L’assessore regionale Bottacin: “Ci saranno prossime novità anche per la gestione in autonomia delle centrali”
In questi mesi di crisi energetica, non solo lo Stato, ma anche gli enti pubblici territoriali si stanno prodigando per trovare soluzioni in grado di agevolare famiglie e imprese per consentire loro di pagare bollette di gas e luce sempre più pesanti.
L’ultimo esempio in ordine di tempo è quello del Comune di Venezia, il primo in Italia, che, grazie al risanamento dei conti pubblici, ha potuto stanziare 1,5 milioni attraverso un bando aperto alle famiglie meno abbienti.
A muoversi, comunque, sono anche le Regioni. Ad esempio, Basilicata e Veneto.
La Basilicata e il gas
In Basilicata, da ottobre 2022 e fino al 2024, circa 110 famiglie potranno ad esempio usufruire di un significativo sconto di circa il 50% sulle bollette del gas delle prime case, non dovendo più pagare la quota legata alla componente energia, ma solo i costi di trasporto, di gestione dei contatori e degli oneri di sistema.
La Regione ha infatti deciso di distribuire alla collettività i benefici acquisiti come compensazione dalle concessionarie degli impianti di estrazione degli idrocarburi attive sul territorio lucano, in particolare nella Val d’Agri.
Il Veneto e l’energia idroelettrica
Un’iniziativa analoga è in arrivo anche in Veneto, legata in questo caso al settore idroelettrico di produzione di energia. Lo annuncia l’assessore all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, che ha la competenza in materia, in quanto le concessioni vengono in questo caso rilasciate dai geni civili.
“Grazie a una legge nazionale del 2019 e alla successiva legge regionale veneta numero 27 del 2020 – spiega Bottacin – tutti i concessionari sono obbligati a cedere una quota parte di energia elettrica alla collettività. E questa fornitura gratuita alla Regione, a discrezione della Giunta, può essere monetizzata”.
In questi giorni, prosegue l’assessore, sarà così portata in una delle prossime riunioni di Giunta una apposita delibera in cui si stabilisce la redistribuzione al territorio di quanto versato dalle concessionarie alle casse pubbliche. “Stiamo facendo i calcoli – conclude l’assessore – ma dovrebbe trattarsi di alcuni milioni di euro.
Verso l’autonomia energetica
Ma non è l’unica novità in arrivo in Veneto sul fronte della produzione di energia idroelettrica. Anche in questo caso prendendo le mosse da una legge nazionale su cui la Regione stava lavorando da anni, insieme alla Lombardia, e ora con una legge regionale già approvata in Commissione e ora all’esame del Consiglio, cambierà il destino delle centrali.
“Alla scadenza delle concessioni – illustra Gianpaolo Bottacin – tutte le centrali diventeranno di proprietà regionale. E, come già avviene in Trentino Alto Adige, sarà poi la Regione a organizzare i nuovi bandi”.
“Quello di arrivare alla possibilità di gestione in autonomia – conclude l’assessore – è secondo noi un passaggio epocale, visto che è l’unico pezzo di autonomia che fino ad ora siamo riusciti a portare a casa. E sicuramente ne deriveranno benefici, per quanto l’energia idroelettrica non sia sufficiente a coprire l’intero nostro fabbisogno e vada comunque inquadrata all’interno di un “monte” nazionale non legato a confini amministrativi”.
Alberto Minazzi