A Roma, riuscito il primo impianto in Italia di un microchip nell’occhio di un 91enne affetto da maculopatia
L’obiettivo, come ha dichiarato all’agenzia Ansa il direttore scientifico per l’Italia del progetto internazionale PRIMAvera, Andrea Cusumano, è importante: “La nostra aspettativa è ridare la possibilità di leggere lettere, numeri, parole e anche piccole frasi”, spiega. In pratica, attraverso la tecnologia si spera di dare una risposta a un fenomeno in decisa crescita: la perdita della vista a causa di alcune forme incurabili di maculopatia, cioè quelle che comportano una degenerazione della parte centrale della retina (quella che, tra l’altro, permette di riconoscere colori e volti, di leggere e di guidare) legata alla vecchiaia.
Una retina artificiale
Il passo avanti in questa prospettiva si lega proprio a un paziente di età avanzata, 91 anni, affetto da maculopatia atrofica in stadio terminale. Con un intervento di un paio d’ore effettuato all’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, è stato il primo in Italia a vedersi impiantare nell’occhio un microchip che, in sostanza, è in grado di fungere da retina artificiale.
Altri 2 malati, su un totale di almeno 5 pazienti italiani (tra i 38 a livello europeo) inseriti inizialmente nel progetto internazionale, saranno sottoposti allo stesso intervento.
chirurgia mininvasiva in anestesia locale
Il microchip impiantato è di dimensioni ridottissime, meno di un terzo di un capello, sfrutta la tecnologia wireless e viene inserito attraverso un intervento di chirurgia mininvasiva in anestesia locale.
Dopo l’operazione, il paziente deve iniziare una riabilitazione. Lo studio di questa tecnologia è ancora alle fasi preliminari, con i primi risultati attesi entro fine 2022, per poi arrivare a una valutazione complessiva più approfondita nell’arco di 3 anni.
In Italia oltre un milione di persone soffrono di maculopatia
La degenerazione maculare senile è la forma più frequente di maculopatia e, nei Paesi occidentali, è la prima causa di perdita irreversibile della visione centrale dell’occhio tra chi ha più di 55 anni.
All’inizio, la malattia, legata a fattori diversi, genetici e ambientali, a partire dal fumo, da una dieta ricca di grassi o dall’esposizione al sole senza protezioni, può non presentare alcun sintomo.
Solo in una seconda fase si può quindi manifestare con un progressivo calo della vista, la visione distorta delle immagini o la comparsa al centro del campo visivo di un’area contraddistinta da assenza di visione, parziale o completa.
Le persone affette da degenerazione maculare senile in Italia sono ufficialmente circa un milione, anche se si ritiene che il dato sia sottostimato di circa il 25%-30% proprio per l’iniziale manifestarsi senza sintomi, con la maculopatia che può quindi essere riscontrata solo sottoponendosi a continui controlli oculistici. A differenza della degenerazione maculare essudativa, che riguarda il 15% totale delle persone affette da maculopatia e che può essere frenata attraverso una regolare iniezioni intravitreali nell’occhio di farmaci di nuova generazione, la forma “secca” e più diffusa tra gli anziani è al momento incurabile.