A partire da venerdì 30 settembre, 10 giornate di conferenze, concerti, visite guidate, esposizioni
«Prima ancora della pandemia che ci ha colpiti – sottolinea il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato – l’Ospedale Civile di Venezia è diventato uno dei luoghi in cui con più profondità e intensità si è fatta cultura della salute, cultura della cura, cultura della sanità».
Prende il via da qui l’idea di organizzare, a Venezia, il primo “Festival di storia della salute”, evento dedicato alla sanità di ieri, oggi e domani.
Il programma del Festival, consultabile sul sito www.scuolagrandesanmarco.it , si apre nella serata di venerdì 30 con il concerto della Big Vocal Orchestra nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo per concludersi domenica 9 ottobre all’Ospedale Civile di Venezia. In quella giornata il nosocomio sarà aperto al pubblico ed è previsto un concerto conclusivo nella chiesa dello stesso, San Lazzaro dei Mendicanti.
Ricco il calendario degli appuntamenti che si susseguiranno nei giorni. Vi sarà la mostra di disegni anatomici degli studenti dell’Accademia di belle Arti; la visita guidata all’isola del Lazzaretto Nuovo; la mostra “La civiltà del Bene” che illustrerà come la Serenissima ha affrontato la peste “metafora di ogni male” dal XIV al XVII secolo.
Non mancheranno conferenze e incontri con focus sulle “spezierie”, le antiche farmacie di Venezia. E ancora un workshop dedicato alla museologia medica; percorsi di incontri e conferenze dalla gestione dell’epidemia di febbre spagnola alla rivisitazione dell’ambizioso progetto dell’architetto le Corbusier per il nuovo Ospedale della città mai realizzato.
Nel corso della presentazione del Festival, il direttore dell’Ulss ha anche sottolineato come l’impegno della direzione dell’Azienda sanitaria sia quello di far convivere le due anime dell’Ospedale Civile di Venezia: quella storica e quella attualissima.
Qui, grazie a significativi investimenti per interventi di ammodernamento della struttura, nasce la Casa della salute di Venezia e la telemedicina è attiva come in pochissimi altri ospedali in Italia. Al tempo stesso però la volontà è di mantenere vivo il legame con la medicina dei secoli della Serenissima. Già allora infatti in questa città la cura e l’assistenza della persona malata erano all’avanguardia in Europa.