Nel nuovo rapporto su raccolta differenziata e riciclo di Anci e Conai sul podio anche Sardegna e Lombardia
Nel 2020, in piena pandemia, in Italia si sono prodotte 28.827.317 tonnellate di rifiuti urbani, 486,5 kg pro capite per abitante. Del totale, sulla base dei dati forniti dalle Regioni risulta che sono stati raccolte in forma differenziata 18.118.997 tonnellate di rifiuto. Ovvero il 62,9%, pari a 305,8 kg per abitante.
Il dato emerge dall’XI rapporto su raccolta differenziata e riciclo 2021 presentato da Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi). Un interessante spaccato di un’Italia che, sia pur con percentuali diverse a seconda delle regioni, sta sempre più imparando l’importanza del corretto conferimento dei rifiuti.
Il Veneto “riciclone”
La regione i cui abitanti effettuano maggiormente la raccolta differenziata è il Veneto, con una percentuale del 76,1% e un incremento del 2,97% dal 2016 al 2020. Seguono Sardegna (74,3%) e Lombardia (73,3%, ma prima per valori assoluti con 770.689 tonnellate). Agli ultimi posti, uniche sotto il 50%, si posizionano Calabria, con il 48,1%, e Sicilia, al 42,3%.
“Il Veneto – commenta il presidente della Regione, Luca Zaia – ha conquistato da tempo il podio di regione riciclona. Ce lo riconoscono in tanti ed oggi anche l’XI rapporto Anci-Conai. Un risultato eccezionale, che dimostra come ci sia un grande lavoro e una grande attenzione della Regione per la salvaguardia del territorio”.
A confermare il virtuosismo del Veneto “riciclone” è anche la classifica delle Città metropolitane. Al primo posto si trova infatti Venezia, dove la percentuale di rifiuto differenziato è pari al 73,6%, con una quota pro capite annua di 403,5 kg per abitante (e la leadership nazionale per gli imballaggi misti).
Appena sotto, e unica altra sopra il 70%, si posiziona Cagliari con il 73,5% (e prima nella plastica). Per valori assoluti guida Milano: 283.205 tonnellate (e le migliori performance per il vetro). Roma, in valori assoluti (317.736 tonnellate totali), e Firenze (con 100 kg per abitante) guidano infine la classifica per la carta.
La raccolta differenziata: le frazioni merceologiche
Passando all’analisi delle frazioni merceologiche, il rifiuto che complessivamente si conferma oggetto di una raccolta maggiore è la frazione umida derivante da scarti da cucina, con intercettazioni medie pro capite che aumentano al crescere della dimensione demografica del comune. Dopo il cosiddetto “organico”, vengono la carta e il vetro. Plastica e legno mostrano quindi risultati assoluti e medi pro capite di raccolta quasi equivalenti.
In termini assoluti, rispetto al dato medio nazionale, nel Sud si intercettano i più alti livelli medi di rifiuti biodegradabili di cucina e mense, fino a 94,85 kg per abitante, mentre la maggiore intercettazione media pro capite di carta si registra al Nord e al Centro. E se il vetro presenta una certa omogeneità in tutte le ripartizioni geografiche, notevoli differenze si registrano per la plastica: dai 21,6 kg annui per abitante delle isole, ai 6,3 del sud.
Per i rifiuti elettronici, o Raee, con una raccolta complessiva di 365.132 tonnellate (e un valore medio pro capite di 6,2 kg per abitante) l’intercettazione media pro capite è sensibilmente inferiore nelle ripartizioni geografiche Sud e Isole. Con un paio di eccezioni: Sardegna e Puglia e, in generale, per quanto concerne le “sorgenti luminose”. La resa media pro capite più alta si registra in Valle d’Aosta tra le regioni e a Bologna tra le Città metropolitane.
Alberto Minazzi