pavimento si propagava alle pareti.
Capito che si trattava di una condotta fognaria rotta, si rimboccò le maniche come era abituato a fare e cercò di riparare il danno nel più breve tempo possibile.
Credeva di impiegare al massimo una settimana, invece, rotte le prime piastrelle, divenne subito chiaro che ci sarebbe voluto molto di più.
Ma cosa avrebbe prima o poi trovato, non lo avrebbe mai immaginato: dapprima vasellame vario, reperti antichissimi, poi iscrizioni sui muri, infine tombe.
Non avrebbe più smesso di scavare con i figli se i vicini di casa, insospettiti dai continui rumori e dalle quantità di terra e calcinacci che venivano via via caricati in macchina, non avessero interessato le autorità.
Che hanno attestato quel che oramai era diventato evidente: sotto quella casa c’era un tesoro. Con la supervisione della Soprintendenza dei beni archeologici, quindi, gli scavi sono poi ripresi e sono durati per ben 7 anni.
Niente, se si considera che hanno portato alla luce più di più di 2000 anni di storia concentrati in 300 metri quadrati.

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Dalla piccola trattoria al Museo

Sono oltre 3000 i reperti rinvenuti, molti dei quali confluiti in vari musei.
Ma dal 2008, la stessa casa del cuoco leccese è diventata un Museo aperto al pubblico: il Museo Archeologico Faggiano, che ha ottenuto dal Comune di Lecce lo status di museo autonomo.
Uno spettacolare luogo della cultura che è entrato a far parte dell’itinerario che accompagna i visitatori nella Lecce sotterranea, in un percorso sorprendente che si snoda sotto le strade e gli edifici barocchi e che è fatto di camminamenti, vie di fuga, cisterne, granai, antichi luoghi di culto, tombe.
Del piccolo museo si è innamorata a prima vista una giornalista del New York Times. Ci è capitata per caso, ha raccontato la sua visita e la storia di quella che doveva essere una trattoria in un articolo pubblicato in prima pagina dal celebre quotidiano americano e da lì in poi è stato un susseguirsi di articoli apparsi nei più importanti giornali di tutto il mondo:  Le Monde, il Daily Mail, il Mirror, The Indipendent, il China Times.
La fama del piccolo museo di Lecce è passata poi per le televisioni nazionali (gli è stato dedicato un servizio su Voyager e CitofonareRai 2) olandesi e spagnole

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Un viaggio nel tempo all’interno di una “matrioska”

Il Museo Archeologico Faggiano, d’altra parte, non ha solo una storia straordinaria.
Avete presente la matrioska? Ecco, è simile a questo giocattolo russo perché ogni sua stanza ne “nasconde” un’altra ed è una continua sorpresa, perché i visitatori compiono un incredibile viaggio nel tempo che dal Rinascimento passa al Medioevo, dall’età romana a quella messapica.
Un viaggio a cui si accede attraverso delle scalette di acciaio che scendono di quasi 15 metri sottoterra: si incontrano resti della struttura di un convento francescano risalente al XV-XVI secolo; affreschi e simboli riconducibili ai Templari come la rosetta e il triangolo; vani cantina e granai di età romana; cisterne d’acqua nate come gallerie di fuga; un tratto di strada sotterranea; una tomba di un bambino; un essiccatoio utilizzato per i cadaveri; resti di un pavimento messapico risalenti al V secolo a.C., fino a un pozzo da cui si vede scorrere l’acqua del fiume Idume.

Nè un museo né un sito archeologico

Un luogo magico che ha cambiato per sempre la vita di Luciano e dei suoi figli. Trovata la fognatura, hanno trovato un nuovo destino, ma l’idea della trattoria è stata solo “ridimensionata”.
Oltre al Museo che però, sottolinea Luciano al telefono, “non è proprio un Museo né un sito archeologico ma un qualcosa di strano e originale”,  la famiglia ha infatti aperto un bar .
E ha acquistato la casa confinante. Nonostante non siano più stati fatti scavi, né ci siano stati ritrovamenti, Luciano ha ora un altro sogno: quello di portare alla luce le parti ancora celate del convento del XVI secolo e completare così quella straordinaria matrioska sotterranea.

Luisa Quinto

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